46ma Brigata Aerea in Afghanistan per pacificare.

ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI DI PISA

E

Comitato Piccoli Azionisti di Toscana Aeroporti

Associazione Ponte di Mezzo

Il Movimento OPI

Associazione delle Colline Pisane

L’ITALIA in Afghanistan pacificava, non cercava Osama Bin Laden

Pisa, lì: 26/8/2021                                                                A: Organi di stampa locali e nazionali

La 46^ Brigata Aerea sta operando in Afghanistan, nell’ambito dell’operazione Aquila Omnia, garantendo un ponte aereo umanitario per rimpatriare italiani e collaboratori locali da Kabul in quanto l’aeroporto di Herat, su cui aveva operato per supportare il Contingente italiano, dopo il ritiro della Coalizione Internazionale, è ora in mano talebana.

I C130J pisani garantiscono una navetta fra Kabul e Kuwait, per trasportare personale autorizzato dal Consolato italiano. Il rimpatrio su Fiumicino prosegue poi con i KC 767 della Aeronautica Militare. L’Italia, in

20 anni, ha impiegato 50.000 uomini per stabilizzare e pacificare l’ Afghanistan, fornendo assistenza, consulenza e formazione alle Afghan National Defence Security Forces e Afghan Security Institutions, a livello ministeriale, istituzionale ed operativo, sacrificando 53 vite e rimpatriando 723 feriti, riscuotendo così il plauso internazionale.

Desta amarezza che questo sforzo sia stato vanificato dalla decisione unilaterale americana che, con il Patto di Doha, ha consegnato l’intero Paese a coloro che consideravano i nemici da combattere. Biden ha confermato una scarsa considerazione verso gli alleati, anche in occasione della richiesta di prolungare oltre il 31 Agosto i rimpatri. Stona quindi il suo elogio a tedeschi, spagnoli e italiani, solo per la concessione di basi per garantire il rapido rimpatrio degli americani. Non ha garantito alcun supporto agli italiani per il rientro dei profughi da Herat, che è lontana 650 km da Kabul e vicina al confine iraniano. La sola informazione che si ha su Herat, appena occupata, è stata l’uccisione del capo della Polizia.

Cosa è successo a collaboratori e donne in quella città? E ai docenti che avevano contatti con gli atenei italiani per concordare corsi culturali? A Herat è nato il Rinascimento afghano: fondata da Alessandro Magno nel 300 a.c, durante il 1400 fu la capitale dell’impero mongolo di Tamerlano (discendente di Gengis Khan) e conserva vestigia del suo glorioso passato. Cosa resterà?

La sua popolazione, circa 600.000 abitanti, era composta in maggioranza da tagiki e uzbeki e una minoranza di pashtun ed ancor meno di mongoli. Quanti ne sono scappati in Iran, visto che è impensabile che abbiano percorso autonomamente 650 Km, per raggiungere Kabul, in un territorio occupato da talebani? L’intelligence sta avvisando che i Talebani godono di consenso nei gruppi jihadisti somali, siriani, fra i Fratelli Musulmani pakistani e africani, per creare un fronte filo iraniano per contrastare il patto di Abramo, del 15 09 2020, firmato da Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Marocco, Israele e Stati Uniti.

Per evitare la formazione di nuove polveriere, il G20 straordinario, organizzato dall’Italia, confermi l’inflessibilità internazionale nei confronti della violazione dei diritti umani, perpetrata soprattutto su donne e giovani e nei confronti delle istituzioni sociali e politiche dei Paesi.