Alla ricerca della Biblioteca perduta. Ovvero, la Biblioteca Universitaria Pisana.

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ASSOCIAZIONE PONTE DI MEZZO IL MOVIMENTO OPI
ASSOCIAZIONE DELLE COLLINE PISANE

Pisa, 27 Settembre 2021

COMUNICATO STAMPA

ALLA RICERCA DELLA BIBLIOTECA PERDUTA – Ovvero la Biblioteca Universitaria Pisana

Il titolo di questo elaborato ricalca volutamente quello di un noto film con protagonista Indiana Jones impegnato nella ricerca della perduta “Arca dell’Alleanza”.
In questo caso si tratta di andare alla ricerca di una prestigiosa Biblioteca che, ormai da anni, ha perso la sua collocazione e sembra doveroso impegnarsi nella speranza di ritrovarla e ricollocarla nella sua completezza.
Esisteva e forse esiste ancora, come ufficio e nominalmente in Pisa, la Biblioteca Universitaria Pisana dotata di almeno 600.000 (seicentomila) volumi conservati nei locali del Palazzo della Sapienza”, oltre ad avere in dotazione anche la raccolta di ben 16.000 (sedicimila) volumi “galileiani” conservati nella “Domus Galileiana”.
Questo patrimonio culturale di Pisa e della Nazione Italiana è venuto a formarsi nella sua completezza a cominciare dal 1743, grazie al lascito voluto dal giurista e fisico sperimentale Giuseppe AVERANI.
Questi, con il suo definitivo testamento nel 1736 dispose il lascito di circa 2000 volumi della sua libreria a favore dell’Università di Pisa dove aveva insegnato per oltre 50 anni, con la condizione che venissero resi pubblici a beneficio di studiosi, professori e studenti dell’Università (Mauro Bernardini, seminario internazionale, 11, 12, 13 ottobre 2007 Pisa).
Da questo primo nucleo, tralasciando le traversie che nel tempo hanno caratterizzato il consolidamento della struttura bibliotecaria, grazie ad ulteriori acquisizioni e donazioni, si è giunti, nel tempo, alla formazione della BUP ed alla sua collocazione nel Palazzo della Sapienza”.
Tra le donazioni è da menzionare quella che nel 1879 fece l’insigne penalista lucchese Francesco Carrara della sua biblioteca, costituita da circa 7000 edizioni di carattere prevalentemente giuridico, con la clausola che rimanesse permanentemente nella Biblioteca Universitaria Pisana senza mai uscirne e che i volumi fossero e rimanessero tutti collocati nello stesso comune ambiente, senza venire dispersi, per mantenere l’uniformità della raccolta donata.
A proposito del Palazzo della Sapienza, fu Lorenzo il Magnifico ad iniziare dal 1489 la costruzione dell’edificio in Piazza del Grano; al piano terreno dovevano essere ubicate le aule delle lezioni e al piano superiore gli alloggi di studenti e professori.
Il palazzo, però, per le vicende politiche e sanitarie del tempo, fu terminato solo a metà secolo seguente quando Cosimo I dei Medici fece riaprire in via definitiva lo studio di Pisa con sede appunto nella Sapienza.
Fu tra il 1819 al 1824 che la Biblioteca Universitaria, fino ad allora era collocata in alcuni locali di via Santa Maria e di Piazza dei Cavalieri, vi venne trasferita e dove, alla propria dotazione libraria, vennero aggiunte anche altre biblioteche di conventi soppressi in età napoleonica.
Da fine ottocento, la Sapienza rimase la sede esclusiva del Rettorato, della Biblioteca Universitaria e della Facoltà di Giurisprudenza.
É cosi che, nel corso del tempo, si è venuta a formare una prestigiosa Biblioteca Universitaria a Pisa che al momento è dotata di un patrimonio culturale unico ed inestimabile sia per il valore storico che per il valore intrinseco della sua enorme collezione che ha richiamato nel tempo la presenza di eccelsi e numerosi studiosi che vi hanno attinto conoscenza e sapere da tutto il mondo.
La sua stessa collocazione nel Palazzo della Sapienza ha avuto la consacrazione di patrimonio indiscusso della città di Pisa.
Pisa è la città dove la cultura e la conoscenza si sono insediate con ben tre prestigiose Università: Università di Pisa, Scuola Normale Superiore e Scuola Superiore S. Anna. L’Università di Pisa è una delle più antiche e prestigiose università in Italia e in Europa, è stata istituita ufficialmente nel 1343, anche se diversi studiosi fanno risalire la sua origine all’XI secolo.
È comunque certo che a partire dalla metà del XII secolo Pisa ebbe una “Universitas” nel senso originale del termine.
La bolla “In Supremae dignitatis”, emessa da Papa Clemente VI il 3 settembre 1343, concesse allo Studio pisano il riconoscimento di Studio Generale e diversi privilegi esclusivi e universalmente riconosciuti.
In epoca medievale, lo Studio Generale era un’istituzione di educazione superiore fondata o confermata da un’autorità universale, cioè dal papato o dall’impero.
Pisa fu una delle prime città europee a poter vantare un’attestazione papale. La Scuola Normale Superiore è una scuola superiore universitaria con sede legale a Pisa, nel Palazzo della Carovana dei Cavalieri di Santo Stefano.
L’istituto nacque grazie al decreto napoleonico del 18 ottobre 1810, relativo agli “stabilimenti di istruzione pubblica” in Toscana che stabilì l’istituzione a Pisa di un “pensionato accademico” per gli studenti universitari per creare una succursale dell’École Normale Supérieure di Parigi.
La Normale era riservata ai migliori alunni, di età compresa fra i diciassette e i ventiquattro anni, selezionati alla fine dei corsi liceali.
Il 28 novembre 1846, un Motu proprio granducale istituì la Scuola Normale Toscana, chiamata anche Imperial Regia Scuola Normale, poiché correlata al sistema austriaco. Il 15 novembre 1847, si inaugurò la nuova sede nel palazzo della Carovana in Pisa.
La Scuola Superiore S. Anna è un istituto pubblico di istruzione universitaria a ordinamento speciale con sede a Pisa.
L’ente è riconosciuto dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e opera al fine di favorire lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnologica, sia in ambito nazionale che internazionale.
Il conservatorio di Sant’Anna fu istituito dal granduca Pietro Leopoldo di Lorena nel 1785 e dopo un percorso che ha portato a confluire in esso altri collegi fino all’entrata in vigore della legge n. 117 del 7 marzo 1967, vi vennero riuniti diversi collegi in un unico ente, ovverosia la Scuola superiore di studi universitari e di perfezionamento.
Tra il 1975 e il 1979 la scuola fu trasferita nella sede di piazza Martiri della libertà.
Nel 1987, le suore del conservatorio acconsentirono alla cessione dell’immobile alla Scuola, purché restasse intitolato a Sant’Anna; pertanto, rifacendosi alla vicina Scuola Normale, fu costituita la Scuola Superiore di Studi Universitari e Perfezionamento Sant’Anna.
Il nuovo ente, che al contempo aveva allestito la biblioteca, godeva di una propria personalità giuridica e di autonomia disciplinare e amministrativa.
Dal 2014 la Scuola fa parte, assieme all’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia, delle Scuole Universitarie Federate, cui si è unita nel 2017 anche la Scuola Normale Superiore di Pisa.
Questo breve richiamo alle eccellenze didattiche che insistono in Pisa giustifica ampiamente la presenza di una Biblioteca Universitaria storicamente collocata nel Palazzo della Sapienza a disposizione della città, degli studenti, dei docenti, degli studiosi e di quanti desiderino ampliare la propria conoscenza.
La Biblioteca Universitaria Pisana (BUP), da quando è stato istituito il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBACT) 1974, è alle dipendenze di questo Ministero e, da quando il Palazzo della Sapienza è stato ceduto dal Demanio all’Università Pisana, occupa i locali rimasti in assegnazione al MiBACT proprio a tale esclusivo uso.
E tutto sembrerebbe correlato, ben organizzato e organicamente utile ai fini culturali della struttura sociale ed universitaria della città
Peccato che la situazione contemporanea ci porti a conoscenza che dal 2017, di fatto, la BUP, come conservazione e consultazione del patrimonio librario e documentale, non ha più un luogo di destinazione.
La cronaca ci dice che dal 29 maggio 2012 a seguito della scossa di terremoto in Emilia cha ha fatto sentire i suoi effetti, se pur ridotti, anche a Pisa, sono iniziate le traversie correlate alla struttura stessa del Palazzo della Sapienza.
Una serie di sopralluoghi successivi e valutazioni, a volte collegate ad esigenze di natura politica, hanno suggerito la chiusura dello stabile al pubblico e successivamente alle attività in esso svolte.
Tali esigenze hanno portato anche alla considerazione soggettiva dell’incidenza del peso dei 600.000 volumi della BUP sulla resistenza delle strutture connesse.
Non è intenzione attuale ripercorrere l’iter delle attenzioni che la problematica ha richiesto e giungiamo meglio alla conclusione che la BUP è stata di fatto smantellata ed il suo contenuto ricollocato, in parte presso un immobile del complesso di San Matteo in Soara (2014), una parte considerevole presso l’Archivio di Stato di Lucca ed altre parti, non meglio definite, in diversi spazi affittati in città con i relativi onerosi costi.
Certamente va sottolineato che sono presenti nei vari Atenei delle biblioteche loro dedicate ma sono aperte e consultabili solo dagli iscritti e comunque non rappresentano quell’unicum culturale proprio ed esclusivo dalla BUP che integrava ed integra ampiamente il complesso bibliotecario pisano supportando anche una Biblioteca Comunale lontana dal centro, con poche dotazioni ed abitualmente chiusa.
Oltre a ciò, la Biblioteca Universitaria Pisana risulta essere l’unica in Italia titolare “per Diritto di Stampa” a ricevere tutto ciò che viene pubblicato, dal saggio poetico al trattato, dalla rivista alle monografie, mettendo così a disposizione del pubblico una enorme messe di conoscenza e di sapere.
È chiaro quindi il valore sociale e culturale che questo storico Ente rappresenta per la comunità tutta, mentre, attualmente, la sua funzione si limita alla pura conservazione in strutture inadatte.
Vale comunque rimarcare che esiste l’impegno di persone che con passione o nelle funzioni proprie si dedicano a continuare la storia e/o a programmare potenzialità funzionali ed operative per quando la BUP sarà restituita alla sua collocazione.
Con ciò, lungi dal voler prevaricare le responsabilità e le competenze di quanti vi siano interessati, si spera che questa semplice relazione stimoli le amministrazioni locali a perseguire, con rinnovata convinzione ed interesse, la volontà di salvare e recuperare un insostituibile patrimonio intrinseco, storico e culturale della comunità pisana e nazionale, restituendolo alla sua storica e prestigiosa collocazione che merita.

Gen. Mario Peccatori per Associazione degli Amici di Pisa – Comitato Piccoli Azionisti TA – Associazione Ponte di Mezzo- Movimento OPI – Associazione delle Colline Pisane