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Amici di Pisa: ecco le nuove cariche sociali
Venerdì 22.5 ore 17: Pisa e il suo Ospedale nella Grande Guerra
Venerdì 22.5: Pisa ospedale militare nella Grande Guerra
Sviluppo di Pisa: cosa ne pensano i candidati pisani alla Regione ?
DI SEGUITO IN PDF, L’INTEGRALE TRASCRIZIONE
AGENDA PISANA 2015: ecco cosa fare per Pisa in Regione Toscana
“AGENDA PISANA” PER I CANDIDATI ALLE ELEZIONI DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA DEL 31 MAGGIO 2015: LE COSE DA FARE E COME. SECONDO NOI. PER UNA PISA FORTE DELLA SUA STORIA, EUROPEA E PROIETTATA AL FUTURO PENSANDO IN POSITIVO. 1) I problemi strutturali di Pisa vanno affrontati con impegno e tenacia, invertendo quel declino numerico in atto da decenni circa la popolazione pisana: difficoltà queste che da molto, troppo tempo vengono evitate e tantomeno affrontate o riconosciute tali. Lo spopolamento del centro storico e del Comune capoluogo più in generale, è un fenomeno negativo che deve essere invertito con vigore e decisione. L’attuale tendenza all’esodo da Pisa deve essere ribaltata utilizzando idonei strumenti amministrativi e politici. Ecco alcune nostre idee in merito: a) attivazione concreta del Comune Unico dell’Area Pisana, gettandone subito robuste basi per costituire quella realtà amministrativa tra gli adiacenti comuni di San Giuliano Terme, Vecchiano, Calci, Vicopisano e Cascina senza per questo annullarne la rappresentatività delle realtà accorpate ma creando un organismo di consultazione all’interno dello stesso e salvaguardando le tipicità gestionali del territorio dei Monti Pisani. E’ il caso di cogliere l’occasione delle ultime indicazioni in merito della passata legislatura della Regione Toscana che agevola il percorso di fusione dei comune: i Consiglieri eletti nel Collegio di Pisa –secondo gli “Amici di Pisa” devono favorire questo processo amministrativo. b) contributi economici al Comune di Pisa per i circa 30.000 universitari fuori sede. Forte incentivazione dell’edilizia residenziale universitaria tramite il DSU con lo scopo -anche- di calmierare il costo degli affitti medi cittadini. Incentivare la costruzione di alloggi universitari appositi nella periferia destinati agli studenti fuori sede a prezzi concordati: si potranno liberare alloggi centrali da incentivare all’uso residenziale per tornare a vivere a Pisa. Per combattere lo spopolamento è utile studiare l’esempio amministrativo predisposto dal Comune di Volterra il cui sindaco, Marco Buselli, ha elaborato un programma ad hoc per il ripopolamento. Anche Pisa ha necessità di un piano antifuga dei residenti pisani tenendo presenti le idee sopra esposte, partendo da un dato di fatto oggettivo: il Comune di Pisa deve sostenere costi -anche sociali- relativi alla presenza dei 30.000 universitari fuori sede e del pendolarismo non contributivo dai comuni limitrofi che nel complesso fanno giungere la città ad oltre 150mila persone il giorno. Si deve perciò invertire la negativa tendenza di de-sviluppo residenziale per far raggiungere al Comune di Pisa la quota minima vitale di almeno 150.000 residenti utile per contare di più nelle scelte regionali e difendersi meglio dalle offensive al suo territorio. La vicenda degli accorpamenti delle Province ne è stato un drammatico segnale d’allarme, come pure quella della fusione degli aeroporti. 2) Puntare sull’Aeroporto Galilei quale unica realtà destinata all’attività aeroportuale toscana combattendo e respingendo situazioni di concorrenza all’ ultimo grande bene produttivo che è rimasto a Pisa città. Come noto l’aeroporto di Pisa è capace di dare lavoro a 3000 persone, indotto compreso, viaggia in pieno autofinanziamento verso i 6 milioni di passeggeri/anno. Il nuovo PIT della Regione Toscana che autorizza la costruzione di una pericolosa pista parallela (o semi-parallela alla A11 e piena area a rischio idrogeologico e da bird strike) da 2000 o da 2.400 metri a Peretola, ribalterà la realtà commerciale aeroportuale consolidata. Di fatto non ci sarà scampo per il “Galilei” di Pisa: le Compagnie aeree sceglieranno Firenze. Pisa potrebbe spegnersi nel tempo, diventando una cattedrale nel deserto con il People Mover che ne potrebbe diventare un triste esempio. Con la nuova pista di Peretola –qualunque lunghezza essa abbia- il “Galilei” di Pisa tornerà, in tempi medi, all’era pre-Ballini poiché non è dimostrato che moltiplicando gli aeroporti si moltiplichino i voli e gli affari. È evidente che una maggior concertazione di rotte e compagnie tra il Galilei e il Vespucci di Peretola è auspicabile in funzione alla comune crescita per bloccare eventuali gravitazioni commerciali del “Marconi” di Bologna in Toscana: così vicino a Firenze che le indicazioni UE sconsigliano la costruzione di aeroporti ex novo, per giunta finanziando con soldi pubblici le gigantesche opere collaterali necessarie. È in quest’ottica che gli “Amici di Pisa” chiedono con forza un vero collegamento ferroviario diretto tra Pisa e Firenze in tempi europei. Resta quindi l’idea di fondo che rivolgiamo ai candidati alla Regione Toscana 2015: Pisa e la Costa Toscana devono essere liberi di progettarsi il futuro. Anche in ambito aeroportuale e produttivo, quindi politico nelle scelte strategiche. 3) Infrastrutture ferroviarie: la Tirrenica, ossia la costa della Toscana di cui Pisa è fulcro naturale, è lasciata alle convenienze delle Ferrovie dello Stato. Tutti i finanziamenti pubblici per un adeguamento tecnologico della linea sono stati assorbiti e replicati in modo esponenziale, e senza riguardo alcuno, per la TAV di Firenze. Nel 2015 abbiamo ancora una linea ferroviaria costiera Genova-Roma -del quale lo snodo di Pisa è storico protagonista con 15 milioni di viaggiatori/anno- ricca di strozzature che limitano una velocità commerciale medio-alta ad uso dell’Italia ovest-costiera nella direttrice nord-sud e viceversa. È evidente che la Regione Toscana abbia gravi responsabilità in merito, trascurando nel tempo non solo il potenziamento della linea Genova-Roma ma anche quello della Livorno-Pisa-Firenze relativa alla non più differibile costruzione di un terzo binario sul quale le Ferrovie possono gestire al meglio imbottigliamenti tra convogli passeggeri veloci, locali e merci. Ancor più grave è la mancanza di materiale rotabile moderno che possa ridurre i tempi di percorrenza e utile per collegare il capoluogo fiorentino, il Val d’Arno, Pisa e Livorno. Solo recentemente è stato fatto qualcosa, per lenire i disagi del pendolarismo toscano: non siamo ancora europei.! Le cose peggiorano ancora per Pisa circa il collegamento con Firenze che vedrà intasare la linea ferroviaria a doppio binario a seguito dello spostamento di alcuni treni Frecciabianca dirottati dalla Genova-Roma via Grosseto a quella via Firenze. Da tempo poi gli “Amici di Pisa” chiedono un terzo binario ferroviario sulla Livorno-Pisa-Firenze: idealmente uno per il traffico passeggeri locale, uno per il traffico passeggeri veloce e diretto, uno per il trasporto merci utile –assieme allo scalo merci di San Rossore recentemente ingrandito ma lasciato inutilizzato- al nascente centro ricambi mondiale della Piaggio. Il terzo binario è poi perfetto per ottimizzare il ripristino della linea ferroviaria del Litorale Pisano per Marina di Pisa, Tirrenia, Calambrone, Livorno fino all’Accademia Militare, tale da rimediare a sciagurati errori del passato che hanno portato alla soppressione del sempre rimpianto “Trammino”. Con indubbi e tangibili benefici per il turismo del Litorale Pisano e del pendolarismo costiero-interno. Il tema di politica ferroviarie la Regione Toscana dovrà iniziare ad investire meglio e di più ed i Consiglieri eletti nel Collegio di Pisa alla Regione Toscana dovranno lavorare per il buon senso delle ragioni esposte dagli “Amici di Pisa”. 4) Collegamenti Stradali: Autostrada A-12: nel 2015 ancora non ci sono certezze per il completamento dell’autostrada per collegare Torino-Genova-Pisa con Roma-Napoli. Da oltre 40 anni se ne parla costringendo i Pisani a passare per Firenze imbottigliando l’Autostrada del Sole: ancora fumate nere per assurde contrapposizioni politiche, interessi particolari, pseudo tutele ambientali. Il Corridoio Autostradale Tirrenico deve essere completato! Pisa e la Tirrenica non possono più rimanere isolate dal resto dell’Europa: è noto che la ripresa economica passi per le infrastrutture a tutto tondo, non possiamo più perdere tempo, ma progettare bene, spendere meglio. È la volontà politica di fare le cose di profilo strategico e funzionale che deve primeggiare nel prossimo Consiglio Regionale della Toscana: le infrastrutture sono di importanza strategica per lo sviluppo di Pisa. E non sono alienabili a preconcette ideologie o stereotipi: Pisa deve essere europea anche in questo senso. La Tangenziale di Pisa Nord Est. Come sopra, da oltre 40 anni ad ogni tornata elettorale, si torna ciclicamente a parlare di una strada la cui assenza è inspiegabile e mette Pisa in cattiva luce. Paradossalmente la vediamo citata molto marginalmente nei programmi elettorali e legate ad un marcenti elettorale di basso livello. Una grave colpa di mancato sviluppo perché l’attuale Amministrazione Provinciale aveva già un programma progettuale ben definito e finanziato: adesso, ridurre il non-fare ad una mera questione di pecunia è fuorviante. I finanziamenti se ben cercati nei posti adatti, si trovano certamente. Il lavoro in questo senso dei Consiglieri Eletti nel Collegio di Pisa alla Regione Toscana sarà determinante per il buon esito dell’opera. Collegamenti con Volterra. Incredibilmente, la strada regionale SR439DIR causa rallentamenti, incidenti a ripetizione per colpa della pessima manutenzione del manto stradale e delle carreggiate così strette da impedire un sicuro scambio tra un bus e una utilitaria, pericolosissima per i motoveicoli: il prossimo consiglio Regionale dovrà mettere in sicurezza la SR439DIR che, così come è, crea danno all’economia volterrana e pisana e a chi si trova a percorrerla. 5) PIUSS: sono stati un grande successo: sia l’averli cercati, sia l’averli ottenuti. Da Corso Italia alla zona limitrofa a Piazza delle Vettovaglie, a via Santa Maria. Dal percorso delle Mura Medievali che, finalmente libere nella visuale e nella prospettiva, danno bella mostra della forza della Pisa antica e che dovranno essere messe a reddito rendendole fruibili al pubblico, alla nuova pavimentazione di Piazza dei Cavalieri. È ottimo il colpo d’occhio ed il generale senso di città più ordinata, sana ed attenta al decoro. La più grande operazione PIUSS deve però ancora vedere la sua luce. È quella relativa al Progetto Chipperfield circa il Recupero del vecchio Ospedale Santa Chiara dove è assente un’idea di fondo di ampio respiro europeo ma che purtroppo si esalta solo per un taglio architettonico autocelebrativo e modernista improprio e inadatto per quella zona di Pisa. Identiche motivate perplessità architettoniche le abbiamo, cosa non nuova, anche per il nuovo Porto di Boccadarno. Forti dubbi sui contenuti del Piano di Recupero della Cittadella: era la zona della portualità pisana della Repubblica. Perché non promuovere un recupero finalizzato ad intensi flussi turistici e museali? Come? Ecco la proposta degli “Amici di Pisa”: riproponendo l’antica Tersanaia, riattualizzandone i contenuti, così da ottenere un Parco Archeologico-Museale-Turistico che rappresenti la marineria del Medioevo Italiano e Pisano con idonei percorsi a vista che partano dalla costruzione delle navi fino alla loro messa in acqua: l’area è stata destinata dai nostri avi a questo. E quale maggior successo se non attualizzarne le originarie destinazioni d’uso per scopi archeologici, museali e turistici? I tentativi fatti nel tempo nell’area della Cittadella si sono rivelati autocelebrativi e modesti. Oltre che sbagliati. Non è né difficile, né costoso oltre il dovuto: è necessario avere idee nuove, di respiro europeo e capaci di autofinanziarsi una volta a regime. L’esatto opposto di quanto visto finora. Anche in questo caso, il lavoro dei Consiglieri Eletti nel Collegio di Pisa alla Regione Toscana sarà determinante per il buon esito dell’opera proposta. 5) PIUSS per la ricerca e Start-Up pisane. Gli “Amici di Pisa” chiedono ai Consiglieri che verranno eletti per il Collegio di Pisa alla Regione Toscana nel prossimo Consiglio Regionale, di attivarsi affinchè si concretizzino dei PIUSS dell’Economia Produttiva di sostegno alle attività economiche pisane e per favorire l’insediamento di Aziende start-up nel territorio comunale, centri di ricerca Universitari-Aziende pisane. Troppo tempo abbiamo perso su questo fronte facendo fuggire fuori città il nettare che le Università Pisane producono: ora tocca a Pisa dare la produzione sul territorio della ricerca nata sul territorio stesso! Troppe aziende pisane perdono occupati e lavoro!. Abbiamo l’obbligo morale e materiale di creare le migliori condizioni possibili affinché si inverta la tendenza del declino produttivo: si inizi dunque una pianificazione economico-finanziaria di sostegno in ogni maniera possibile con dei PIUSS o strumenti similari. 6) CULTURA. È la prima risorsa cittadina e nazionale. A Pisa, come in Toscana, occorre diffondere e promuovere la cultura del “bello oggettivo” nato con i secoli uscendo dallo stereotipo Toscana=Firenze=Toscana. Sarà compito dei nuovi Consiglieri Regionali della Toscana eletti a Pisa stimolare i cittadini a riconoscere e apprezzare la qualità della vita che la città in cui vivono può offrire in particolare riguardo agli arredi urbani, alla qualità delle esposizioni e degli svaghi che la città offre, sensibilizzando la cura dell’arredo urbano, la pulizia dei muri imbrattati e la riparazione dei marciapiedi sconnessi, il miglioramento dell’illuminazione pubblica, il tutto per città toscane vivibili e accoglienti, che attirino il turismo e sia piacevole da vivere e da visitare. Cultura vuol dire un’infinità di cose: vuol dire promuovere programmi ed eventi culturali attinenti la Storia locale, i suoi personaggi storici, le Feste e gli Eventi a tutti i livelli della società accompagnando gli studenti di ogni ordine e grado nei percorsi formativi scolastici e coinvolgendo e incoraggiando la vita anche di quartiere intesa come sano orgoglio di appartenenza e amore verso il proprio territorio. La Cultura è noto, crea identità e viceversa. Cultura, in Toscana, deve voler dire programmare ed incentivare un cartellone di eventi nei teatri, della riscoperta del gergo locale e della promozione di un’Accademia del Vernacolo Pisano, raggiungendo la compiutezza nel restauro del Teatro ex Rossi (da intitolare a Titta Ruffo) ad uso dell’alta musica sinfonica, medievale e degli spettacoli vernacolari. Cultura è anche avere attenzione verso lo stile architettonico trecentesco pisano: troppe volte abbiamo assistito ad intonacature in facciata di fini archi decorati in cotto, colonne in pietra, perché i dettami del Regolamento Urbanistico non prevedono la loro tutela o peggio, per interpretazioni personali da parte della Soprintendenza anche Regionale che dovrebbe dare indicazioni alle territoriali di rispettare lo stile, il “bello”. Cultura vuol dire creare a Pisa una Pinacoteca delle Opere Artistiche Pisane in cui riunire le opere dei pittori, scultori contemporanei ed agevolare una o più correnti artistiche delle arti figurative: i Maestri Pisani sono famosi in Italia e all’estero ma poco in città. Cultura a Pisa vuol dire, secondo gli “Amici di Pisa” anche eliminare questo ritardo. 7) Sanità Regionale e Pisana. Il trasferimento dell’Ospedale Santa Chiara nel nuovo Santa Chiara a Cisanello doveva essere completato già cinque anni fa. Ma l’idea generale è che si sia di fronte alla ad una sfida sfibrante e dagli esiti incerti. E qui si ritorna alle politiche regionali che discriminano Pisa. Se a Pisa si risparmia a causa dei tagli, Pisa si fa anche delle domande: sull’uso di denaro pubblico nei bilanci in rosso di realtà toscane tanto gravi da muovere l’azione della Magistratura. Ecco, Pisa è di nuovo ultima nella progettualità della sanità toscana. 8) Biblioteca Universitaria. Gli “Amici di Pisa” ancora non accettano la chiusura del Palazzo della Sapienza. Di fatto Pisa ne sta pagando dazio: pensare di smembrare le collezioni è solo utile allo svolgimento dei lavori di messa in sicurezza dell’edifico storico. Ogni altro stratagemma per ridurre l’accesso, la completa fruibilità delle Collezioni è inaccettabile. 9) Sistema Museale Pubblico. È noto a tutti come la Cultura a Pisa venga ben svolta solo da due soggetti: l’Opera della Primaziale Pisana e la Fondazione Pisa alle quali va il nostro convinto plauso, stimolando ancor di più lo svuotamento dei magazzini del loro materiale da musealizzare sul territorio pisano. Identico apprezzamento al nuovo direttore del Museo Nazionale di San Matteo, il livornese Dario Matteoni che sta cercando, nel mare magnum della burocrazia ministeriale, di dare giusta visibilità ad un Museo fin troppo sottovalutato e ricchissimo di arte pisana due-trecentesca. Il resto della Cultura Pisana -inteso come sistema museale europeo- è veramente ridotto male nonostante cicliche promesse di rilancio. La Domus Mazziniana restaurata e inaugurata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma adesso chiusa al pubblico, ha carenze di spazi espositivi che la obbliga a “ruotare” le opere lì precedentemente alloggiate. Di positivo c’è la gestione della Domus Mazziniana affidata alla Scuola Normale Superiore: siamo certi che il Direttore Beltram saprà come rilanciarla ma da solo non può farcela. Identiche speranze le riserviamo anche per la Domus Galilaeana, ora pericolosamente commissariata e anch’essa affidata alla Scuola Normale Superiore. La Domus Galilaeana custodisce veri e propri tesori nelle materie scientifiche ma opera in situazioni di precarietà, al freddo, senza poter essere fruita se non tramite appuntamento grazie all’opera di professionali collaboratori. Basti pensare poi alle decine di collezioni mal accatastate nei magazzini pubblici, alle possibilità di sviluppare mostre di livello europeo anche solo attingendo a rotazione dalle stesse, ai percorsi archeologici anche all’interno del Cantiere (eterno?) delle Antiche Navi Pisane. Si veda al riguardo l’ottimo libro “Pisa allo specchio. I musei e le collezioni pisane” di M. Burresi e A. Zampieri, ETS, 2012. Anche in questo caso, il lavoro dei Consiglieri Eletti nel Collegio di Pisa alla Regione Toscana sarà determinante per il rilancio delle Domus Galilaeana e Mazziniana. 10) Creare un polo fieristico-espositivo con annesso centro congressi utile per le associazioni di categoria e le imprese non solo di Pisa e della sua provincia, ma che sia funzionale per l’intera Toscana Costiera. Un centro di riferimento per le attività economiche con finalità di promozione e di esposizione che può contare sulla convergenza su Pisa di infrastrutture di primo livello: autostrada A11-A12, Superstrada FI-PI-LI, linea FFSS Pisa-Firenze e dorsale tirrenica, Aeroporto internazionale, sistema Universitario. I Consiglieri Regionali eletti nel Collegio di Pisa dovranno lavorare anche per questo. 11) Promuovere l’Edilizia Sportiva. È nota a Pisa la carenza di piscine. L’attuale in via Andrea Pisano soffre di gravi problemi di progettazione e di generale invecchiamento e non è olimpionica. Quella del Complesso Concetto Marchesi non è presentabile per incontri di carattere almeno regionale. È evidente che -vista la massiccia presenza di universitari e il bacino di utenza della città- siano necessarie almeno due nuove piscine dotate di ogni comfort e adatte a ricevere tornei nazionali. Almeno una di queste dovrà essere di tipo olimpionico ed ambedue comprensive di consono spazio per il pubblico per ospitare tornei nazionali. È necessario un nuovo campo polivalente sia per l’atletica leggera che per altre discipline. L’attuale situazione dell’edilizia sportiva della Città non presenta sufficienti spazi tali da rendere disponibile a tutta la cittadinanza la possibilità di praticare sport a livelli agonistici competitivi. Il prossimi Consiglieri Regionali eletti nel Collegio di Pisa dovranno essere capaci di risolvere questi storici problemi di vivibilità di Pisa. Stadio: da ben valutare i progetti e gli studi in corso per il nuovo stadio di Pisa. Non dovrà essere partorito un topolino, ma uno stadio a norma Uefa, funzionale e che rispetti l’ambiente. Da considerare anche una riconversione dell’Arena Garibaldi come centro sportivo polifunzionale. 12) Creazione di un grande parco divertimenti: la nostra città, per la posizione logistica e climatica che occupa in Italia, non può non valutarne la creazione. Grazie alle numerose vie di comunicazione di cui Pisa gode, esso potrebbe creare lavoro e ricchezza con un ridotto impatto ambientale. Purtroppo, oltre vent’anni fa Pisa ebbe la sua grande occasione: ospitare la sede europea del celebre parco divertimenti Disney. Sciaguratamente, ideologie retrive, steccati mentali, contrapposizioni psuedo-ambientaliste, indecenti campagne anti-Disney fecero naufragare il proposito alla compagnia americana che invece contava sul pieno successo del Parco Disneyland di Tirrenia grazie all’ottimo clima che avrebbe assicurato il pieno utilizzo degli impianti ed alle infrastrutture lungo tutto l’arco dell’anno. Disney che proprio due anni fa ha festeggiato a Parigi-Marne-la-Vallée il 20° anniversario dell’apertura di quel Parco divertimenti “Euro Disney” che doveva sorgere nei pressi della Cosmopolitan di Tirrenia. Una colpa tremenda e gravissima che tutt’ora grida scandalo, vendetta e condanna morale perpetua e che ha rischiato di vedere un seguito con la ben nota vicenda Ikea. Fare Pisa è fare sistema tutti assieme anche per la Toscana Costiera. Tutto il resto è solo scaricabarile, gestione di una rendita politica, di battaglie di retroguardia e dello status quo. IL PRESIDENTE (Dr. Franco Ferraro) Pisa, sabato 25 Aprile 2015, 2015 in stile pisano Associazione degli Amici di Pisa Via Pietro Gori, 17 San Martino in Kinzica 56125 Pisa Tel. 050.49905 www.associazioneamicidipisa.it info@associazioneamicidipisa.it
Agenda Pisana 2015 in Regione: ne parliamo?
Muore Mino Farnesi, ultimo mecenate pisano
Il Pesce d’Aprile degli AdP: bisogna morì per esse’ ascoltati?
Pisa, giovedì 1 Aprile 2015 -2016 stile pisano
COMUNICATO STAMPA
“ IL PESCE D’APRILE DEGLI AMICI DI PISA:BISOGNA MORI’ PER ESSE’ ASCOLTATI ? ”
Il Sodalizio di via Pietro Gori, sfrutta il Pesce d’Aprile e, tra il serio e faceto, riflette sul mancato sviluppo socio economico di Pisa, sulle eterne promesse mancate.
“Avevamo scritto, non senza un sottile divertimento in occasione del 1° Aprile, che il nostro Sodalizio avrebbe “..gettato la spugna perché l’antipisanità ha vinto..”. Non è vero niente, ci mancherebbe altro! Che cioè gli “Amici di Pisa” si sciogliessero a seguito dei reiterati attacchi alla sua polis, al suo territorio, ai suoi abitanti, alle sue attività socio-economiche-culturali.! C’è però un ben preciso fondo di verità in quanto scritto poche ore fa e che cadono tra le burle del “pesce d’Aprile”. E’ vero che da troppo tempo assistiamo, sempre più pavidamente, nell’indifferenza e nell’egoismo generale -il male dei nostri tempi- che sfociano in petulante servilismo in funzione antipisana. E’ vero che il nostro territorio non è difeso, né promosso a tutto tondo. E’ vero che le poche cose che vengono svolte a Pisa esse si compiono dopo anni per esasperazione, è vero che il più (cioè il medio livello delle cose) è ancora da farsi, è vero che il territorio viva di eccessiva rendita di posizione datogli dal destino, è vero che per essere ascoltati bisogna -non alzare la voce, non manifestare in piazza- ma “morì per impossibilità a raggiungere i fini statutari”. E’ vero che siamo nei tempi in cui l’antipisanità mostra tutti i suoi prodigiosi muscoli e nefasti effetti senza che alcuno si azzardi a mettersi di traverso. E’ vero che per “un posto al sole”, in tanti a Pisa venderebbero le scarpe calzate. E’ vero che gli “Amici di Pisa” nati -ci sarà un perché- nel 1959, continueranno ad esserci -a Dio piacendo- finché i motivi sopracitati saranno tali.
Noi per Pisa, per i Pisani, per la promozione del suo impianto socioeconomico e la valorizzazione della Cultura Pisana ci siamo sempre stati, ci siamo ancora e ci saremo, sempre, ovunque e se del caso contro chiunque voglia fare del male con l’inganno o con la forza a Pisa.
Non ce ne voglia la Stampa se abbiamo calcato la mano, anzi la tastiera, non ce ne vogliano i Pisani che, in perfetta buona fede, hanno creduto allo scioglimento degli “Amici di Pisa”, in fin dei conti ci potrebbe anche stare, no? Noi però, siamo di tutt’altra pasta…..Viva Pisa, viva gli “Amici di Pisa”!
IL PRESIDENTE
(Dr. Franco Ferraro)