29 Aprile: Santa Caterina da Siena, patrona della Parte di Mezzogiorno

29 Aprile: SANTA CATERINA DA SIENA, Patrona della Parte di Mezzogiorno

Il 29 aprile 1375 la Santa senese, che si trovava a Pisa, ricevette il dono delle Stimmate mentre pregava nella chiesa di Santa Cristina, che divenne quindi Santuario Cateriniano. Per ricordare tale evento, il 29 aprile di ogni anno la Parte di Mezzogiorno celebra una messa nella suddetta chiesa. Alla funzione partecipa anche una rappresentanza della senese Nobile Contrada dell’Oca, anch’essa protetta dalla Santa, che nacque proprio nel rione di Fontebranda.

Santa Caterina da Siena a Pisa

(tratto da: Santa Caterina da Siena riceve le Sacre Stimmate il 1 aprile 1375 nella Chiesa di Santa Cristina a Pisa pieghevole in distribuzione presso la Chiesa di Santa Cristina, Associazione degli Amici di Pisa, Simone Guidotti)

Nel 1375 Caterina da Siena è incaricata dal Papa Gregorio XI di predicare la crociata a Pisa, ancora potente Repubblica Marinara. Il suo soggiorno pisano durò sei mesi: da febbraio ad agosto del 1375. Già dall’anno precedente infatti il 1374, anno della peste, molte persone d’ambo i sessi, religiosi e laici, ma specialmente certe monache di clausura, fra cui le domenicane di Fossa Banda e della Misericordia, avevano più volte invitato la vergine senese quando era a Siena a recarsi a Pisa, perché desideravano ascoltarla e conoscerla.  Mentre è assorta in preghiera nella Chiesa dedicata a Santa Cristina sul Lungarno riceve le stimmate che, come l’anello del matrimonio mistico, saranno visibili solo a lei e visibili a tutti dopo la sua morte che avverrà il 29 aprile 1380 a trentatre anni, dopo una vita di privazioni, preghiere e testimonianza di carità. Fra Raimondo da Capua, suo testimone spirituale racconta: “Essendo venuta in Pisa insieme ad altri, fra i quali c’ero anch’io, venne accolta in casa di un certo cittadino dei Buonconti, che abitava vicino alla cappella di Santa Cristina. (il palazzo dei Buonconti, bombardato durante la II Guerra Mondiale, è oggi in fase di ricostruzione a cura della Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa con un ammirevole intervento “tal quale”) In questa Cappella, in giorni di domenica, (il 1 aprile 1375 davanti al crocifisso attribuito a Niccolò Pisano) a domanda della vergine, celebrai la Messa e la comunicai. Ricevuta l’eucarestia, secondo il solito, andò in estasi. Aspettavamo che ritornasse in sé, quando all’improvviso vedemmo il suo corpicciolo che stava prostato, alzarsi poco a poco, rimanersene ritto sulle ginocchia, stender le braccia e le mani e raggiare di luce la faccia. Dopo essere rimasto lungamente intirizzito e con gli occhi chiusi, lo vedemmo cascare di colpo; come se fosse stato ferito a morte. Poco dopo l’anima sua riprese i sensi. Allora la vergine mi fece chiamare e con voce sommessa mi disse: -sappiate, o padre, che per la misericordia del Signore io porto già nel mio corpo le sue stigmate.”

600 anni dopo, il 6 aprile 1985, l’Arcivescovo di Pisa, Mons. Benvenuto Matteucci, con tutte le autorità cittadine e i suoi fedelissimi e l’Arcivescovo di Siena, Mons. Mario I. Castellano, con un nutrito stuolo di autorità senesi e molti Caterinati, commemorarono con solenne rito, il sesto centenario dell’episodio mistico di Santa Caterina. Fu quello “il divino suggello” per introdursi a svolgere la sua alta missione nella Chiesa. Per lei i Pontefici tornarono a Roma da Avignone con Gregorio XI, mentre Urbano VI suo successore, venne riconosciuto il vero Pontefice eletto contro l’antipapa, Clemente VII.

Caterina da Siena viene canonizzata dal papa senese Pio II, nel 1939 Papa Pio XII Eugenio Pacelli la dichiarerà Patrona d’Italia assieme a San Francesco d’Assisi e, nel 1943, patrona secondaria delle infermiere italiane. Paolo VI la include tra i dottori della Chiesa (4 ottobre 1970).  Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla il 1 ottobre 1999, dieci anni dopo la Sua visita nel santuario cateriniano sul Lungarno di Pisa,  la proclama compatrona del continente europeo, insieme ad Edith Stein e a S. Brigida di Svezia, accanto a S. Benedetto da Norcia e ai fratelli Cirillo e Metodio.

 

 




25 marzo: Capodanno Pisano

25 MARZO, CAPODANNO PISANO IN CATTEDRALE.

Cari Pisani, cari Ospiti,

nel darvi il benvenuto nella chiesa Cattedrale di Pisa – o chiesa Primaziale, in ricordo della primazia che l’arcivescovo di Pisa (appunto il Primate) aveva su Corsica e Sardegna nel Medioevo – vogliamo ricordarvi alcuni semplici concetti che stanno alla base della cerimonia che ci apprestiamo a vivere oggi, 25 marzo.

1. Ricordiamoci che siamo in chiesa ed è pertanto necessario osservare un rispettoso silenzio e limitare al massimo l’inevitabile brusio dovuto alla gran quantità di persone;

2. Il Capodanno Pisano è una festa religiosa che celebra l’Annunciazione alla Vergine Maria e quindi l’Incarnazione di Gesù Cristo. Dal Medioevo i Pisani considerarono così importante questo giorno da elevarlo a inizio del nuovo anno. E noi lo celebriamo, oggi come ieri.

Sono quindi da evitare parole vuote, superficiali e inappropriate come kermesse, manifestazione, folclore, rievocazione, edizione.

Lo stesso dicasi per le altre Feste Pisane, come la Luminara, San Ranieri, il 6 Agosto, ma anche il Gioco del Ponte e le Regate: che siano o meno eventi legati a ricorrenze religiose, sono FESTE del Popolo Pisano. Il concetto di “festa” è molto più ampio e profondo rispetto a quello di “manifestazione”, perché sottende il coinvolgimento di tutti, senza distinzione tra attori e spettatori.

3. Proprio per questo, la partecipazione festosa dei figuranti nei costumi storici rappresentanti le antiche istituzioni alfee, delle associazioni con i loro gonfaloni, dei cittadini pisani e della provincia, che entrano nella Primaziale dopo aver sfilato per le vie di Pisa con bandiere, tamburi e chiarine serve a solennizzare la Festa e a comunicare la gioia e la devozione del Popolo Pisano a Maria Vergine.

Bandiere, tamburi e chiarine sono gli strumenti – parti integranti della Festa – che la tradizione secolare ha tramandato ai Pisani per esprimersi; sono i gesti e la voce di un popolo che dichiara e rinnova annualmente la propria fede: non sono assolutamente vuoto e inutile “folclore” per turisti, che oltretutto in un ambiente sacro come la Cattedrale sarebbe completamente fuori luogo.

La presenza dei figuranti in Duomo quindi è da considerarsi un atto di fede.

Questa è la giusta chiave di lettura che si deve dare di questa Festa, per cui preghiamo le istituzioni, gli organi di stampa, le televisioni e gli altri mezzi d’informazione di tenerne conto usando i termini e le espressioni appropriate.

Vi salutiamo dunque con gioia augurando a Voi e ai Vostri cari pace e prosperità per il nuovo Anno Pisano a.I.D. (ab Incarnatione Domini) e Vi forniamo il testo latino della Salve Regina, l’antifona che viene cantata al termine della cerimonia, invitandovi a partecipare al canto:

Salve  Regina, Mater misericordiae !

vita, dulcedo et spes nostra, salve.

Ad  te  clamamus,  exsules  filii  Evae

ad  te suspiramus, gementes  et  flentes

in  hac  lacrimarum  valle.

Eia  ergo, advocata nostra, illos tuos

misericordes  oculos  ad nos  converte.

Et  Jesum, benedictum  fructum  ventris  tui,

nobis  post  hoc  exsilium  ostende.

O clemens,  o pia,  o dulcis  Virgo  Maria!

25 MARZO: IL CAPODANNO PISANO

Al tempo dell’Impero Romano l’inizio dell’anno coincideva con le calende di marzo, vale a dire con il primo giorno del mese. Quando Quinto Fulvio Nobiliore ebbe la necessità di diventare console, tale data fu anticipata alle calende di gennaio. Fu Giulio Cesare, nel 45 a.C., a codificare questa innovazione, fissando l’inizio dell’anno con il 1° gennaio.

Nel periodo del solstizio d’inverno, che all’epoca era il 25 dicembre, si celebrava invece il riallungarsi delle giornate, il trionfo della luce sul buio. La Chiesa trasformò poi questa festa pagana in festa cristiana, ricordando in quel giorno la nascita di Gesù Cristo.

Caduta Roma nel 476 d.C. e finite le invasioni barbariche, nel Medioevo nacquero le libere Repubbliche e i liberi Comuni. Così molte città italiane elaborarono diverse unità di pesi e misure, coniarono monete proprie, istituirono proprie leggi e tasse e crearono anche propri calendari, tornando in molti casi a far coincidere l’inizio dell’anno con un evento od una festività primaverile.

I Pisani, almeno fin dal X secolo, decisero di far coincidere l’inizio dell’anno con l’Annunciazione a Maria Vergine (e quindi l’Incarnazione di Gesù), ossia 9 mesi prima del 25 dicembre. Si ottenne così l’Anno Pisano ab Incarnatione Domini (o Christi, o Dei), in anticipo sul calendario comune. Il 25 marzo diventò il primo giorno del nuovo anno solare, che si sarebbe poi concluso il 24 marzo successivo. Il primo documento datato in stile pisano (abbreviato “s.p.”) risale al 985.

Data la prossimità con l’equinozio di primavera, il mese di marzo fu scelto da molte altre città e Paesi per sancire l’inizio dell’anno: dall’Inghilterra alla stessa Roma, dalla Francia alla Russia. Come Pisa, anche Siena e Firenze scelsero il giorno 25, calcolando però un anno di ritardo rispetto alla città alfea.

Il calendario pisano restò in vigore per secoli anche nelle terre che ricadevano in qualche modo sotto l’influenza della Repubblica di Pisa: la costa fra Portovenere e Civitavecchia, le isole di Gorgona, Capraia, Elba, Pianosa, Corsica, Sardegna, Baleari, le città di Gaeta, Reggio Calabria, Tropea, Lipari, Trapani, Mazara, Azov (presso la Crimea), Costantinopoli e inoltre in Tunisia, Algeria, Egitto, Palestina e Siria.

Questo calendario durò fino al 20 novembre 1749, giorno in cui il Granduca di Toscana Francesco I di Lorena ordinò che in tutti gli Stati toscani il primo giorno del gennaio seguente avesse inizio l’anno 1750. Quindi lo Stato Pisano, formato grosso modo dalle attuali Province di Pisa e di Livorno, si uniformò all’uso del calendario gregoriano come il resto della Toscana.

Negli anni ’80 del Novecento si tornò a parlare di questa festa alfea ed oggi il Capodanno Pisano è sempre più atteso e festeggiato, con numerose iniziative culturali che precedono e seguono la data del 25 marzo, ed anche conviviali con il tradizionale Cenone di San Romolo del 24 marzo (l’equivalente di San Silvestro…) a base di ricette tipiche pisane nei ristoranti della Città.

Oggi come ieri l’inizio dell’Anno Pisano è scandito da una sorta di orologio solare: a mezzogiorno di ogni 25 marzo un raggio di sole penetra nel Duomo da una finestra rotonda della parete meridionale e colpisce una mensola posta sul pilastro accanto al pergamo di Giovanni Pisano, sul lato opposto. Il nuovo Anno Pisano non comincia sotto i migliori auspici se le nuvole, durante o dopo tale ora, impediscono al sole di entrare in Cattedrale…

La Festa è preceduta da un corteo storico che, composto da rappresentanti dell’antica Repubblica Marinara, delle due Parti divise in Magistrature, di vari gruppi storici, di associazioni ed istituzioni di Pisa e provincia, si snoda per le vie della Città ed entra in Duomo al suono di tamburi e chiarine. Alla Madonna di Sotto gli Organi, immagine veneratissima da secoli, sono offerti ceri, olio votivo e fiori (la Giunchiglia, ossia il narciso, fiore tipico del periodo, simboleggiante il risveglio della Natura dopo i rigori dell’inverno e quindi benaugurante per il nuovo anno). Si tiene quindi una breve cerimonia religiosa che termina alle 12 esatte quando il Sindaco di Pisa proclama il Nuovo Anno Pisano: “A maggior gloria di Dio, e invocando l’intercessione della Beata Vergine Maria e di San Ranieri nostro Patrono, salutiamo l’anno … [uno in più rispetto al calendario comune]”.

La Salve Regina cantata coralmente suggella il momento di preghiera.

La mensola illuminata dal sole è sorretta da un piccolo uovo di marmo. L’uovo, simbolo di vita, di nascita, di una storia senza fine… come quella della nostra amata Pisa.

A cura di www.associazioneamicidipisa.it e www.compagniadicalci.com




17 gennaio: IL DÌ DI SANT’ANTONIO ABATE – Inizio dell’Anno Giocopontesco

17 gennaio: IL DÌ DI SANT’ANTONIO ABATE

È in questa data che nei secoli XVII e XVIII si disputava la Battagliuccia, ossia la battaglia dei giovani, chiamata anche “Battaglia di sant’Antonio”, preludio al Gioco del Ponte (v.) vero e proprio, che era detto anche Battaglia Generale e si svolgeva nel periodo carnevalesco, di solito la domenica di Carnevale o in qualche occasione speciale, come l’arrivo a Pisa o il matrimonio di qualche governante del Granducato di Toscana.

Tale evento è chiamato spesso e da più persone “Battagliaccia”. Ma erroneamente, come risulta dall’Errata Corrige del libro “L’Oplomachia Pisana, ovvero la Battaglia del Ponte di Pisa”, di Camillo Ranier Borghi (1713), a pagina 183.

Una ventina di giovani, dall’una o dall’altra Fazione, salivano sul Ponte Vecchio chiamando il nemico allo scontro; seguiva una fiera mischia, che arrivava a coinvolgere anche duecento e più persone per Parte, perlopiù giovani o comunque gente nuova del Gioco: un rito d’iniziazione alla pugna vera e propria. Tale usanza compare nei documenti all’inizio del ‘600 (cit. Alberto Zampieri).

Non è noto il motivo della scelta di tale giorno per la Battagliuccia. Non sappiamo se sia legato alla ricorrenza di sant’Antonio Abate o più banalmente, come detto, a occasioni speciali tipo compleanni o matrimoni dei regnanti. Fatto sta che si giocò al Ponte più o meno regolarmente in questa data fino a metà del secolo XVIII.

Oggigiorno il 17 gennaio è considerato l’inizio convenzionale dell’Anno Giocopontesco ed è celebrato con una messa nella chiesa di san Michele in Borgo, a cui partecipano gli aderenti del Gioco del Ponte.

 




Il Prof. Antonio Fascetti interverrà sulle poesie del Gioco del Ponte

Venerdì 15 Giugno 2012 ore 17,30
 
presso la sede sociale in Pisa, via Pietro Gori 17 , traversa di Via S. Martino- Quartiere Kinzica
nell’ambito dei “Pomeriggi della Pisanità”:
 
il Prof.  ANTONIO  FASCETTI
presenterà:
 
“Storia e Poesia sul GIOCO DEL PONTE”
 
Introdurrà il Presidente dell’ “Associazione degli Amici di Pisa”: Franco Ferraro
 
La S.V. è gentilmente invitata



Giugno Pisano: gli “Amici di Pisa” terranno aperta San Sisto ogni martedì sera

Nell’ambito delle iniziative culturali del Giugno Pisano, l’Associazione degli Amici di Pisa terrà aperta ogni martedì sera del mese dalle 21 alle 24, la chiesa pisana per antonomasia quella di San Sisto in Corte Vecchia, gioiello del romanico-pisano e custode di capolavori della Pisa Antica Repubblica Marinara. Nella stessa sera saranno poi visitabili altri siti di interesse religioso, architettonico e culturale più legati però al periodo dell’occupazione fiorentina di Pisa: la Chiesa dei Cavalieri di Santo Stefano -per iniziativa dell’Accademia de’ Disuniti- e il Palazzo del Consiglio dei Dodici in piazza dei Cavalieri  -per merito della Compagnia dello StilePisano- già sede del Sacro Militare Ordine di Santo Stefano e ora della Fondazione Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano.

Vi aspettiamo numerosi!




SAPIENZA E DOMUS MAZZINIANA: CONVOCAZIONE DI CONFERENZA STAMPA

                                                                                         Pisa, martedì  5 Giugno 2012  -2013 stilepisano-
 
CONVOCAZIONE DI CONFERENZA STAMPA
 
“Visto il grave problema di sicurezza dell’edificio della Sapienza, vista la necessità di localizzare un nuovo spazio che valorizzi la Biblioteca Universitaria contenente oltre 800mila volumi, vista la crisi di personale addetto che sta attraversando la “Domus Mazziniana” che a poco più di due mesi dall’inaugurazione alla presenza del Capo dello Stato dopo importanti lavori di  ristrutturazione è rimasta chiusa il giorno della Festa della Repubblica, il nostro Sodalizio,
convoca la Stampa ad assistere ai lavori del Consiglio Direttivo che avranno al primo punto dell’ordine del giorno ipotesi e valutazioni in merito.
Certi del Vostro impegno, Vi aspettiamo alle ore 17 di venerdì 8 Giugno nella sede sociale di
via Pietro Gori 17.”
 
 
IL PRESIDENTE
(Dr. FRANCO FERRARO)



Regata ad Amalfi: grazie ragazzi. Via al Giugno Pisano, issate le bandiere!

                                                                   Pisa, domenica 3 Giugno 2012  -2013 stilepisano-
 
COMUNICATO STAMPA
 
REGATE DELLE REPUBBLICHE MARINARE 2012:
GRAZIE RAGAZZI DELLA VOSTRA FORZA AI REMI !

 

“Arrivare terzi ad un soffio dal primo posto, dopo aver dominato per lunghi tratti la Regata, per noi è come se l’Armo Pisano avesse vinto. Un equipaggio giovane il nostro, dovuto al fatto che i “senatori” sono in viaggio verso le Olimpiadi di Londra: la gioventù ai remi ha dimostrato, altre alla forza, di avere la giusta stoffa per fare tesoro di una sconfitta per noi amara. Certo, conta arrivare primi: e l’arrivo nel mucchio suona come una beffa. Gli Amici di Pisa, nel maxischermo dalla loro sede hanno fatto il tifo per l’Armo Rosso: al termine, esaltazione mista a dispiacere e commozione. Alla fine è d’obbligo ringraziare tutti per l’eccezionale gara, il sostegno logistico e tecnico. Non secondo il nostro ringraziamento a chi ha rappresentato Pisa nel corteo storico: bravi. Come sempre. Con la 57ma Regata Storica si apre quindi il Giugno Pisano: cogliamo l’occasione per rinnovare l’appello ai Pisani ad imbandierare i loro balconi e le loro finestre e chi può, rifinisca con fiori bianchi e rossi, i colori di Pisa. Che ha bisogno di indossare il vestire più buono possibile in vista di un mese importante.” 

IL PRESIDENTE
(Dr. FRANCO FERRARO)



Convegno sulla mobilità tram-treno: Pisa ha la mentalità europea?

                                                   Pisa, sabato 2 Giugno 2012  -2013 stilepisano-

                                         COMUNICATO STAMPA
“Convegno sul tram-treno del 24.5 u.s.:
la tecnica c’e’, la volonta’ politica pisana ne regge il confronto ? ”

“Lo scorso 24 maggio al centro Maccarrone a Pisa,  abbiamo avuto il piacere di assistere ad un interessante convegno, patrocinato dalla Provincia di Pisa, dal titolo “Tram-Treno: stato dell’arte e prospettive. Ipotesi di lavoro per l’area vasta Pisa-Lucca-Livorno-Pontedera”. Il convegno è stato organizzato da AMT Toscana (Associazione per gli studi sulla mobilità ed i trasporti in Toscana) e ha trattato il tema del Tram-Treno, un sistema di trasporto pubblico effettuato con veicoli tranviari che percorrono anche i percorsi ferroviari locali (grazie ad accorgimenti tecnologici) per ottenere maggiore flessibilità e convenienza adattando la velocità al tipo di percorso.

 

La prima esperienza europea è del lontano 1992 e lo offre, naturalmente, la Germania a  Karlsruhe; successivamente il modello di trasporto si è sviluppato in tutta Europa. Meno che in Italia: per il momento, abbiamo un unico esempio a Sassari, mentre numerosi sono gli studi di fattibilità. Il fatto che il convegno si sia svolto a Pisa non è casuale, visto che l’area vasta Pisa-Lucca-Pontedera-Livorno sembra essere territorio ideale per l’applicabilità del sistema Tram-Treno. Anzi, sarebbe più giusto parlare di ri-applicabilità, visto che sin dal 1884 e fino al 1960, esisteva una rete ferroviaria-tranviaria assai ben integrata ed una ferrovia (la Pisa-Tirrenia-Livorno – il trammino) che già rappresentava di per sé un Tram-Treno, essendo una ferrovia che con le sue penetrazioni urbane assumeva anche il carattere di tranvia. E produceva efficienza e utili. Da sempre il nostro sodalizio ne reclama la riattivazione con materiale moderno.
Si è trattato di un convegno tecnico (presenti addetti ai lavori e anche rappresentanti dei vari costruttori europei di veicoli tranviari –notevolmente interessati alle prospettive di sviluppo nella nostra area) e utile anche per i non addetti ai lavori, in chiave di sviluppo della nostra città. Le varie idee proposte non sono, in realtà, molto diverse: da Pontedera a Pisa il tram viaggerebbe sulla ferrovia esistente facendo però più fermate, con nuove stazioni e parcheggi limitrofi. La ferrovia Pisa-Marina-Tirrenia-Livorno potrebbe essere ripristinata quasi in toto seguendo il vecchio sedime, collegando le estremità alle ferrovie statali. Non ultimo, nuovi rami tramviari potrebbero collegare a raggiera le ferrovie esistenti con i quartieri a Nord e ad Est della città.
 Sono stati proiettati degli studi sui traffici potenziali, sui costi e sulle rendite. La teoria conferma nella sostanza che se c’è la volontà politica si può migliorare lo stato attuale delle cose; il sempre maggior pendolarismo chiede soluzioni che si affianchino a quelle su gomma. Senza perdere di vista economicità ed efficienza. Gli esempi mostrati sui lavori fatti nelle città europee sono favolosi. Ma siamo sicuri che Pisa sia davvero europea? È anche questa la domanda che ha posto all’uditorio il nostro Consigliere, Fabio Vasarelli. Tutti i tecnici hanno convenuto, rispondendo, che non c’è sufficiente volontà politica di “fare”, ma tanta di “gestire” lo status quo.
 Forse il contemporaneo, infuocato consiglio comunale sulla questione Ikea, ha fatto si che delle Istituzioni Pisane al convegno in oggetto, non c’era nessuno: se non l’assessore provinciale ospitante (Sanavio) e il sindaco Marco Buselli venuto fin da Volterra ed assai interessato a come ri-ammodernare la tratta Cecina-Saline-Volterra; proprio come i Pisani di città.”

IL PRESIDENTE
(Dr. FRANCO FERRARO)




Il Prof. Antonio Maria Fascetti su…”Il Fogliaccio”

Il socio cofondatore del nostro Sodalizio, Prof. Antonio Maria Fascetti, intervistato su “Il Fogliaccio”. Il curioso profilo descritto secondo il punto di vista di Antonio Gimigliano. Buona lettura!

 




“L’Angolo di Rustichello da Pisa”: gli “Amici” sul sito dell’AC Pisa 1909

 

Rubrica di Pisanità, nasce “l’angolo di  Rustichello da Pisa” direttamente sul sito internet dell’ A.C. Pisa 1909 all’indirizzo www.acpisa1909.it/news
Grazie alla brillante idea avuta da Riccardo Silvestri, addetto stampa dell’A.C. Pisa 1909 e subito raccolta dall’Associazione degli Amici di Pisa, inizia così una bella avventura in formato “elettronico”: parlare brevemente e semplicemente di Pisa e di Pisanità. E chi poteva farlo per Voi se non il primo dei giornalisti Pisani? In senso storico, aggiungiamo. Lo farà, Rustichello da Pisa dando così al personaggio storico quella giusta luce che merita, come gli argomenti che tratterà. Non sarà solo uno pseudonimo alla nostra rubrica, Rustichello, ma un vero narratore di storie: e non gli è difficile. E’ quello che del resto ha sempre fatto di mestiere. Non bisogna cercar tanto per trovare una data di nascita e di morte per Rustichello da Pisa: non c’è. Perché al momento non c’è una documentazione storica affidabile e certa. Rustichello però è la punta di diamante degli scrittori italiani che scrivono e leggono in lingua francese e Pisa è una città impero, le corti in transito passano, si fermano, apprendono e sviluppano commerci e cultura. Si scrivono romanzi d’avventura di gesta eroica di cavalieri e d’amori che gira intorno alla moda della prosa arturiana del genere cavalleresco. Affascinante, certo, un disegno letterario che si snoda tra tornei a cavalli, maschere di ferro e un po’ di retorica medievale. Un genere che 300 anni dopo farà la fortuna di Ludovico Ariosto con l’Orlando Furioso. Rustichello non è un pisano qualsiasi, anche se era molto facile trovare nella metà del Duecento un pisano a giro per il mondo a strapazzassi, contraddicendo de facto la trivialità sulle qualità opposte dato ai Pisani ottocenteschi da tale Renato Fucini. Il nostro Rustichello è un valoroso, frequenta la corte inglese dove lavora su commissione del re Edoardo I alla stesura di romanzi di Re Artù tra il 1270 e il 1274, dando a Pisa indubbio prestigio nella ricezione e nella diffusione in francese ed in volgare dei romanzi del genere di Tristano. Proprio in questi frangenti riesce a mettere insieme un romanzo in lingua francese, dal titolo “Roman de Tristan”, la cui versione più vecchia a noi giunta e piuttosto sicura nella riconducibilità a Rustichello da Pisa -con aggiunte varie- è conservata  alla Biblioteca Nazionale di Parigi con il titolo di Manoscritto Francese del 1463, ovvero il “Romanzo arturiano di Rustichello da Pisa”. La vita si sa, quando meno te lo aspetti ha delle strane inversioni ad U e il nostro Rustichello si ritrova nelle carceri genovesi all’indomani della Battaglia della Meloria persa malamente dalla Repubblica Pisana nel 1284 contro la flotta dell’Ammiraglio Doria, genovese. A far compagnia al nostro povero Rustichello c’è un mercante veneziano che dice d’aver fatto quasi il giro del mondo andando in Cina: si chiama Marco Polo anch’egli prigioniero di guerra dei genovesi in seguito alla battaglia di Curzola, persa dalla Serenissima. Il racconto è così affascinante che Rustichello ottiene il permesso di scriverne le gesta, in lingua d’oil, nascerà “le divisament dou monde” (la descrizione del mondo) ovvero:“Il Milione”. Dicevamo all’inizio che le fonti storiche di Rustichello sono avare. Infatti qui si fermano. Questa piccola rubrica, scritta con molta modestia, porterà il “suo” nome: a maggior gloria di Rustichello da Pisa!

L’Associazione degli Amici di Pisa