L’espansione della Repubblica pisana




La nascita degli “Amici di Pisa” e i ricordi di Antonio Fascetti

Nel 1953 un gruppo di amici con in testa il maestro Alfredo Marcelli, e composto da Renzo Paolicchi, Antonio Fascetti, Giovanni Berti Mantellassi, Sergio Bindi, tutti appassionati e studiosi di storia pisana, iniziò a riunirsi saltuariamente, presso il bar situato all’angolo di piazza Solferino, per discutere su argomenti di carattere strettamente storico-culturale riguardanti il Gioco del Ponte, segnatamente per la Parte di Tramontana.

Durante questi incontri, al maestro Marcelli nacque l’idea di fondare una vera e propria associazione che portasse avanti gli interessi della città su due principali aspetti: quello storico-culturale ed artistico e quello rivolto all’urbanistica e ai vari problemi pratici di Pisa e dei pisani.

Intanto, mentre discutevano sull’opportunità e sulla disponibilità di ognuno a far nascere e far crescere una tale associazione, gli stessi non mancarono di intervenire e presenziare ai vari dibattiti e conferenze sui temi cittadini che, appunto negli anni dal 1953 al 1958, cioè gli anni del dopo guerra, venivano organizzati sia dall’Università, sia dalle Amministrazioni locali, sia dalle associazioni culturali più o meno conosciute, sui più disparati ed importanti temi, quali la viabilità cittadina, la ricostruzione del ponte Solferino bombardato nel ’43, il recupero dei molti edifici storici della città, e moltissimi altri temi che alimentarono nel gruppo di amici pisani l’entusiasmo e l’interesse verso la costituzione di un sodalizio tutto loro, ma naturalmente aperto a chiunque avesse volontà e piacere di parteciparvi.

Così già nel 1958, le riunioni si intensificarono e ai cinque promotori si aggiunsero altre persone. Discussero molti mesi su come far nascere questa associazione e sugli scopi che avrebbe dovuto avere, fino ad arrivare a stendere una prima bozza di statuto, studiata bene dai cinque amici, fra i quali non mancava un avvocato, pensando anche ad una adeguata sede per le riunioni ufficiali e per dare a tutti i cittadini un punto di riferimento dove poter trovare persone disponibili ad ascoltare suggerimenti e segnalazioni di ogni tipo.

Trascorso quindi tutto il 1958 ad affrontare tali preparativi, il gruppo di amici, ormai consolidato, dette ufficialmente vita, il 10 gennaio 1959, all’

 “ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI DI PISA”

con un proprio statuto ed un logo che da allora è sempre rimasto lo stesso per cinquant’anni, a conferma della validità dell’idea avuta dai suoi fondatori e della loro costanza nell’impegno profuso nell’attività del sodalizio, tanto da lasciare ai successori una carica non indifferente a continuare sulla stessa strada per il bene di Pisa, dei pisani e non ultimo dei turisti.

Ben presto fu trovata in affitto una sede nel pieno centro storico della città, in Borgo Stretto n. 10, accanto alla chiesa di San Michele in Borgo, dove i fondatori e gli altri soci si riunivano con cadenza periodica, ma dove il presidente Marcelli prima ed il suo successore poi, Renzo Paolicchi, trascorrevano tutti i giorni molte ore alla macchina da scrivere Olivetti o al telefono per affrontare e studiare i molti problemi che emergevano quotidianamente.

Fra le prime manifestazioni ideate e portate avanti dalla neonata Associazione, vi fu il festeggiamento del 6 di Agosto, data memorabile per la città, che vide proprio nel 1959 la prima solenne cerimonia annunciata con un grande manifesto pubblico, rivolto ai “Concittadini d’elezione! Pisani!”, a firma del presidente M° Alfredo Marcelli, manifesto di recente recuperato nell’archivio dell’associazione ed affisso, come doveroso per la sua migliore conservazione, nell’attuale sede di via Pietro Gori.

 Il M° Marcelli, purtroppo, dopo solo quattro anni dalla fondazione del sodalizio, lasciò la vita terrena e la guida dell’Associazione passò, come abbiamo detto, al cavaliere Renzo Paolicchi, il quale col medesimo impegno del suo precedessore e forse più, se non altro per la sua più giovane età, dal 1963 portò avanti un’intensa e faticosa attività sui due fronti stabiliti sin dalla costituzione, quello storico-artistico-culturale e quello urbanistico e pratico, fino agli inizi degli anni 2000, quando ormai troppo anziano per potersi recare in sede e per potersi mettere alla macchina da scrivere, lasciò le redini dell’associazione all’attuale presidente Franco Ferraro.

L’Associazione conta oggi oltre duecento iscritti di tutte le età e di tutte le fasce sociali. Il suo archivio raccoglie oltre 50.000 documenti a partire dal 1953 ed ha una biblioteca, aperta al pubblico per la consultazione, che raccoglie circa mille volumi di storia, arte, tradizione e cultura pisane, attualmente in fase di catalogazione.

Continua come e più di prima ad affrontare battaglie per una sempre migliore vivibilità della città e ad organizzare manifestazioni culturali e rievocative, perché sia sempre viva la storia di Pisa e dei suoi importanti personaggi storici.

Carlo De Santis

La fondazione dell’ Associazione degli “Amici di Pisa”

nei ricordi dell’ultimo dei soci fondatori, il maestro Antonio Fascetti

 

         “Oggi si lamenta giustamente il degrado della città, si notano strade con dislivelli e buche ed un degrado generalizzato. Ma tutto ciò è niente se si ricorda in quali condizioni si trovava la città tra il 1943 ed il 1953 a causa dei 59 bombardamenti aerei e le conseguenti due alluvioni dell’Arno del novembre 1944 e del 1949 …

         Si sentì presto il bisogno di un’associazione di cittadini che consentisse un coordinamento di idee, poiché fu chiaro che c’era molta confusione nella programmazione dei lavori di ripristino …

         Alfredo Marcelli, uomo integerrimo e severo educatore, Renzo Paolicchi, appassionato di Pisa fino all’amore fanatico ed il sottoscritto Antonio M. Fascetti, di loro più giovane ma desideroso di vedere risorgere dalle rovine l’amata Pisa, si ritrovarono con altri amici nel 1952 in un bar ancora esistente alla testata del Ponte Solferino, dal lato di Tramontana, per progettare un’associazione di cittadini di buona volontà.

         …Ricordo come ci si aggirasse ancora tra case sventrate, per vie scarsamente illuminate dai lampioni rimasti ancora in piedi, tra tanta gente misera alloggiata alla meglio … Poche macchine in giro, non c’era davvero il problema dei parcheggi come oggi; chi poteva comprava la Vespa che era già un bel lusso!

         …Si formò altresì la Deputazione di Tramontana, come associazione parallela che attirasse soci in direzione dell’Associazione degli Amici di Pisa per il Gioco del Ponte. In quest’ultima, notevole fu l’apporto dell’avvocato Berti Mantellassi, dell’avvocato Braccini e del Conte Bruschetto Camici-Roncioni.

         …Finalmente, il 10 gennaio del 1959, con scrittura privata redatta presso lo studio dell’avvocato G. Berti Mantellassi, si formalizzò la costituzione dell’Associazione degli Amici di Pisa, con l’indicazione delle prime cariche:

Presidente: Prof. Alfredo Marcelli;

Vicepresidente: Cav. Renzo Paolicchi;

Segretario: Prof. Antonio Fascetti;

Cassiere: Sergio Bindi

Iniziò così l’avventura degli Amici di Pisa, che fa ormai parte a pieno titolo della Storia Contemporanea Pisana …

 

Note biografiche:

L’impegno del Prof. Antonio Fascetti si distinse per conto dell’Associazione Amici di Pisa per l’impegno verso l’On. Giovanni Gronchi Presidente della Repubblica teso a bloccare la progettazione della ferrovia Pontedera-Collesalvetti-Livorno che avrebbe escluso il nodo ferroviario di Pisa. Nel 1966 il Prof. Antonio Fascetti, su incarico del Cav. Renzo Paolicchi, Presidente degli Amici di Pisa, contrastò (riuscendovi in parte) il progetto modernista di ricostruzione del Ponte Solferino crollato a seguito dell’alluvione del 4 novembre dello stesso anno. Secondo le Autorità ed i progettisti, il nuovo Ponte doveva essere a due arcate con un unico pilone centrale, mentre gli Amici di Pisa reputavano congruo ricostruirlo tal quale a quello crollato. Il Ponte Solferino, nonostante fosse disponibile da Roma il finanziamento per ricostruirlo conforme all’originale, causa l’ondata modernista dell’epoca venne purtroppo ricostruito nell’attuale stile autostradale con tre arcate a due pigne-piloni. Il Fascetti ha tenuto numerose conferenze su argomenti d’arte pisana e toscana, e di storia. Oltre alla scoperta della Tomba del Principe Etrusco, egli ha lavorato alla riscoperta della figura di Filippo Mazzei, alla rivalutazione di quella del musicista Antonio Maria Clari producendone un medaglione commemorativo,  all’ intitolazione della strada a  Filippo Buonarroti tramite il sindaco di Pisa di allora, Fausta Giani Cecchini, alla riscoperta di Ottavio Piccolomini condottiero militare nato a Pisa da famiglia senese, generale dell’Impero nella Guerra dei Trent’anni svoltasi nel XVII secolo. Il Prof. Fascetti ha anche rilanciato la figura di Cristoforo Colombo, presente a Pisa quando era giovinetto e ritratto in una tarsia del Duomo, ed ha scoperto che il terzo grande poeta italiano, Fazio degli Uberti, è nato a Pisa e non a Firenze e su questo ha pubblicato un volume. Ha fondato, con il figlio Ranieri, l’Associazione Culturale “Ippolito Rosellini”. Personaggio eclettico, studioso di cose alfee, scultore, artista, il Prof. Fascetti ha contribuito all’istituzione della cerimonia de “Lo Die di Santo Sisto”, che si tiene ancor oggi ogni 6 agosto – data memorabile nella Storia Pisana – nella chiesa di San Sisto in Corte Vecchia, insieme al Prof. Alfredo Marcelli e al Cav. Renzo Paolicchi, eseguendo il reliquiario in bronzo di San Sisto II Papa e Martire, Patrono di Pisa dal 1284 dopo San Torpè e prima di San Ranieri. Ha eseguito nel 1970 restauri in San martino nonché la statua di Santa Bona. Ha restaurato l’Eremo di Rupecava. Particolare e salvifico fu l’intervento che il Prof. Fascetti fece in favore del Monastero delle Benedettine in Lungarno Sonnino: lo storico complesso avrebbe dovuto lasciare il posto a uno squallido edificio di sette piani! Avuti i piani di demolizione dall’ Ing. Nencini autore del progetto, il Fascetti riuscì a creare un clima di sdegno affinché lo scempio non fosse compiuto. E così l’ex Monastero fu ceduto alla Cassa di Risparmio di Pisa che ne fece un proprio centro congressi e sede operativa. Oggi è in proprietà a privati.