Beato Domenico Vernagalli

Beato Domenico Vernagalli

Domenico nacque da Ranieri Vernagalli, quattro volte console di Pisa tra il 1154 e il 1178, capostipite di un ramo dei Casalei di Pisa, abitante in Foriporta, nella cappella di San Jacopo di Mercato, chiesa i cui resti si conservano nel muro del palazzo all’angolo tra via Rigattieri e via San Jacopino. Anche uno dei fratelli di Domenico, Filippo, fu console negli anni 1188 e 1192-1193 e console fu pure, nel 1211, il figlio del beato Domenico, Robertino, detto per lo stato sacerdotale assunto dal padre, Presbiteri, che noi potremmo tradurre ‘del prete’. Domenico dunque si era dapprima formato una famiglia ma, rimasto verosimilmente vedovo, si fece in seguito prete ed entrò in qualità di converso nel vicino monastero camaldolese di San Michele in Borgo, ove è attestato come prete e cappellano negli anni 1199 e 1203. Gli elementi fondamentali della sua vita derivano dall’epigrafe apposta sulla sua tomba nella chiesa di San Michele in Borgo, che indica la data della morte, 20 aprile 1218, e lo definisce sacerdote sottoposto al monastero e fondatore di un ospedale dei Trovatelli. La figura di Domenico ci appare quindi caratterizzata dall’assistenza agli orfani, specchio di quella nuova sensibilità verso i deboli, i miseri e i malati, che appunto si estrinsecava nella fondazione di enti assistenziali.

Alla sua morte, il beato Domenico Vernagalli fu deposto in un sarcofago a cassa rettangolare della fine del III secolo (ora conservato nel Campo Santo di Pisa), ove rimase fino al 1920. Il suo scheletro, ricomposto e avviluppato in paramenti sacri riposa, dopo la ricognizione e lo studio dei suoi resti da parte di Francesco Mallegni, in un’urna in legno e cristallo sotto l’altare maggiore della chiesa di San Michele in Borgo.

Culto:

Il culto, attestato fin dal XIII secolo, fu approvato da Pio IX il 17 agosto 1854. Attualmente la festa è celebrata il 20 Marzo.

Parziale del verbale di studio delle ossa del Beato Vernagalli da parte del Prof. Francesco Mallegni:

Dallo studio delle ossa si stima che la morte sia avvenuta attorno ai 35-40 anni. Reperti ossei completi conservati in un’urna di legno e cristallo sotto l’altare maggiore della chiesa di S. Michele in Borgo a Pisa. Cranio rotondeggiante di forme armoniche con capacità cranica di 1530 cc. Tipologia cranio-facciale da etnia alpinoide, Faccia larga, naso alto e largo con ponte nasale protrudente. Scheletro postcraniale assai robusto evidenziato da: omeri con doccia bicipitale molto profonda e tuberosità deltoidea grande e rugosa; l’omero destro è più appiattito, segno di un maggior impiego funzionale. Femore Sinistro con inserzioni muscolari più evidenti. Conduceva una vita ascetica con consumo prevalente di prodotti caseari. Apporto poverissimo di vegetali e proteine. Sicuramente praticava frequentemente sia il digiuno che l’astinenza.

Bibliografia:

  1. Zaccagnini – F.Mallegni, Il Beato Domenico da Pisa, converso del monastero di San Michele in Borgo. Indagine storica e antropologica, Pisa, ETS, 1996 (Piccola Biblioteca Gisem, 12); M.L. Ceccarelli Lemut, Intorno al monastero: il vescovo Pietro, l’abate Eginone, il prete Domenico Vernagalli, in San Michele in Borgo. Mille anni di storia, a cura di M.L. Ceccarelli Lemut – Gabriella Garzella, Pisa, pacini, 2016, pp. 55-62.

 

Beato Vernagalli