Chi non si oppone è complice

Chi non si oppone è complice

Pisa, 11/6/2024 (2025 s.p.)

Il recente rifiuto di Toscana Aeroporti di presentarsi di fronte alla Seconda Commissione Controllo e Garanzia del Comune di Pisa è solo l’ennesimo episodio che dimostra chiaramente l’assoluta mancanza di rispetto di quella Società nei confronti della Città di Pisa, atteggiamento che denunciammo sulle colonne del Tirreno già nel dicembre 2020.

All’ordine del giorno era previsto un confronto su “Progetto nuovo terminal aeroportuale” e “Masterplan Toscana Aeroporti”, su istanze presentate dal Consigliere Francesco Auletta.

Non si tratta qui di discutere i numeri dei sedicenti “record” di traffico del Galilei, mai peraltro confrontati con quelli a livello nazionale che dimostrerebbero invece la sostanziale stagnazione del nostro scalo rispetto alla realtà italiana.

Qui si tratta di un comportamento inequivocabile: non si vuole dire niente alla città rispetto alla realizzazione del Terminal e del Masterplan in generale.

Perché? Forse perché ad oggi i “lavori di ampliamento”, benedetti dalla politica regionale con un paio di inaugurazioni, sono rappresentati solo da demolizioni di edifici, ma a parte questo i lavori languono con tanto di erbette cresciute nel cantiere deserto?

Cosa fa la politica pisana di fronte a questo ennesimo sfregio?

Delle responsabilità politiche della privatizzazione del Galilei sono note date e nomi, chi ha aderito e chi non si è opposto.

Queste persone che hanno cercato i nostri voti, dove sono ora che abbiamo bisogno di una loro dura presa di posizione? Dove sono, ora che si deve far sapere alla Regione e anche in Parlamento che a Pisa esiste una zona franca dove le autorità cittadine non possono ottenere dati, nemmeno per valutare le ricadute sulla salute pubblica, ad esempio?

I “difensori della Costa”, quelli che erano “sempre al nostro fianco”, non hanno nulla da dire alla Società Toscana Aeroporti?

I media, pronti ad amplificare acriticamente i comunicati stampa, i “record”, i “boom” e le “inaugurazioni”, potrebbero iniziare a fare un po’ di giornalismo di inchiesta, chiedendosi se è tutto oro quel che luccica, o preferiscono tirare a campare?

E quei cittadini che criticarono, perché di colore opposto, quei pochi consiglieri comunali che fecero un sopralluogo l’estate scorsa, sono d’accordo nell’essere insultati a questo modo? Speriamo di sì perché se lo meritano.

I lavoratori aeroportuali, ad alcuni dei quali scadrà il contratto parasociale a gennaio 2025 (state a vedere…), sono d’accordo con il silenzio di buona parte dei loro sindacati, o intendono mettere per tempo i loro rappresentanti di fronte alle loro responsabilità ed ai loro doveri?

I restanti cittadini, vorranno debitamente prendere nota dei nomi dei politici che non si sono opposti né si oppongono a tutto questo, e ricordarsene finalmente alle urne nelle prossime elezioni Amministrative e Regionali?

O a tutti interessa di più un piatto di lenticchie (avvelenate) che il benessere della propria città, della provincia e della costa?

IL PRESIDENTE

Dott. Franco Ferraro

Sottoscrivono il presente documento anche:

C.P.A.T.A. (Comitato Piccoli Azionisti di Toscana Aeroporti)

Compagnia di Calci

Associazione Ponte di Mezzo

Associazione Madre Terra Nostra




Aeroporto

Le attività dell’ “Associazione degli Amici di Pisa” non potevano, negli anni, non tener conto delle potenzialità geografiche dell’allora campo d’aviazione di San Giusto. Lì già nel 1911 i fratelli Ugo e Guido Antoni impiantarono una fiorente attività aeroportuale i cui primi vagiti risalgono a due anni prima. Proprio per questo concetto, sotto la presidenza del Maestro Alfredo Marcelli, venne presa l’iniziativa di sensibilizzare l’opinione pubblica per acquistare i terreni necessari alla costruzione dell’aerostazione civile. Correva il luglio 1962: da quel momento in poi gli “Amici di Pisa” avrebbero sempre fatto scudo e rilancio al bene pubblico pisano che stava sorgendo, l’Aeroporto Toscano Internazionale “Galileo Galilei”. Naturalmente i mezzi per farlo erano in linea con i tempi. Eccone due esempi del 1962:

ManifestoManifesto

Grazie anche a questi interventi, il Consorzio Aerostazione Civile di Pisa nel 1966 poté espandere le proprie attività commerciali nella nuova Aerostazione costruita a margine  dell’attività militare che già si stava distinguendo -come 46° Stormo prima, come 46ma Brigata Aerea poi- come eccellenza dell’Aeronautica Militare Italiana. Questi successi non potevano però non attirare malevole attenzioni. Dal libro “L’Associazione degli Amici di Pisa. Cinquant’anni di storia della città” di Alberto Zampieri e Carlo De Santis, Pacini Editore, Pisa, 2008” si legge al riguardo: “nel 1974 gli Amici di Pisa fecero affiggere in città un grande manifesto nel quale si richiedeva che l’Aeroporto di San Giusto venisse chiamato “Galileo Galilei”. Questa richiesta non scaturì da una bizzarra idea dell’Associazione, ma da una necessità di contrapporsi alla proposta di un disegno di legge che in quell’anno venne presentato per mutare la denominazione dell’aeroporto pisano in aeroporto di “Firenze-San Giusto”. Il manifesto, facendo riferimento alla giusta decisione di non far costruire un secondo aeroporto internazionale in Toscana, cioè a Firenze, in quanto lo scalo pisano rappresenta “il naturale scalo aereo anche di Firenze”, sosteneva che il nostro aeroporto dovesse essere dedicato a quell’uomo toscano che “aprì le vie dei cieli: Galileo Galilei.” Questa è una delle battaglie vinte dagli Amici di Pisa: l’Aeroporto Pisano dal 1974 si chiama infatti Aeroporto Internazionale Galileo Galilei.”

LocandinaLocandina "Il Tirreno"

Vinta una battaglia gli “Amici di Pisa” restano sempre in campana. Dallo stesso libro si legge a pagina 106-107: “nel 1979 infine l’Associazione rivolse molta attenzione al problema dell’isolamento dell’aviostazione, sostenendo “l’urgenza di potenziarla, se si vuole che davvero divenga l’aeroporto della Toscana”. Dopo vari anni di polemiche sulla costruzione di un nuovo aeroporto a Firenze, infatti, poi non realizzato (al tempo…) e sul “fantomatico e fantasioso treno-dogana che in quaranta minuti ci avrebbe portato non si sa come da Firenze all’aerostazione di Pisa”, gli Amici di Pisa invocarono che era l’ora di potenziare l’aeroporto Galilei, utilizzando gli  “otto miliardi, se non andiamo errati, già stanziati per il costruendo aeroporto toscano” per toglierlo dall’isolamento “in cui ci sembra stia finendo” e trovare quindi i fondi anche per la “Superstrada per Firenze nel tratto pisano che ci sembra ancora allo stato di progetto”. Furono fatti quindi molti interventi su questo argomento, a sostegno del potenziamento dell’aeroporto pisano, destinato, per forza di cose, a diventare lo scalo internazionale della Toscana, avendone di fatto tutte le prerogative. Fu messa anche in risalto l’urgenza dei provvedimenti necessari, sia per sopperire alle esigenze dell’utenza, sia perché “è in queste generali condizioni di stasi che Firenze fa valere i suoi diritti e le sue ragioni”. Gli interventi continuarono anche negli anni successivi….quando, agli inizi degli anni ’80, la stampa locale arrivò a scrivere “difendere il Galilei con le unghie e con i denti”, dopo che “a Firenze si è riaccesa con vigore la fiamma del nuovo aeroporto. Non era dunque pretestuosa l’invocazione degli Amici di Pisa di “fare presto, di non perdere tempo”. Gli anni passano, a pagina 121 si legge: “agli inizi degli anni ’80 l’Associazione tornò con fermezza sui problemi dell’aeroporto pisano, innanzitutto con una presa di posizione a favore del raccordo aeroporto-stazione che veniva ritenuto “indispensabile allo sviluppo del Galilei e per completare i collegamenti con il resto della regione. Facendo voti che l’opera di potenziamento dello scalo pisano prosegua con estrema decisione, soprattutto per quanto riguarda il raccordo ferroviario il quale, oltre a corredare l’aeroporto di uno svincolo di moderna concezione, viene a completare i collegamenti con il resto della regione”, gli Amici di Pisa elogiarono il presidente della SAT -che nel 1978 sostituì il Consorzio Aerostazione Civile di Pisa- il quale, in modo veramente encomiabile, assolve il compito che gli è stato affidato, superando i limiti dei propri doveri per il bene della comunità cittadina e regionale”. Il problema dei collegamenti con l’aeroporto veniva oltremodo visto nell’ottica dell’inquadramento dello scalo pisano come aeroporto regionale e quindi di agevolare Firenze, “la quale se deve rinunciare ad un suo aeroporto a breve distanza dall’agglomerato urbano, ha anche pieno diritto che l’aeroporto regionale di Pisa sia raggiungibile, con facilità e celerità, sia a mezzo strada sia a mezzo ferrovia.”. Dunque il fantomatico e fantasioso treno che solo qualche anno prima sembrava un’utopia, venne caldamente richiesto nei primi anni di questo decennio, nel quadro di completamento del potenziamento dell’aeroporto Galilei. In questi anni come abbiamo detto si riaccese a Firenze la voglia di un aeroporto di primo livello e a Pisa si riaccesero le preoccupazioni, tanto che l’Associazione non esitò a riprendere la battaglia: fu organizzata ben presto una conferenza stampa sull’argomento, alla quale furono invitate tutte la autorità interessate ed aperta alla cittadinanza, “non per sostituirsi a nessuno, né alle autorità, né agli organi preposti al governo della città, ma perché il lavoro dell’Associazione “si concretizza nell’azione di pressione e di stimolo verso tali autorità, affinché queste, sollecitate dall’opinione pubblica, anche con la critica quando è necessaria, possano più facilmente e rapidamente raggiungere gli obiettivi che tutti ci prefiggiamo per il bene comune”. Così il dibattito fu condotto da Mauro Del Corso, segretario dell’Associazione ed incaricato di seguire il problema aeroportuale il quale, citando non pochi documenti e le posizioni di molte personalità politiche che sin dai primi anni ’60 avevano espresso i loro autorevoli pareri a favore del potenziamento del Galilei, illustrò le motivazioni dell’impossibilità di un altro aeroporto internazionale nella regione e l’incongruenza dei “radicali mutamenti” di opinione degli organi regionali. Tra la documentazione citata, vi era una dichiarazione di potenziamento dello scalo pisano sottoscritta da illustri nomi quali lo scultore Henry Moore, gli scrittori Ginsburg, Moravia, Bassani, Pratolini ed il resoconto di un convegno dei controllori di volo, tenutosi a Lucca, nel quale si evidenziava che “lo spazio aereo non è sufficiente per due aeroporti di primo livello, quale anche Firenze vuole diventare”. Ancora gli Amici di Pisa protagonisti per impedire lo spreco di denaro pubblico e per tutelare l’aeroporto Galilei a pagina 175-176 del libro sopracitato si legge: “..tornò sul tavolo del Presidente Paolicchi e dei consiglieri dell’Associazione anche il tema scottante del tentativo di sminuire  l’importanza dell’aeroporto Galilei a favore di quello fiorentino. Dopo un primo tentativo di potenziare lo scalo pisano, attuato dall’allora amministratore delegato della SAT Ezio Corucci al quale gli Amici di Pisa concessero la qualifica di socio onorario dell’Associazione, nel 1991 Paolicchi non esitò ad intervenire pubblicamente per esprimere la preoccupazione dei pisani per lo sviluppo concorrenziale recentemente raggiunto da Peretola a seguito della scelta di una compagnia aerea nazionale di concentrare quasi tutti i suoi voli sull’aeroporto fiorentino e qualcuno su quello di Verona, tralasciando gli altri scali toscani. Corucci rispose con attenzione, illustrando la situazione del Galilei e sottolineando che la SAT non reputa neppure minimamente finito l’aeroporto pisano, bensì si sta attivando per un suo maggiore potenziamento. Forni assicurazioni in merito rilanciando il tema di un’unica società di gestione dello scalo pisano e ringraziò tutti coloro in primis gli Amici di Pisa che hanno aiutato e aiuteranno il Galilei. Nel settembre 1994 alla SAT subentrò il nuovo amministratore delegato, Ing. Pier Giorgio Ballini (recentemente scomparso). Egli confermò l’impegno della società di mantenere alto il livello qualitativo dell’aeroporto e di attuare più competitività anche nei riguardi dell’aeroporto di Peretola, pur senza farne una lotta di campanili. Il nuovo amministratore promise una grossa campagna di marketing, più voli nazionali ed internazionali e di divenire il terzo scalo intercontinentale d’Italia per il traffico merci, fare la guerra a Bologna per accaparrarsi più voli charter. Un anno dopo gli Amici di Pisa dovettero tornare sulla questione aeroporto, allorché arrivò la notizia della cancellazione del volo per Parigi a favore di Firenze. Il dibattito coinvolse ovviamente altre forze cittadine, politiche in primo luogo, e le preoccupazioni per la sorte del Galilei fu grande. Ancora una volta l’Associazione evidenziò l’importanza per la città dello scalo aereo per ciò che rappresenta per i tanti posti di lavoro ad esso legati e non solo per Pisa ma per tutta la regione, in quanto il Galilei è prezioso per l’intera Italia centrale, per la sua felicissima posizione geografica ed è il fiore all’occhiello della Toscana. L’Ing. Ballini cominciò ad attuare una politica di sviluppo del Galilei, politica portata avanti dalla sua erede naturale e già suo braccio destro: la dottoressa Gina Giani. Lo sviluppo è stato di notevole entità ma ancora oggi troviamo tentativi di scippo che in qualche modo gettano ombre sul futuro che non possono essere che di ulteriore crescita e di ulteriore prestigio.” In tempi relativamente recenti con la Presidenza della professoressa Olga Carla Sbrana nel 2003, gli Amici di Pisa furono costretti ad intervenire pubblicamente sul tema aeroportuale. A pagina 197 del citato libro del 50mo dell’Associazione si legge che: “ …. riguardava il ruolo dell’Aeroporto Galilei in virtù di continui tentativi di ridurlo a ruolo subalterno  in Toscana al Vespucci di Firenze. A tal proposito gli Amici divisero l’intervento in due parti: una per esprimere plauso alle notizie positive riguardanti lo scalo pisano che ad ulteriore dimostrazione delle proprie eccellenti caratteristiche tecniche ed infrastrutturali è stato incluso nella ristrettissima élite (5 in totale) formata da quegli aeroporti italiani in grado di accogliere l’aeroplano un particolare modello di Antonov, più grande del mondo, ma anche per l’aspetto forse ancora più importante, la crescita del Galilei in termini di passeggeri e dunque di fatturato che fece registrare i livelli più elevati sul piano nazionale che già nel 2001, nell’annus horribilis del trasporto aereo in conseguenza dei fatti dell’11 settembre, era aumentata a fronte di un decremento nazionale del 2,4%. L’altra per evidenziare, al contrario, gli aspetti negativi che gravavano sull’aeroporto Galilei a cominciare dalla minacciata cancellazione del Codice unico inteso come possibilità per l’operatore turistico di visualizzare nella medesima videata tratte ed orari di entrambi gli scali toscani. Quale ragione –si chiesero gli Amici di Pisa- di un eclatante successo se non nelle scelte aziendali strategicamente corrette? E quindi –chiesero ancora- con questo atto si intende forse arrecare un danno al Galilei colpendolo proprio nel suo posizionamento strategico?. Dichiararono infine che questa Associazione s’impegna nei confronti della città a seguire costantemente ed a tenere vivo l’argomento nonché quanto prima ad organizzare un incontro-dibattito con gli addetti ai lavori e la cittadinanza.”. L’argomento aeroportuale segna poi numerosi e significativi interventi in difesa della prosperità del nostro aeroporto, bene di Pisa e della Toscana. Rimandiamo alla cronologia dei nostri comunicati stampa.

Il Tirreno