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Pisa, mercoledì 2 Aprile 2014 -2015 in stile pisano
CONVOCAZIONE DI CONFERENZA STAMPA A LIVORNO
“NUOVO SCANDALO ITALIANO NELLA TUTELA DEI BENI CULTURALI”
ANTICA TORRE DEL MAGNALE DI PORTO PISANO: COSA E’ SUCCESSO?
I RESPONSABILI DIANO RISPOSTE !
LO SCRITTORE SERGIO COSTANZO E GLI “AMICI DI PISA” GRIDANO ALLO SCEMPIO !
“Ci giunge tardiva notizia -da smentire o confermare- che i resti dell’antica Torre del Magnale che componeva la Triturrita di Porto Pisano, adiacente l’attuale Livorno, sarebbero stati dispersi o peggio distrutti con il martello pneumatico, nei mesi scorsi tra il silenzio generale. Consci del fatto che la Storia sia patrimonio di tutti, dei Pisani come dei Livornesi, il nostro Sodalizio ha convocato per
VENERDI’ 4 APRILE ALLE ORE 10.30
AI PIEDI DEL MONUMENTO DEI “QUATTRO MORI”
per denunciare all’opinione pubblica tutta, questa gravissima azione contro il patrimonio culturale pisano, livornese, italiano. Lo scrittore Sergio Costanzo autore del vendutissimo romanzo storico ambientato in parte a Porto Pisano dal titolo “Il Fiume si rise”, sarà presente alla conferenza stampa organizzata assieme all’Associazione degli “Amici di Pisa” per chiamare a raccolta le forze buone di Pisa e di Livorno affinchè si rispetti, mettendo le cose al loro posto, il patrimonio della nostra Storia. Pisa e Livorno hanno bisogno di ritrovarsi sulla tutela del proprio passato che è stato violentemente calpestato: per dare ai posteri ciò che i nostri avi ci hanno tramandato, per il prestigio delle due città, per lo sviluppo turistico di Livorno e la rivalutazione della Storia Pisana a Porto Pisano. Le Torri di Porto Pisano, la Torre del Magnale, della Maltarchiata meritano di essere protette e tutelate!.
Per Vostra comodità, trascriviamo da Wikipedia, la storia della Torre del Magnale.
Era un’antica torre che fino alla seconda guerra mondiale si innalzava all’interno del porto industriale di Livorno. In epoca medioevale essa segnava l’ingresso al porto della Repubblica di Pisa, che si estendeva proprio in un’area immediatamente a nord dell’allora villaggio labronico. Denominata il Magnale per le sue grandi dimensioni, faceva parte del sistema difensivo di Porto Pisano e fu eretta tra il 1154 ed 1163, come riportava una lapide qui apposta all’inizio del Novecento, in occasione dei restauri promossi da Pietro Vigo, il fondatore dell’Archivio di Stato di Livorno:
Questa torre della Magna o Magnale – compiuta nel MCLXIII – segnò il luogo più difeso ed importante del gran Porto Pisano – emporio di dell’età media rinomatissimo – che vide salpar le navi – a viaggi di commercio e spedizioni guerresche – ed accolse pontefici, re e capitani – Per voto del Consiglio provinciale di Livorno – Presidente il Cav. Uff. Avv. Vinc. Mostardi Fioretti – La Deputazione Provinciale – presieduta dal Comm. Avv. Amilcare Galeotti – al vetusto ed insigne monumento – dopo il lungo abbandono e l’incuria – restituito al decoro – questo ricordo poneva nel 1903.
Oltre che avere una funzione militare fu anche sede del comandante supremo di Porto Pisano. Inoltre, nel Medioevo, attorno alla Magnale sorgevano alcuni edifici portuali, quali la dogana, il magazzino della Domus Magna e la residenza dei Magistrati marittimi che dipendevano direttamente dai Consoli del Mare di Pisa, dei quali però non restano tracce evidenti. Decaduta la Repubblica di Pisa e con essa il suo porto, questa importante costruzione fu inglobata nel territorio della nascente città di Livorno. Quindi, all’inizio del Novecento, l’area del Magnale tornò ad essere destinata ad attività portuali, con la costruzione di nuove banchine e magazzini industriali del porto industriale di Livorno.
Durante la seconda guerra mondiale la torre fu gravemente danneggiata. Recenti scoperte hanno permesso di rifiutare la tesi che imputava la distruzione del Magnale ai guastatori tedeschi in ritirata, i quali avevano minato anche il Fanale del porto. Un filmato, realizzato da un aereo degli Alleati verso la fine della guerra[2], mostra la struttura ancora in piedi, ma completamente lacerata su un lato e pericolante. La stessa immagine viene mostrata in una foto scattata all’indomani dell’arrivo degli Alleati a Livorno, nel luglio del 1944. Probabilmente la torre crollò a causa dei gravissimi danni riportati o, data la sua precaria stabilità, fu comunque abbattuta durante la ricostruzione del porto.[3] Tuttavia, alcune rovine del basamento rimasero lungo la banchina denominata, non a caso, Calata del Magnale, non distante dalla Centrale termoelettrica Marzocco. Descrizione
Inizialmente costruita in grosse pietre quadrate della Verruca, dopo le varie distruzioni provocate dai nemici venne risarcita e ricostruita nella sua metà superiore in laterizio rinforzato con pietre angolari. Di forma ottagonale, aveva un piccolo ingresso al primo piano sul lato di terra, cui si accedeva mediante una scala da rimuovere in caso di pericolo. Composta da sette piani con andamento decrescente in altezza e perimetro che presentavano delle riseghe orizzontali che davano l’idea di rastrematura. Aveva l’ultimo piano più piccolo di circonferenza e di forma circolare sul cui tamburo forse si trovava una cupoletta con una postazione di avvistamento o di faro.
Dopo le distruzioni e l’abbandono, all’epoca del restauro voluto da Pietro Vigo, la torre era alta oltre 33 metri ed ogni faccia misurava circa 3,5 metri; recava scolpita, verso la sommità, la croce pisana sul lato volto verso mezzogiorno.
- ^ P. Vigo, Livorno. Aspetti storici – artistici, Bergamo 1915, p.34.
- ^ Il filmato su youtube.com
- ^ Non furono i tedeschi a far saltare la Torre del Magnale, da Il Tirreno del 18 ottobre 2008.
- P. Vigo, Livorno. Aspetti storici – artistici, Bergamo 1915.
- G. Vivoli, Annali di Livorno, tomo primo, Livorno 1974 (ristampa anastatica).
Nella foto aeree sopra, tratta da Google Maps si nota, nel cerchio rosso, come i resti dell’antichissima Torre Maltarchiata (anno 1290 circa) siano ridotti a “mal sopportato” utilizzo di rotonda spartitraffico.
In questa foto aerea tratta da Google Maps si nota nel cerchio rosso, accanto ai capannoni azzurri, la posizione della Torre della Maltarchiata. Nel cerchio blu invece sorgevano i resti della Torre del Magnale su cui si affaccia l’omonima Calata.
IL PRESIDENTE
(DR. FRANCO FERRARO)