COMUNICATO STAMPA:
LE PROVINCE SONO L’ANIMA DELL’ITALIA.
LE REGIONI SONO IL FRUTTO DELLA PEGGIORE POLITICA.
E chi lo nega non e’ in buona fede, ma tutela interessi
di casta vera
“LA CORTE COSTITUZIONALE RESTITUISCE LA DIGNITÀ AGLI ITALIANI.
LE PROVINCE COSTANO POCO E NON SPRECANO PIU’.
LE REGIONI SONO L’INUTILE, VERO GRASSO BUCO NERO DELLA POLITICA
ED UN FALSO STORICO AMMINISTRATIVO.
DA RILANCIARE LA QUESTIONE MORALE”
“Nuovo appello del “Comitato per Pisa capoluogo” alle massime autorità della Repubblica:
prima della riforma del Titolo V, serrare le fila della politica sulla questione morale”
Pisa, giovedì 4 Luglio 2013 -2014 in stile pisano
Gentile Presidente, Autorità tutte,
nei mesi scorsi la Prima Commissione Affari Costituzionali del precedente Parlamento, aveva preso atto dell’impossibilità politica di continuare il lavoro preparatorio per le Aule in tema di riordino delle Province Italiane: l’organo istituzionale tra i più antichi dell’Italia e non per questo vecchio e obsoleto tanto meno costoso, ma scriteriatamente giustificato all’estinzione tout-court senza iter costituzionale dalla corsa ai tagli selvaggi alla spesa pubblica che hanno invece risparmiato il ramo dello Stato più oscuro, costoso, ma remunerativo per la Casta: le Regioni. Che fanno il paio con il numero dei Parlamentari nazionali, delle auto blu, dei privilegi medievali, ecc. ecc..
Come noto, al tempo del decreto “Salva Italia” la questione Province fu rimandata all’esame della Corte Costituzionale che venne subissata di ricorsi. Sulla cui legittimità degli stessi si è espressa positivamente l’Alta Corte nei giorni respingendo il semplice decreto del Governo Monti in materia di accorpamenti su base territoriale e di residenti e più in generale sulla competenza costituzionale.
Dovremmo -come Comitato per Pisa Capoluogo costituito ad hoc per contrastare il Decreto Monti che surrogava la potestà della nuova maxi provincia di Pisa a Livorno- essere contenti della bocciatura dell’Alta Corte: e in effetti lo siamo anche, poiché viene rispettato quell’iter procedurale per le riforme costituzionali che si insegna alle scuole tecniche ma che il Governo Monti a suo tempo ha, con molta alterigia, ignorato.
Purtroppo, le reazioni politiche all’intervento della Corte Costituzionale sono state scomposte. A dimostrazione del fatto che la politica italiana continua a non capire il problema di base: se l’Italia versa in stato di crisi per cui necessitano riforme anche a livello istituzionale, logica vuole -anzi, vorrebbe ma il senno è all’ammasso- che si taglino con il dovuto iter parlamentare quegli enti fonti di spese e buchi di bilancio enormi, che sempre più creano caos e sovrapposizioni normative e conflittuali tra i vari enti locali contro le Autorità di Bacino, dei fiumi, montane, parchi, viabilità, infrastrutture e trasporti, sanità, cioè le Regioni.
Invece la politica e il Governo che fanno? Continuano a stracciarsi le vesti nel tentativo di mettere in secondo piano il vero problema (la remunerazione, i costi e i buchi di bilancio delle Regioni soprattutto quelle a Statuto Speciale) illudendosi che il cittadino medio continui ad essere un trinariciuto incapace di valutare? Vara un DDL costituzionale per abolire le Province? Come nascondere la polvere sotto il tappeto!. Il nostro intervento è più che mai attivo e volto ad aiutare lo Stato a rimettere le cose a posto iniziando a correggere gli errori che portarono all’attivazione delle Regioni.
Uno Stato moderno, efficiente si poggia su base provinciale: lo aveva capito Massimo D’Azeglio e meglio di lui, lo raccomanda il Parlamento Europeo che mesi fa sostenne “d’essere contrario alla soppressione delle province e di tutti gli enti locali intermedi nei 47 stati del Consiglio d’Europa”, in quanto queste (le province) “accrescono efficienza ed efficacia dell’erogazione dei servizi pubblici”.
Perché dunque la politica italiana difende l’indifendibile trave-Regioni, sempre più lobby-aurea della Casta e si ostina a cercare di tagliare le pagliuzze-Province? Perché lo Stato deve arretrare la presenza nel territorio tagliando le province ed a caduta le sue ramificazioni? Lo Stato -non solo secondo noi- deve “solo” essere onesto, pronto ed al servizio del cittadino nelle sue esigenze. Caratteristiche che in verità, in Italia si sono storicamente viste pochissimo.
Le Province sono radicate nel midollo degli Italiani, rappresentano l’identificazione territoriale e quel sentimento d’appartenenza che raramente troviamo così profondo e vivo in altri Stati. Proprio per questo, fin da subito, il “Comitato per Pisa Capoluogo”, vista la piega che stava prendendo la riforma -che premiava disvalori- aveva deciso, superando ogni inibizione interiore, di protestare, con correttezza e forza per le vie della nostra amata Pisa. Lo abbiamo fatto e lo faremo ancora, se necessario.
Ciò non per difendere l’orticello pisano, ma per dare chiarezza, meritocrazia e priorità a chi fa che cosa e come. Semplicemente riprendendo in mano le analisi fatte dalla Corte dei Conti negli ultimi 5 anni sui bilanci delle Regioni, Province, Comuni, Partecipate: i veri costi -morale, finanziario, penale- sono lì, non nel risparmio sul taglio più o meno secco delle Province con limitatissima capacità di spesa e di gestione.
Restiamo a Vostra completa disposizione per approfondire l’oggetto della presente.
Cordiali Saluti
(Dr. Franco Ferraro)
Presidente dell’ Associazione degli Amici di Pisa
e per conto e delle altre Associazioni partecipanti al
Comitato sotto elencate:
Accademia Nazionale dell’Ussero Accademia dei Disuniti
Associazione Amici dei Musei e Monumenti Pisani
Associazione degli Amici di Pisa
Associazione RSVP, Rivalutiamo Senza Vincoli Partitici-Pisa Associazione CENTO
Associazione Culturale Il Guerriero Pisano Compagnia dello StilePisano
Rinascita Pisana
Fare Ambiente laboratorio per Pisa
Compagnia di Calci Comitato Vivi la Piazza
Commissione mercato del Duomo Confedilizia Pisa
Rivista “ Er Tramme “
C.G.S. Crocchio goliardi Spensierati
G.A.P. Gruppo Archeologico Pisano