Che cos’è il Capodanno Pisano “ab Incarnatione Domini”

Cari Pisani, cari Ospiti,
 
nel darvi il benvenuto nella chiesa Cattedrale di Pisa – o chiesa Primaziale, in ricordo della primazia, oggi solo onoraria, che l’arcivescovo di Pisa (appunto il Primate) aveva su Corsica e Sardegna nel Medioevo – vogliamo ricordarvi alcuni semplici concetti che stanno alla base della cerimonia che ci apprestiamo a vivere oggi, 25 marzo.
 
1. Ricordiamoci che siamo in chiesa ed è pertanto necessario osservare un rispettoso silenzio e limitare al massimo l’inevitabile brusio dovuto alla gran quantità di persone;
 
2. Il Capodanno Pisano è una festa religiosa che celebra l’Annunciazione alla Vergine Maria e quindi l’Incarnazione di Gesù Cristo. Dal Medioevo i Pisani considerarono così importante questo giorno da elevarlo a inizio del nuovo anno. E noi lo celebriamo, oggi come ieri.
Sono quindi da evitare parole vuote, superficiali e inappropriate come kermesse, manifestazione, folclore, rievocazione, edizione
Lo stesso dicasi per le altre Feste Pisane, come la Luminara, San Ranieri, il 6 Agosto, ma anche il Gioco del Ponte e le Regate: che siano o meno eventi legati a ricorrenze religiose, sono FESTE del Popolo Pisano. Il concetto di “festa” è molto più ampio e profondo rispetto a quello di “manifestazione”, perché sottende il coinvolgimento di tutti, senza distinzione tra attori e spettatori.
 
3. Proprio per questo, la partecipazione festosa dei figuranti nei costumi storici rappresentanti le antiche istituzioni alfee, delle associazioni con i loro gonfaloni, dei cittadini pisani e della provincia, che entrano nella Primaziale dopo aver sfilato per le vie di Pisa con bandiere, tamburi e chiarine serve a solennizzare la Festa e a comunicare la gioia e la devozione del Popolo Pisano a Maria Vergine.
Bandiere, tamburi e chiarine sono gli strumenti – parti integranti della Festa – che la tradizione secolare ha tramandato ai Pisani per esprimersi; sono i gesti e la voce di un popolo che dichiara e rinnova annualmente la propria fede: non sono assolutamente vuoto e inutile “folclore” per turisti, che oltretutto in un ambiente sacro come la Cattedrale sarebbe completamente fuori luogo.
 
La presenza dei figuranti in Duomo quindi, pur se perfezionabile, è da considerarsi un atto di fede.
 
Questa è la giusta chiave di lettura che si deve dare di questa Festa, per cui preghiamo le Istituzioni, gli organi di stampa, le televisioni e gli altri mezzi d’informazione di tenerne conto usando i termini e le espressioni appropriate.
 
Vi salutiamo dunque con gioia augurando a Voi e ai Vostri cari pace e prosperità per il nuovo Anno Pisano a.I.D. (ab Incarnatione Domini), o s.p., (stile pisano) e Vi forniamo il testo della Salve Regina, l’antifona che viene cantata al termine della cerimonia, invitandovi a partecipare al canto:
 
Salve  Regina, Mater misericordiae!
vita, dulcedo et spes nostra, salve.
Ad  te  clamamus,  exsules  filii  Evae,
ad  te suspiramus  gementes  et  flentes
in  hac  lacrima rum  valle.
Eia  ergo, advocata nostra, illos tuos
misericordes  oculos  ad nos  converte.
Et  Jesum, benedictum  fructum  ventris  tui,
nobis  post  hoc  exilium  ostende.
O clemens,  o pia,  o dulcis  Virgo  Maria!