Comunicato Stampa: unire le Province di Pisa e Livorno? Giù le zampe! scherzo di carnevale o pesce d’aèrile in anticipo?

 Pisa, sabato 12 marzo  2011 -2011 stilepisano-

UNIRE LE PROVINCE DI PISA E LIVORNO? GIU’ LE ZAMPE!SCHERZO DI CARNEVALE O PESCE D’APRILE IN ANTICIPO? 

L’iniziativa di un parlamentare della Repubblica Italiana di accorpare, nella speranza di alleggerire i costi della politica, le province di Firenze-Prato-Pistoia, Grosseto-Siena-Arezzo, Lucca-Massa Carrara e Pisa con Livorno, ci fa fatto fare una sana e fragorosa risata, di quelle che aspettavamo da tempo per riprenderci l’umore dopo le pazzesche iniziative in ambito Regione Toscana, di unire alla pari e a freddo, l’aeroporto di Pisa con quello Firenze. Quanto abbiamo riso!

 E’ stata la prova provata che, pur di uscire dall’anonimato della propria carica istituzionale e cercare la notorietà (mal calcolata) si arrivi anche s

olo a pensare di unire i senesi con i grossetani, i massesi con i lucchesi. Insomma, cari onorevoli, un po’ di contegno! Quando inizia il torneo delle sparate più grosse, avvertiteci!
 La politica si sa, ha i suoi costi. Ma la politica quando prende decisioni sbagliate (e i diari ne sono pieni!) ne fa ricadere i costi, compreso quelli sociali, sulla collettività. Che non è detto che sia ancora disposta a prenderli sul serio. I politici. Alla bisogna, ecco una citazione su tutte: quella cinematografica dell’immenso Totò: “e io pago!”.
 Ma ve lo immaginate voi, i pisani assieme ai livornesi? Così fedeli e orgogliosi questi ultimi del proprio status di moderna “civitas” appaiati, appiccicati a forza con quei vecchi bacucchi, nobili decaduti dei pisani che a Livorno avevano uno dei loro porti chiamato Porto Pisano? Ma via! Si sentirebbero nuovamente…pisani! Già. Perché diciamolo chiaro: l’istituzione della Provincia di Livorno è uno dei pochi atti del ventennio fascista che i livornesi non hanno mai rinnegato. Anni in cui furono celebri gli scontri in camicia nera tra i federali filo Ciano livornesi e quelli Buffarini Guidi pisani, con quest’ultimo che (leggenda o no..) una volta bloccò un treno carico di libri in partenza dalla Scuola Normale di Pisa e diretto in quel di Livorno. O pure altrettanto celebri, gli scontri del ventennio, protratti fino ai primi anni ’60, sulla titolarità territoriale della nascente Tirrenia, che è pisana come Calambrone!. Il tutto finì, come polemica, con il chiamare Pisorno la nuova strada di collegamento dell’interno verso la costa. Già proprio questo abbiamo pensato fra una risata e l’altra: o come si dovrebbe mai chiamare questa nuova provincia Pisa-Livorno? Pisorno? Già il nome suona male, come un rantolo d’un orco o come un sibilo del gobbo di Notre Dame.
  Sul finire della nostra risata, il ragionamento tra noi si è fatto più serio: ma non sarà mica il caso di alleggerire il bilancio dello Stato Italiano abolendo le Regioni? Siamo proprio convinti che molti dei mali dei pisani e dei livornesi, vengano proprio da laggiù, da quel Palazzo Regionale che fagocita, ingoia, tresca e tramesta e soprattutto costa? E quanto costa! Pianta organica da Casa Bianca, costose indennità ai consiglieri anche a quelli passati, sovrapposizione di competenze che vengono portate allo scontro con altri e più antichi apparati dello Stato come le prefetture (che sono strutture dirette del Governo organizzate su base provinciale) le stesse province, le autorità di bacino e delle comunità montane. Il tutto moltiplicato per le 20 regioni italiane: chiamatele “quisquilie e pinzillacchere!”
  Insomma, come spesso accade, dopo la grassa risata, c’è sempre spazio per la riflessione seria. E torna a mente quell’ “e io pago!” di Totò. Già, perché da quando sono state istituite le Regioni, il meccanismo-Stato si è progressivamente rallentato nell’azione e nell’efficacia, è diventato gommoso, palloso nel senso peggiore del termine, il bilancio statale ha visto aumentare progressivamente il suo deficit dovuto al nuovo apparato regionale. E che fa l’effetto del colesterolo alto: intasa le vene e rischia l’infarto all’organismo. Ecco che ci siamo con il concetto: cari Onorevoli, se proprio volete passare alla storia delle attività parlamentari, fatelo per una cosa che serve nella direzione dell’economicità, che è utile all’efficienza dello stato, che è rispettosa del sentire dei cittadini e del suo ruolo d’appartenenza al territorio in cui nasce, vive, lavora (sempre meno ahinoi) e soprattutto paga le tasse necessarie al (mal) funzionamento dello Stato: abolire sì, ma le Regioni! Giù le zampe dalle province!

        IL PRESIDENTE   
         (DR. FRANCO FERRARO)

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