Lorenzo da Ripafratta
Non è chiaro se l’appellativo derivi dal luogo di nascita, l’omonimo paese a nord di Pisa o, meno probabilmente, dalla famiglia dei signori di Ripafratta. Nato il 23 marzo 1359, Lorenzo fu avviato alla carriera ecclesiastica ma, giunto al diaconato, scelse di entrare nel convento domenicano di S. Caterina di Pisa, nel 1394-95, distinguendosi per lo zelo nell’osservanza della Regola e per il fervore religioso. Guidò, con il beato Giovanni Dominici, il rinnovamento dell’Ordine. Nel 1400 fu mandato a Venezia, dove portò a termine il noviziato; nel 1405 passò a Cortona come maestro dei novizi, dove ebbe come discepolo sant’Antonino (†1459), che fu poi arcivescovo di Firenze e che dopo la morte del maestro scrisse una lunga lettera commemorativa, fonte preziosa di notizie biografiche. Si dedicò attivamente alla predicazione, un ministero che svolse con sapienza e grandi frutti spirituali. Dopo Cortona fu inviato al monastero di Fabriano e quindi fu eletto vicario generale fra il 1443 e il 1445. Infine si ritirò a Pistoia, dove continuò con zelo l’attività di predicatore. Qui morì, quasi centenario, il 28 settembre 1457 in odore di santità. Fu proclamato beato da Pio IX il 4 aprile 1851. La festa ricorre il 27 settembre. Oltre che a Pisa, è ricordato con particolare devozione a Pistoia, sua città d’adozione, dove nel convento di S. Domenico si conservano alcune sue reliquie.
Tratto da: G. Zaccagnini, I santi nuovi della devozione pisana nell’età comunale (secoli XII–XV), in Profili istituzionali della santità medievale. Culti importati, culti esportati e culti autoctoni nella Toscana Occidentale e nella circolazione mediterranea ed europea, a c. di C. Alzati e G. Rossetti, Pisa 2008 (= Piccola Biblioteca GISEM, 24), pp. 289–316 (p.314)