“Officina Porta Garibaldi”? Gli Amici di Pisa ci ridono sopra!

Pisa, giovedì 11 Dicembre 2014 -2015 stile pisano

 COMUNICATO STAMPA

 “OFFICINA PORTA GARIBALDI?

GLI AMICI DI PISA CI RIDONO SOPRA”

 “ L’Associazione degli Amici di Pisa critica l’illetterato  toponimo di “Officina Porta Garibaldi” e si interrogano sull’opportunità dello stile architettonico utilizzato per l’edificio.”

 “Il termine “Porta Garibaldi” non è né deve essere un toponimo identificativo della nuova costruzione curata dalla Provincia di Pisa, per di più associando il soggetto “Officina” né parimenti, deve essere usato come generico indicativo di uno spazio o di un luogo seppur ex novo.

 Insistere a definire come “Porta Garibaldi” l’area che nasce dalla gloriosa Porta Calcesana (vilipesa al rango di “Arco di Garibaldi” o “Porta Garibaldi”) è solo funzionale a diffondere scorrettamente uno spazio, un luogo, un toponimo che è sempre stato Porta Calcesana -ed infatti i recenti restauri hanno portato alla luce in facciata esterna lo stemma dei tre calzari di Calci- e nulla, ma proprio nulla ha, né deve avere, a condividere con “Garibaldi”. Al cui Eroe dei due Mondi è stato fin troppo generosamente dedicata a Pisa una piazza in pienissimo centro con tanto di statua, una via -sostituendo quello di “via Calcesana” che prendeva il nome -appunto- dalla porta e dalla direzione che la strada prendeva- e perfino uno stadio di calcio. Francamente è tutto davvero eccessivo per un personaggio che avrà anche dato tanto all’Italia ma che, proprio a Pisa, è soprattutto famoso per il conto rimasto da  saldare all’Albergo delle Tre Donzelle dopo il suo lungo soggiorno-cura post Aspromonte.

 Perciò stupisce che l’opinione pubblica, rotolante  nell’ignoranza di questi tempi figli di società sempre più esterofila e liquida, che si insista a dare un nome illetteratamente a ciò che non può averlo. Pertanto consigliamo vivamente di nominare il manufatto -la cui posizione così adiacente alle Mura Repubblicane ed il taglio architettonico dello stesso produce una inutile e gratuita, quanto vistosissima frattura stilistica del contesto -a proposito le “Belle Arti” dove erano? – in altra maniera. Non facciamo la corsa a questa o quella: deve “solo” essere coerente e coeva con il luogo in cui il manufatto è stato inopinatamente ed imprudentemente eretto meglio se attingendo alla gloriosa storia di quel posto che ha visto le vicende dell’ “onor e della gloria de’ pisani” durante l’assedio del 1509.”

 IL PRESIDENTE

(Dr. Franco Ferraro)