SAN SISTO II PAPA E MARTIRE

                 

Sisto II (… – Roma, 6 Agosto 258) fu il ventiquattresimo papa della Chiesa cattolica che, con quella ortodossa, lo venera come santo. Il suo pontificato durò undici mesi, dal 31 agosto 257 alla morte. L’emblema è la palma.

Le origini di questo papa sono ignote, della sua vita prima dell’elezione è conosciuto solo ciò che riporta il Liber Pontificalis e cioè che era greco. Tale affermazione, però, è probabilmente erronea. Essa derivò dalla falsa convinzione che egli fosse identificabile con il filosofo greco neopitagorico Sesto, autore delle Sententiae, una raccolta di 451 proverbi, tradotta in latino da Rufino Turranio (345-411) e diffusa erroneamente sotto il nome di Sisto.

Sisto succedette al suo predecessore, Stefano I, il 31 agosto 257. Durante il pontificato di quest’ultimo, era sorta una violenta disputa tra la Chiesa di Roma, le Chiese africane ed asiatiche, riguardo al battesimo di quanti erano stati battezzati da eretici o scismatici e che aveva rischiato di finire in una completa rottura tra Roma e le altre Chiese. Sisto II, che Ponzio (Vita Cypriani, capitolo XIV) definiva “sacerdote buono e pacifico” (bonus et pacificus sacerdos), più conciliante di Stefano I, roiuscì a riportare la pace all’interno del mondo cristiano e, tuttavia, come il suo predecessore, incentivò l’uso romano di non ribattezzare i lapsi, ma di ungerli semplicemente col crisma.

Il pontificato di Sisto fu contrassegnato dai due editti di Valeriano, il primo dell’agosto del 257, che vietava le riunioni dei cristiani, imponendo ai vescovi e ai presbiteri di apostatare, comminando l’esilio ai refrattari, mentre il secondo, del 258, ordinava l’immediata esecuzione dei membri del clero che non si fossero sottomessi. A questo si dovette la morte di Sisto, il 6 agosto, insieme con quattro diaconi. Fu sepolto nel cimitero di Callisto sulla via Appia nella cosiddetta cripta dei papi. Il suo luogo di sepoltura, per le evidenti tracce di decorazione e monumentalizzazione succedutesi in varie fasi, è tradizionalmente indicato nella isolata tomba “a mensa” posta sulla parete di fondo dell’ambiente. Altri dati sulla morte di Sisto vengono da alcuni epigrammi del papa Damaso, a cui è attribuibile con certezza l’ultima fase di monumentalizzazione della parete di fondo della cripta. Sisto II venne arrestato, mentre predicava presso il cimitero di Callisto. I soldati avevano ordini precisi. Non si occuparono dei fedeli: andarono dritti verso Sisto, che li attendeva fiancheggiato da due diaconi per parte. Così, sempre con loro, camminò fra i soldati fino al luogo fissato per il supplizio.

Il papa Pasquale I fece traslare i resti di Sisto II nella cappella iuxta ferrata, dedicata a lui e a papa Fabiano, nell’antica basilica di San Pietro in Vaticano.

Culto:

Venerato come santo sia dalla Chiesa cattolica sia da quella ortodossa (che lo commemora il 10 agosto). Il suo nome compare nel Communicantes del canone romano della Messa. La chiesa a lui dedicata a Roma in quello che si riteneva il luogo del suo martirio, attualmente San Sisto Vecchio, all’angolo tra le attuali via delle Terme di Caracalla e via Druso, è menzionata a partire dalla fine del secolo VI, ma le indagini archeologiche condotte negli anni Trenta del Novecento hanno messo in luce elementi di un edificio di culto attribuibile al V secolo.

A Pisa al santo fu dedicata una chiesa eretta in seguito alla vittoria riportata il 6 agosto 1087 insieme con Genovesi, Amalfitani e Romani contro gli empori ora tunisini di al-Mahdiya e Zawila. San Sisto fu considerato come speciale protettore celeste delle fortune pisane sul mare e la sua festa era rivestita di particolare solennità e arricchita da un’indulgenza. L’edificio sacro divenne anche sede, verosimilmente tra l’XI e il XII secolo, di una canonica regolare, cui era annessa pure una scuola. Nel corso del Medioevo la chiesa ospitò le riunioni più importanti dei consigli cittadini e fu sottoposta al patronato dei reggitori del Comune, che la gratificarono di privilegi, esenzioni fiscali e donativi.

Bibliografia:

  1. Amore, Sisto II, in Enciclopedia Cattolica, XI, Firenze, Sansoni, 1953, col. 778; S. Carletti, Sisto II, in Bibliotheca Sanctorum, XI, Roma, Istituto Giovanni XXIII della Pontificia Università Lateranense, 1968, coll. 1256-1261; S. Carpentieri, Sisto II. L’audacia di un papa che sfidò l’impero, Siena, Cantagalli, 2008; M.L. Ceccarelli Lemut – S. Sodi, La Chiesa di Pisa dalle origini alla fine del Duecento. Pisanorum ecclesia specialis sancte Romane Ecclesie filia, Pisa, ETS, 2017 (Vos estis templum Dei vivi. Studi di storia della Chiesa, 7), pp. 307-309.