Sì al Parco Stampace di via Nino Bixio, no sesta porta.

ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI DI PISA
e COMITATO PICCOLI AZIONISTI TA
ASSOCIAZIONE PONTE DI MEZZO IL MOVIMENTO OPI ITALIA NOSTRA SEZIONE DI PISA MAGISTRATURA SANT’ ANTONIO

Oggetto: Il patrimonio culturale del “Parco Stampace” di via Nino Bixio

Apprezziamo l’invito rivolto dall’Amministrazione comunale (https://www.pisatoday.it/cronaca/progetto-parco-urbano-via-bixio-pisa.html) a partecipare alla consultazione cittadina per definire il nome del parco urbano di via N. Bixio e dal coinvolgimento di molti nostri associati, riteniamo che Parco “Stampace” sia il nome giusto

Per promuovere la Pisa ”differente” e meno conosciuta dobbiamo chiamare il futuro parco con un nome legato alla storia della città utilizzando, in questo caso, i nomi delle porte e bastioni di difesa della cinta muraria, le cui storie costituiscono la cornice culturale che integra gli scenari urbani e monumentali di un bene comune da salvaguardare.
Perciò il nome idoneo da dare al parco è “Stampace” o Stanpace (con la “enne” come riportato nella pianta storica allegata e che qualcuno ritiene la contrazione colloquiale di “sta’ in pace”), nome che i Pisani dettero anche al quartiere che si distende ai piedi dell’antico Castello di Cagliari e che ancora conserva l’antica denominazione. Il legame politico fra Pisa e Cagliari è stato forte fin dall’XI secolo ed era stato rinsaldato anche con il dono del pergamo scolpito dall’architetto Guglielmo per il nostro duomo, alla base della cui facciata e vicino alla tomba di Buscheto, fu sepolto.
Il bastione “Stampace” è legato anche all’episodio storico di resistenza popolare all’assedio dei fiorentini del 1499, riportato dal Guicciardini e rappresentato dal Vasari in un suo dipinto: le truppe mercenarie al soldo di Firenze, dopo aver abbattuta la torre del bastione e superato un tratto di mura, finirono nel “cul de sac” costituito da nuova seconda linea di difesa nel frattempo costruita dai pisani e su cui avevano installato il passavolante chiamato “bufalo”, un arma da fuoco simile ad una colubrina rinforzata. Il fuoco del “bufalo” e le malattie che affliggevano le truppe mercenarie costrinsero il loro condottiero Paolo Vitelli a togliere l’assedio e ad una ritirata disastrosa. Questi, portato a Firenze e sospettato di tradimento, fu rimosso e decapitato sul ballatoio di palazzo della Signoria dopo un processo sommario e il di lui fratello, Vitellozzo, fermatosi a Cascina perché ammalato di sifilide, scappò prudentemente a Pisa con le truppe rimaste per fuggire da un analogo destino.
Eliminiamo perciò l’ insulsa, anonima, arida e vuota dizione di “sesta porta” che svilisce l’immagine di città storica nella sua Forma Urbis che proprio nei secoli XII e XIII ha vissuto i suoi momenti di maggiore splendore.
Parco “Stampace” quindi, è questo il nome giusto.

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