Spopolamento

Da sempre “L’Associazione degli Amici di Pisa” si battono per una città più prospera e più grande, capace di difendersi meglio negli equilibri regionali e nazionali. L’obiettivo, secondo noi è raggiungere quota 150 mila abitanti nel solo comune di Pisa e non nel complesso di area vasta, che in conseguenza, potrebbe arrivare a  ridosso di quota 250mila.

Locandina "La Nazione"Locandina "Il Tirreno"

L’aumento demografico, favorendo in primis il rientro dei pisani precedentemente usciti, e’ vitale per ridare risorse alle esangui casse del comune di Pisa che deve far fronte attualmente e  quotidianamente a servizi per 150 mila persone a fronte di 90 mila residenti scarsi iscritti al ruolo alla Sepi. E’ fin troppo evidente che il Comune di Pisa, di conseguenza, possa fare ben poco per investire sul territorio come questo merita. Per invertire questo pernicioso status quo e’ necessario un colpo d’ala iniziando a ridare vigore all’edilizia pisana attraverso edifici residenziali  biocompatibili e al tempo stesso rispettosi di canoni architettonici di qualità. Per avviare un nuovo piano edilizio è necessario che Pisa ne ponga le basi ridefinendo gli attuali confini a nord con San Giuliano Terme e Vecchiano e ad est con Cascina. La ragione di un aumento della superficie del Comune di Pisa non e’, come qualche maligno potrebbe pensare, nel bisogno di territorio da dominare e gestire personalmente ma, per i motivi sopra esposti, di rifinanziare le casse comunali con un gettito aggiuntivo tutt’ora mancante, riequilibrando le risorse e il gettito fiscale. Valida concettualmente, l’iniziativa finalizzata allo spostamento delle caserme dal centro città in una nuova da edificare ad Ospedaletto: rimangono dubbi sulla destinazione d’uso delle aree lasciate libere e sulla sostenibilità finanziaria del Progetto Caserme. Valido anche l’idea del Progetto PIUSS per il recupero della Cittadella Vecchia su cui gli “Amici di Pisa” chiedono la riproposizione del vecchio Porto di Pisa come Parco Archeologico e dell’area dell’Ospedale Santa Chiara. Proprio quest’ultimo lavoro non ha convinto nelle sue proiezioni, il progetto dell’Architetto David Chipperfield: oltre alla difficoltà di capire cosa si creerà nell’area del Santa Chiara, gli edifici che verrebbero lì costruiti non sono in linea né adeguati con il contesto preesistente risultando -al momento-  un progetto avulso, molto autocelebrativo e autoreferenziale.