Comunicato stampa sullo stile architettonico del Porto di Marina
Pisa, lunedì 9 maggio 2011 -2012 in stilepisano
COMUNICATO STAMPA
Porto di Marina di Pisa: 40 anni di attesa. Ne è valsa la pena?
Riflessioni sul peggioramento della qualità architettonica di Marina di Pisa
“Salutiamo con soddisfazione il proseguimento dei lavori al Porto di Boccadarno. La nostra Associazione, negli anni, è stata protagonista di grandi battaglie per la costruzione del Porto andando incontro, valutando e studiando i vari progetti che via via si sono avvicendati con nessuna fortuna. A seguito di questo condiviso pensiero, si affacciano interrogativi, perplessità e sinistri presagi. Già nel novembre 2009 “l’Associazione degli Amici di Pisa” espresse perplessità sui progetti preparatori degli edifici del Porto: esteticamente incoerenti con lo stile predominante di Marina. Un pugno nello stomaco dato bene. A tutt’oggi le nostre perplessità, essendo rimaste giacenti, sono più forti. Il Porto di Marina, così come anticipato nel sito internet della Società costruttrice, ci sembra fuori luogo, avulso, estraneo ed inadatto a Marina: sia sotto l’aspetto stilistico architettonico sia sotto quello viario.
Ricordiamo, casomai ce ne fosse bisogno e crediamo purtroppo di sì, che Marina di Pisa nasce e si caratterizza per gusti architettonici tutt’altro che banali pur non essendo stata griffata da favolosi architetti, tranne le solite eccezioni di Villa Bondi, Cobianchi, Galli Dunn, Albites, del Principe di Carovingio. Gusti non soggettivi, ma oggettivi. Se Marina oggi è un posto da cartolina lo dobbiamo proprio a quelle scelte!
Marina di Pisa nasce e si distingue per un linguaggio architettonico che concede ad un lieve eclettismo e fa ampio uso del Liberty, il bello infatti non passa mai di moda ma resta e parla ai posteri. Parla con la grazia dei simmetrici giardinetti di tamerici e pitosforo, con gli ampi marciapiedi, con le solide e ordinate case dai tetti regolari e sporgenti, con le sue persiane di legno e le ringhiere in ferro battuto e gentilmente lavorate dei terrazzi e dei cancelli, capaci di resistere e bene, ad anni di libecciate e marosi. Ripetiamo ancora come nel 2009 che:
La pianta viaria originaria di Marina di Pisa e risalente al 1872, ha previsto una grande fruibilità pubblica: non è così per gli edifici del nascente Porto, la giustificazione di proprietà privata da sola non basta. I Pisani e non solo loro hanno dovuto rinunciare obtorto collo alla bella curva panoramica definita “dell’Obelisco” con vista foce d’Arno e Alpi Apuane.
I pisani del 1872 avevano anche previsto una funzionale e redditizia linea tranviaria della quale oggi siamo a piangerne il ricordo senza però prevederne fattivamente il ripristino nonostante l’aumento esponenziale dei volumi di traffico del litorale e il paragone per capacità di quanto, con ammirevole coraggio, fatto a Firenze con il Sirio.
Marina di Pisa nasce quindi perfetta ma, dagli anni ’70 si assiste al suo lento stupro architettonico (recentissimi e penosi quelli in via dell’Ordine di Santo Stefano), ad un crollo verticale della qualità delle nuove costruzioni il cui fondo rischia di essere toccato con il nascente Porto di Boccadarno e con altri interventi in corso d’opera.
Nel progetto del Porto di Boccadarno -speriamo molto provvisorio quello visto sul sito- notiamo l’assenza di decenti marciapiedi per il passeggio domenicale, di scoli per le acque piovane, notiamo l’arruffata disposizione delle case ad interrompere l’ideale sviluppo delle strade adiacenti e delle vie di fuga, l’assenza di ampie quinte d’angolo, notiamo con dolore l’oggettiva bruttezza degli edifici più adatti a periferie post industriali del nord che a Marina.
Esercizi di paragone al contesto presente e che ricordano -ahi noi- orrori architettonici mai digeriti ed impropri per il territorio di Pisa e anche ben firmati al tempo: dal Palazzo ex Enel in Lung’Arno Pacinotti (che grazie all’Impresa Panchetti cambierà volto sicuramente in meglio), alla Mattonaia in San Michele in Borgo, da Largo Ciro Menotti a Corte di San Domenico, dal Residence di Via Tullio Crosio (ex Albergo San Rossore) ai ponti di Pisa.
E’ dunque indifferibile che gli attori in indirizzo rifiutino ogni esibizionismo architettonico urbanistico fine a se stesso e rilancino con decisione la necessità di una bellezza oggettiva prendendo a spunto, con umiltà, quanto è già stato fatto prima di noi. Sviluppando soluzioni che si amalgamino bene con il circondario preesistente.
Qualcuno, leggendo il nostro intervento, ci eccepirà la motivazione economica come inconciliabile con l’inseguimento di una bellezza oggettiva architettonica e viaria. Tale ipotesi non è sostenibile, in primo luogo perché la tecnologia edile mette oggi a disposizione prefiniti, rifiniture e ornamenti di qualità ad un costo sostenibile. In secondo luogo, perché le richieste di acquisto sono alte: ciò potrebbe ben giustificare, anche in tempi di crisi, un aumento finale dei costi di edificazione di strutture esternamente belle, in linea con l’abitato di Marina di Pisa, senza intaccare minimamente le possibilità di vendita.
Due esempi? L’edificio in Via delle Curzolari ricostruito ed adibito -come prima- a ristorante o l’edificio della stessa via all’angolo con Piazza Viviani lato mare e destinato a civile abitazione corredato di garage interrati. In questo secondo esempio l’edificio costruito ex novo negli anni ’90, si mimetizza benissimo nel contesto esistente senza creare rotture, assurde contrapposizioni ma che crea uno sviluppo armonico ideale del contesto.
Abbiamo valutato, par condicio, anche il progetto del nascente Pisa Outlet Village di Crespina, in senso positivo. Casualmente, ma nemmeno tanto, le architetture si avvicinano a quelle prevalenti nell’abitato medio di Marina. Anche in questo caso, esteti, puristi blasonati del disegno o in cerca di celebrità, di un’architettura contemporanea basata sulla linea retta e sulle geometrie squadra-righello storceranno il naso di fronte alla naturalezza di stile e di forme del Pisa Outlet Village. Verrà da essi presuntuosamente definita come una costruzione da parco giochi, da centro commerciale massificato, ripetitivo e banale. Di certo più gradevole e migliore anche per resistenza al clima marinese di quanto, al momento attuale, anticipato dai bozzetti del Porto di Marina.
Ci verrà detto che si tratterebbe di un falso storico: ma anche in questo caso l’eccezione non regge, quello proposto è peggio!. Anche i fabbricati in corso di edificazione nell’area ex Laboratori Farmaceutici Gentili di Pisa sono un bel connubio tra realtà circostante e innovazione: le case sono dotate di modernissime tecnologie per gli impianti e il risparmio e il recupero energetico. Meglio dunque un presunto falso storico di una sicura mostruosità!
Ripetiamo quanto già scritto nel novembre 2009: c’è da scegliere. Le prossime mosse che non dovranno essere sbagliate. Il Porto di Marina, i suoi committenti, il Comune di Pisa con i suoi dirigenti, la Soprintendenza pisana, hanno l’occasione di passare alla storia per aver realizzato un’opera attesa da oltre 40 anni. Ebbene, non sprechino la clamorosa occasione non si facciano additare dai contemporanei e dai posteri come quelli che hanno realizzato e autorizzato un nuovo torto all’architettura pisana, ma anzi si sforzino, tutti assieme, di completare Marina di Pisa congiungendosi così con le opere ed i nomi passati alla storia di Marina: come l’Ing. Capo del Comune di Pisa Bernieri, l’Arch. Cecillo Parmesani, l’Ing. Pietro Studiati.
Siamo ancora in tempo! Abbiamo aspettato tanto, non buttiamo via tutto!
IL PRESIDENTE
(DR. FRANCO FERRARO)
Associazione degli Amici di Pisa
Via Pietro Gori, 17 San Martino in Kinzica 56125 Pisa
Tel. 050.49905 info@associazioneamicidipisa.it
Il Consigliere Addetto Stampa: Simone Guidotti