Sviluppo ferroviario
Era il 17 marzo 1844, quando il primo treno percorse la breve distanza che separa Pisa e Livorno. I viaggiatori a bordo erano i primi cittadini italiani ad utilizzare la ferrovia nel territorio allora granducale. In quella che di lì a poco sarebbe diventata l’Italia unita, erano state aperte pochissime strade ferrate: c’era la Napoli-Portici – la prima tratta costruita nel nostro paese – e la Milano-Monza, asservite però alle sole istituzioni locali. La ferrovia a Pisa è dunque nata agli albori del trasporto pubblico ferrato in Italia, anche se il suo sviluppo è stato meno importante di altri centri come Roma, Milano, Bologna e Firenze.
Ad oggi il nodo ferroviario pisano può vantare 15 milioni di passeggeri in transito dalla stazione di Pisa Centrale, senza contare le altre due stazioni, Pisa San Rossore – ex Pisa Porta Nuova e Pisa Aeroporto trafficate rispettivamente da studenti universitari e da turisti. All’Aeroporto “Galileo Galilei” esiste infatti dal 1983 una stazione interna –la prima in Italia all’interno di uno scalo internazionale- che negli ultimi anni non è stata adeguatamente sfruttata per i collegamenti regionali. Altro vanto ferroviario pisano è il centro di controllo di via Quarantola (SCC), che sorveglia e coordina il traffico ferroviario da Genova a Roma: ciò si deve anche al fatto che Pisa gode di una posizione geografica impareggiabile.
Una curiosità: il centro di controllo avrebbe dovuto in realtà essere edificato più a nord, in prossimità della stazione ferroviaria di San Rossore. All’inizio delle opere di scavo per le fondamenta emersero subito le prime tracce del vecchio porto pisano: da lì a poco la “Pompei del Mare” divenne il “Cantiere delle Antiche Navi di Pisa” e costrinse le Ferrovie a riprogettare il centro di controllo più a sud in via di Quarantola.
Nel 2010 Pisa ha dovuto subire una ristrutturazione degli scali merci nazionali. A causa di ciò, lo scalo merci di San Rossore è stato pesantemente ridimensionato nonostante fossero stati spesi in tempi recenti, proprio dalle Ferrovie, oltre 20 miliardi delle vecchie lire per implementarlo di banchine e scali. Ad oggi, visti i volumi di pendolarismo, del ruolo di aeroporto toscano ed internazionale del “Galilei” e dei bisogni della logistica commerciale e industriale dei distretti di Pontedera e del Cuoio, vi è la necessità pressante, indifferibile, di ammodernare implementandola di con un terzo binario, la tratta ormai metropolitana regionale, Firenze-Pisa-Livorno. Il servizio ampliato e i ridotti tempi di percorrenza potrebbero così soddisfare le esigenze dei moderni viaggiatori, unendo i centri di trasporto merci portuali di Livorno, i servizi aeroportuali di Pisa, il pendolarismo lavorativo, con l’interno della Toscana, rendendo ancor più superfluo e inutile la pretesa campanilistica di sviluppare l’aeroporto di Peretola. Con il terzo binario ferroviario si soddisferebbero le esigenze dell’Aeroporto Galilei di Pisa, dello sviluppo merci del Porto di Livorno e del nascente centro ricambi mondiale Piaggio a Pontedera.
Altra nota dolente riguardo al trasporto su rotaia della nostra zona è il mancato ripristino dei collegamenti con il litorale pisano già presenti dal 1892 al 1960, quando il “Trammino” fu sciaguratamente chiuso all’esercizio, in pieno oscurantismo ferroviario. Riattivare una linea metropolitana leggera di superficie, collegata a Pisa Centrale, non solo porterebbe benefici sul piano del traffico estivo per il litorale e collegherebbe il nostro mare a tutta la Toscana senza cambiare carrozza, ma porterebbe un’indubbia alternativa all’automobile per fronteggiare l’aumento del pendolarismo. Infatti, grazie ad una avveduta politica di ristrutturazione delle ex colonie marine del litorale pisano, le località di Calambrone e Tirrenia godranno di un nuovo sviluppo di 5000 residenti che avranno bisogno di mobilità: il concetto, attualizzato, di un nuovo Trammino è quanto mai valido e indifferibile! Gli “Amici di Pisa” hanno collaborato nel tempo con il comitato per il ripristino del Trammino ad una campagna di sensibilizzazione per una riattivazione della linea su concetti moderni.
In conclusione, il nodo ferroviario di Pisa, non è affatto secondo a quello di Firenze, che tuttavia gode del progetto Alta Velocità e che dunque percepisce fondi e innovazioni statali anche per la costruzione della nuova stazione sotterranea. Pisa, storicamente importante, ha ancora ottimi margini di miglioramento, sia nazionali -asse Tirrenico da potenziare-, che regionali nei collegamenti con Firenze, Lucca, Livorno, Viareggio e Pontedera. Da implementare con collegamenti extraurbani efficienti come quelli verso l’aeroporto Galilei e verso il nostro litorale con il nuovo “Trammino”.