100 anni fa nasceva Renzo Paolicchi: 33 anni da Presidente

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Pisa, giovedì 27 Novembre 2014 -2015 stile pisano

“ L’Associazione degli Amici di Pisa ricorda il suo grande Presidente”

30 NOVEMBRE 1914: 100 ANNI FA NASCEVA

UN GRANDE PISANO, RENZO PAOLICCHI.


GLI “AMICI DI PISA” RICORDANO L’UOMO CHE FU ININTERROTTAMENTE
PRESIDENTE PER 33 ANNI. LE GRANDI BATTAGLIE PER PISA.
 

Ci sono persone che con la dedizione di tutta la loro vita, cambiano, senza clamore,  il corso della storia, rendendone disinteressatamente beneficio ad un’intera città, e pertanto meritano di non essere dimenticate.
Oggi gli “Amici di Pisa” ricordano Renzo Paolicchi -storico presidente e protagonista di tante battaglie per lo sviluppo di Pisa- nell’ideale centesimo compleanno.  Nacque a Pisa il 30 novembre 1914 nella casa cantoniera in località “Tre Cancelli”, dove il padre lavorava come casellante delle Ferrovie. Seguì la scuola dell’obbligo fino alla quinta elementare poi, per poter proseguire gli studi, lavorò come garzone di barbiere, frequentando le scuole serali fino all’ottava classe, l’attuale terza media. Fin dai primi anni di studio ebbe una grandissima passione per la storia, in particolare per quella della sua città. Gli eventi di quegli anni lo portarono a fare vari mestieri, dal barbiere all’operaio della Piaggio, fino ai primi anni Cinquanta quando entrò come impiegato all’ Inail di Pisa restandovi fino alla pensione.
 La passione per la storia e per l’arte pisana, il legame indissolubile per la città, unitamente al desiderio forte di “ricominciare” nell’immediato dopoguerra, lo portarono a legare a metà degli anni Cinquanta, con un gruppo di Amici che iniziavano ad occuparsi delle varie vicende pisane. Risalgono al 1951 le prime prese di posizione sulla stampa locale a favore dell’interesse per la città, firmate da questo nucleo di Amici con la sigla “PRO PISA” e tutt’ora conservate nell’archivio storico dell’Associazione con sede in via Pietro Gori. Più tardi Renzo Paolicchi fu uno dei soci fondatori di quella che il 10 gennaio del 1959 divenne l’Associazione degli Amici di Pisa, alla presidenza della quale venne destinato nel 1963 a succedere al maestro Alfredo Marcelli. Da allora il suo impegno è stato ininterrotto, fino agli inizi del 2000. Giunto alle soglie dei novant’anni di età, seguiva ancora le vicende della sua amata città dalle cronache dei giornali e dai notiziari delle televisioni locali. Di carattere schivo e riservato, rigoroso, a tratti severo ma di eccezionale integrità morale, un uomo qualunque per modestia e rispetto della vita, nella piena osservanza delle finalità statutarie dell’Associazione dimostrò sempre, con il suo impegno di avere a cuore solamente l’interesse di Pisa e dei pisani, di nascita o di adozione, talvolta elogiando, talvolta “bacchettando” le amministrazioni, indipendentemente dal loro colore politico, schierandosi sempre e soltanto a favore di uno sviluppo economico e sociale della città.
 Oltre che sul piano dell’attualità il Presidente Renzo Paolicchi dette anche un forte contributo sul piano storico locale essendo stato, nel dopoguerra, uno degli artefici della rinascita del Gioco del Ponte, nel quale ricoprì la carica di Luogotenente di Tramontana per diversi anni. Agli inizi degli anni ’60 ebbe a scrivere una memoria “storica” che iniziava con queste frasi: “…se improvvisamente si potesse risalire di alcuni secoli nel tempo, in questa mattina del 17 gennaio, noi troveremmo la nostra Pisa ammantata a festa in un clima di ardente passione. Era questo il giorno in cui si combatteva il primo Gioco del Ponte dell’anno e si chiamava volgarmente “la Battagliaccia”, nella quale si impegnavano le reclute che, per la prima volta, prendevano parte al Gioco del Ponte. Il secondo torneo (per molto tempo si usò fare due Giochi all’anno), si chiamava invece la “Battaglia Generale” e non aveva data precisa; si celebrava per lo più in occasione del soggiorno a Pisa di famosi personaggi (allora Pisa era ricercata anche come stazione climatica). Comunque la Battagliaccia non aveva meno mordente e sfarzo della Battaglia Generale. Fin dalle prime ore del mattino  la città andava addobbandosi a festa; dalle torri civiche a quelle campanarie, fino alle umili finestre dei vicoli, sventolavano le bandiere multicolori delle squadre cui tali edifici appartenevano. Intanto il pubblico orologio veniva anticipato di un’ora per modo che la sera non venisse a cogliere la festa sul più bello. Tanto era l’attaccamento al Gioco del Ponte che indusse molti facoltosi a ricordarsi di esso anche sul letto di morte, con lasciti e donazioni”. E terminava così con questa citazione: “Il rimpianto e la nostalgia per la fine di questa tradizione, dopo l’ultimo Gioco del 1807, si tramandò per generazioni. Felice Tribolati, in una conferenza tenuta sul Gioco del Ponte il 30 maggio 1875 nella nostra Università disse: “un popolo che perde la sua libertà, cioè le sue tradizioni, muore. E Pisa perse le sue tradizioni”.
 Dalla storica ed angusta sede in Borgo Stretto Furono tante le battaglie per Pisa di Renzo Paolicchi e tutte sempre molto sofferte, dagli alterni successi,  partecipate con quella smisurata passione e amore che riusciva a trasmettere ai numerosi associati alla guida dell’Associazione degli Amici di Pisa: dal prolungamento fino a Pisa della superstrada “Firenze-Livorno Porto” (che non comprendeva il tratto fino a Pisa!), a quella per l’aeroporto costantemente minacciato da mire fiorentinocentriche tanto da volerlo intitolare nel 1974 “Città di Firenze”, alla ricostruzione “tal quale, ma più largo” del Ponte Solferino crollato a seguito dell’alluvione del ’66 all’altolà all’espansione sulle dune del Calambrone dei container del Porto di Livorno, dalla richiesta (tutt’ora inevasa!) di una tangenziale di scorrimento a nord ad uno sviluppo edilizio più consono allo sviluppo sociale e residenziale di Pisa, dalla contrarietà di decentrare l’Ateneo Pisano oltre Tombolo al trasferimento presso nuova sede sociale degli “Amici” in via Pietro Gori dalla storica ma angusta sede in Borgo Stretto.
Per i meriti acquisiti con il suo operato, Renzo Paolicchi ebbe vari riconoscimenti ufficiali, fra i quali nel 1992, la nomina di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica e poi di Cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano, nonché l’assegnazione del Premio Pisa nella 50.ma edizione del 2006. Durante la II Guerra Mondiale rischiò più volte la vita sotto i bombardamenti per andare a radere la barba o a tagliare i capelli ai soldati di guardia lungo il perimetro dell’aeroporto, facendosi ricompensare con generi alimentari che poi distribuiva alle famiglie di via Fagiana dove era sfollato.
Guidato sempre, come amava dire ai suoi cari, “nella luce della parola di Dio”, Renzo Paolicchi muore il 15 aprile 2007 lasciando a noi pisani e a tutti coloro che lo hanno conosciuto, un’eredità straordinaria e un’eccezionale testimonianza di vita, della quale l’Associazione degli Amici di Pisa è oggi orgogliosamente custode.

  IL PRESIDENTE
(Dr. Franco Ferraro)