Beata Maria Mancini

Beata Maria Mancini Madre e monaca

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Beata Maria Mancini

Nata a Pisa, figlia di Bartolomeo e Teodora, battezzata col none di Caterina, andò sposa ancora fanciulla a Baccio Mancini, da cui ebbe due figli, morti poco dopo la nascita. Rimasta vedova, fu rimaritata quindicenne a Guglielmo Spezzalaste, tosatore di panni, col quale visse otto anni e dal quale ebbe sei figli, che ben presto trovarono anche loro la morte. Vedova per la seconda volta, rifiutò un nuovo matrimonio e intraprese una vita di penitenza e assistenza ai bisognosi come terziaria domenicana. Discepola di Santa Caterina da Siena, che aveva incontrato a Pisa nel 1375, da lei ereditò l’ardente desiderio del ritorno dell’Ordine al suo primitivo splendore: entrò così nel monastero domenicano pisano di Santa Croce in Fossabanda, ove prese il nome di Maria. Là però si era registrato un rilassamento della vita claustrale e, insieme con Chiara Gambacorta e altre tre consorelle, si trasferì nel 1382 nel nuovo monastero di San Domenico in via San Gilio (attuale Corso Italia), costruito da Pietro Gambacorta per la figlia, dove si dette vita al primo cenobio osservante dell’Ordine Domenicano. Nella Vita sono riferite le sue numerose celesti visioni e la sua tenera carità. Nel 1419, alla morte di Chiara Gambacorta, seconda priora del monastero, le successe nel governo che tenne fino alla morte, avvenuta il 22 gennaio 1433, a circa ottant’anni.

Le sue spoglie sono ora conservate in un’urna sul secondo altare del transetto sinistro della chiesa pisana di Santa Caterina d’Alessandria; sotto l’altare si trova il corpo della beata Chiara Gambacorta: in questo modo le due consorelle sono di nuovo unite.

Culto:

Il papa Pio IX il 2 agosto 1855 ha confermato il culto. L’Ordine Domenicano la ricorda il 30 gennaio.

Bibliografia:

  1. Razzi, Aggiunta d’alcune vite di beate e religiose. Donne di molto illustre et esemplare conservazione, Firenze, Bartolomeo Sermartelli, 1587, pp. 21-31; S. Duval, «La beata Chiara conduttrice». Le vite di Chiara Gambacorta e Maria Mancini e i testi dell’osservanza domenicana pisana, Roma, Edizioni di storia e letterature, 2016 (Temi e testi, 150), capitoli I, III e pp. 175-194.