Caso Barone-Scuola Normale. No a teorie di gemmazioni. Le eccellenze sono sono punti vendita commerciali.

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Pisa, sabato 8 Dicembre  2018, 2019 in stile pisano

COMUNICATO STAMPA

SCUOLA NORMALE SUPERIORE: NO A TEORIE DI GEMMAZIONE.

SI INVESTA SUL TERRITORIO.

LE ECCELLENZE NON SONO PUNTI DI VENDITA COMMERCIALI.

“Il nostro Sodalizio, fin dalla sua fondazione nel 1959 ha per Statuto sociale, il fine di tutelare la difesa e lo sviluppo dell’impianto socio economico del territorio pisano. Forte di questi riconosciuti Valori che qualche buontempone scambia per sovranismo campanilista, seguiamo con viva preoccupazione la politica della Direzione della Scuola Normale Superiore intenzionata a aprire filiali in mezza Italia come fossero sportelli di una qualsiasi attività. Ovviamente per il bene di Pisa.

Ecco, questo assunto francamente ci sfugge. Soprattutto si evade le questioni principali. Perché il Direttore Barone non risponde a chi gli chiede quali saranno i vantaggi per la scuola pisana? Quanti docenti, per esempio, da Pisa dovranno trasferirsi a Napoli? Perché la collaborazione è subordinata all’indipendenza napoletana dopo tre anni ? Perché se proprio crede nella collaborazione non apre dipartimenti tenendo comunque la denominazione e il controllo a Pisa? Perché pensa che tra tre anni non ci saranno corsi antagonisti e doppioni della Normale pisana che perderà di fatto occasione di aperture di nuovi corsi? Chi garantisce la qualità delle “normaline” al termine dei tre anni? E si potrebbe continuare così, anziché cambiare discorso su provincialismo e faida pisana, lui (Direttore Barone) che dice di voler costruire ponti e non muri, lui che vuole costruire ponti e dopo soli tre anni buttarli giù. Lui che dice che se 208 anni fa i francesi non avessero aperto la Normale adesso non ci saremmo. Esatto! Col senno di poi oggi i francesi non lo rifarebbero perché hanno una eccellenza straniera che invidiano e fa loro concorrenza. Dal documento della commissione bilancio, leggiamo testuale: “…la sperimentazione si pone anche l’obiettivo di una distribuzione più equa (equa???) delle scuole normali superiori sul territorio nazionale… “. Ora noi saremo anche poveri bifolchi provinciali, retrogradi dalle strette vedute, ma se una cosa si “redistribuisce” vuol dire che da qualche parti riduci e da qualche altra la aumenti. Come si pone Pisa in questo processo redistributivo? E inoltre, come mai il Direttore Barone si è così piccato sulla risposta che ha dato la Scuola Sant’Anna a riguardo di questa scelta, dicendo di voler rimanere nel territorio? Su tutte le domande poste, vi è un errore ideologico e funzionale di fondo che il Direttore Barone non vede: l’eccellenza non si esporta, l’eccellenza si coltiva e si rafforza, come un albero. Pisa è di gran lunga disponibile –noi lo saremo- ad ulteriori e massicci investimenti sia sulla ricerca, che sulla robotica che sulle startup, nei campus e nelle residenze universitarie portando e arricchendo le conoscenze. E’ il nostro scopo sociale: Pisa può e deve essere un magnete che attiri e crei sviluppo concatenato, un faro di luminosa luce. Le idee che abbiamo visto sono invece un buco nero, che trattengono luce e la disperdono. Fino a distruggerla.

Le eccellenze in ambito culturale non sono filiali di sportelli bancari o postali: le logiche e le dinamiche sono diverse. Vanno irrobustite: non fotocopiate fronte/retro.

Il proliferare dei centri di eccellenza, oggi così abituale, non corrisponde ad interessi culturali quanto piuttosto a quelli di logiche accademiche.”

IL PRESIDENTE

(Dr. Stefano Ghilardi)