L’Ambasciatore Nato Pontecorvo elogia la 46ma Brigata Aerea di Pisa
ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI DI PISA
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COMITATO PICCOLI AZIONISTI TA
ASSOCIAZIONE PONTE DI MEZZO IL MOVIMENTO OPI
COMUNICATO STAMPA
Pisa, 6 Settembre 2021
L’Ambasciatore Pontecorvo ha elogiato la 46^ Brigata Aerea
La 46^ Brigata Aerea (BA) aveva terminato a Giugno, di volare in Afghanistan, in supporto al Contingente italiano stanziato con la Coalizione Internazionale costituita dopo l’attentato delle torri gemelle, ma è tornata a volarvi, per garantire il ponte aereo umanitario Aquila Omnia, allestito per rimpatriare da Kabul gli italiani e loro collaboratori locali. I C130J pisani hanno garantito una navetta da Kabul al Kuwait, volando con gli slot assegnati dal controllo del traffico aereo dell’aeroporto di Kabul e sotto la supervisione dell’Ambasciatore NATO Pontecorvo, che, per le operazioni di rimpatrio italiane, ha collaborato col Console Tommaso Claudi . Dovendo rimpatriare il maggior numero di persone, entro il 31 agosto, le operazioni si sono svolte in uno scenario convulso e condizionato dalla rudezza dei talebani e dagli attentati dell’ISIS. Da Kabul sono riusciti a partire 120.000 afghani, ma altri 500.000, in attesa di espatriare, sono rimasti in carico all’ONU, che dovrà gestirli con corridoi umanitari, via terra, attraverso i Paesi confinanti.
Al rientro, l’Ambasciatore Pontecorvo, ha speso parole di elogio per l’efficienza dimostrata dai militari italiani ed in particolare per la professionalità con cui gli aviatori della 46^ BA hanno svolto il loro ruolo. Ampio risalto è stato dato dai media, alla necessità degli equipaggi di atterrare e decollare con procedure di decollo ed atterraggio corti, STOL (Short Take Off and Landing) e con manovre di scampo per evitare l’impatto con i proiettili sparati intorno all’aeroporto. Al riguardo ha giovato l’esperienza maturata negli anni precedenti, in cui i velivoli della 46^ hanno operato in quel teatro operativo, a supporto della coalizione internazionale. L’Italia, per stabilizzare e pacificare l’ Afghanistan, in 20 anni, ha impiegato 50.000 uomini, fornendo sia assistenza che consulenza e formazione agli afghani, a livello ministeriale, istituzionale ed operativo e sacrificando 53 vite e rimpatriando 723 feriti.
I Presidenti Mattarella e Draghi, in previsione del G20 straordinario, organizzato dall’Italia, stanno spronando l’Europa ad avere una propria forza difensiva, al servizio di un’unica politica estera europea, inflessibile nei confronti delle violazioni dei diritti umani, perpetrate soprattutto su giovani e donne e su istituzioni sociali e politiche.
ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI DI PISA COMITATO PICCOLI AZIONISTI TA
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