Premessa: cos’è l’agiografia – di Gabriele Zaccagnini
PREMESSA: COS’E’ L’AGIOGRAFIA
di Gabriele Zaccagnini
L’agiografia è un genere letterario che ha finalità e segue metodi redazionali diversi da quelli della biografia, anche se i risultati sembrano simili. In realtà, mentre la biografia (dal greco bìos, “vita”, e gráphein, “scrivere”) ha come fine la ricostruzione del profilo storico di una persona, attraverso l’analisi critica della documentazione che la riguarda, lo scopo dell’agiografia (dal greco agios, “santo” e gráphein, “scrivere”), è quello di definire il profilo agiologico di un santo. Ciò significa che la scrittura è centrata sugli aspetti legati al tema della santità. In questa prospettiva la realtà storica è subordinata alla realtà tipologica, nel senso che il modello, il tipo di vita che un santo ha incarnato (il vescovo, il monaco, l’asceta, il pellegrino e così via) è il centro della narrazione, con la conseguenza che per gli agiografi era assolutamente prioritario evidenziare quegli elementi biografici dei santi che li rendevano simili ai modelli piuttosto che quelli peculiari della loro realtà storica. Spesso inoltre i santi erano vissuti molti anni, se non secoli prima degli agiografi, che pertanto non esitavano a costruire i loro racconti sulla base di luoghi comuni e di tradizioni di dubbia autenticità. Ma, lo ripeto, agli agiografi e al loro pubblico, la verità storica non interessava affatto, interessava solo che i personaggi di cui tracciavano il profilo agiografico corrispondessero agli ideali di perfezione che incarnavano e che potessero essere oggetto di imitazione e, soprattutto, di culto. Infine gli agiografi attingevano usualmente a un repertorio, ricco ma comunque limitato, di stereotipi, di luoghi comuni, spesso di matrice biblica, di cui si servivano per favorire nei lettori, o negli ascoltatori, i processi mnemonici e i richiami, i confronti, i paralleli con i personaggi della Sacra Scrittura e con gli altri santi, in modo da rendere ancora più facile la comprensione del messaggio spirituale e teologico che scaturiva dalla vita del santo. Bisogna quindi conoscere e identificare questi “luoghi comuni” non solo per interpretare correttamente il pensiero degli agiografi ma anche per evitare di scambiarli per elementi originali.
(Da G. Zaccagnini, San Ranieri, patrono di Pisa. Alle origini della santità dei laici, Milano, S. Paolo ed., 2010, pp. 45-47)