ADP e CPATA. INFRASTRUTTURE COSTA-CAPOLUOGO. AVANTI NEL BENE COMUNE. NO DOPPIONI AEROPORTUALI. SI’ TAV E TERZA CORSIA FIPILI

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ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI DI PISA
E COMITATO PICCOLI AZIONISTI TOSCANA AEROPORTI

AI QUOTIDIANI LOCALI E NAZIONALI

Pisa, sabato 12 Dicembre 2020, 2021 in stile pisano

Oggetto: INFRASTRUTTURE COSTA-CAPOLUOGO. AVANTI UNITI PER IL BENE PUBBLICO: SI’ A TAV E TERZA CORSIA FI-PI-LI. NO A DOPPIONI AEROPORTUALI.

Apprezziamo e concordiamo con la Presidente dell’Unione Industriale Pisana, Patrizia Alma Pacini, sul gap infrastrutturale di cui soffre da decenni il territorio costiero e pisano in particolare -basti pensare all’assenza dell’alta velocità ferroviaria sulla Genova-Roma, alla Tangenziale di Nord Est, alle penose situazioni generali della Superstrada FI-PI-LI- e che inevitabilmente finiscono per penalizzare il territorio ed un suo importante volano di sviluppo ovvero l’aeroporto “Galilei”.
Riteniamo che ciò sia addebitabile soprattutto allo sbilanciamento degli investimenti fatti negli ultimi 15 anni a favore dell’area metropolitana fiorentina che tutto ha intercettato, lasciando a secco tutto il resto della Toscana, costa tirrenica in primis. Anche se inascoltati, abbiamo sempre sollevato in ogni modo, spesso derisi, l’urgenza di allargare il bacino d’utenza dello scalo pisano alle regioni limitrofe. Occorre mettere i punti sulle “i” su chi, da fuori Pisa, da anni ci sta etichettando come campanilisti, ben sapendo che sia vero l’opposto. Nutriamo riserve sull’attribuzione della querelle in corso fra TA e Comune di Pisa, come riconducibili alle diatribe di campanile attribuibili alla sensibilità del territorio pisano.
I fatti testimoniano che nella competizione aeroportuale fra Pisa e Firenze, fu quest’ultima 17 anni fa a scippare, come testimoniato dall’ex Presidente dell’ENAC Alfredo Roma, l’assegnazione dei codici IATA a Pisa, (quanto se ne parlò!) per garantirsi in esclusiva i collegamenti con gli HUB internazionali, permettendo a tali aeroporti strategici d’incrementare le proprie rotte intercontinentali, a scapito –guarda il caso- del “Galilei” di Pisa. Chi è campanilista? E poi, il boicottaggio fiorentino fu confermato anche negli anni successivi all’attivazione del treno “Canapone” nel Gennaio 1983, il treno veloce che partiva dal terminal di S. Maria Novella per il “Galilei”: quanti bastoni fra le ruote di quel treno furono gettati arrivando persino a chiudere -adducendo risibili questioni di sicurezza e controlli- il check-in dei bagagli e passeggeri sul binario di Santa Maria Novella. Il turista, fatto appunto il check-in, poteva salire sul treno che direttamente lo avrebbe portato al “Galilei” di Pisa senza quelle “interruzioni di carico” (e doppio biglietto) che invece si producono con il tanto ultra-celebrato Pisamover. Sia “Canapone” che il People Mover furono opere entrambe concordate con la Regione, per l’integrazione dei 2 aeroporti. Una vincente ma fatta chiudere appena possibile e in fretta e furia, danneggiando lo scalo pisano e la fruibilità da parte dei fiorentini di poter prendere l’areo a Pisa, giustificando lo spauracchio di Bologna. L’altra, il People Mover è stata un’operazione semplicemente disastrosa. E’ colpa dei pisani che difendono il proprio territorio? Non ci pare. E i numeri parlano e cantano, al di là della situazione Covid. Sapendo quindi che lo scalo pisano si sarebbe ritrovato senza collegamenti, per di più con interruzioni di carico nel trasporto passeggeri, non ricordiamo alzate di scudo, nonostante gli sgarbi ricevuti dai pisani che si sono ritrovati pure additati di campanilismo, becchi e bastonati. Per non parlare delle mancate penali a sette zeri per la rottura del patto parasociale nella ex SAT da parte della Regione Toscana. E neanche dei soldi guadagnati dalla vendita delle azioni ex SAT in quota della Regione Toscana, a Pisa non sono mai tornati come promesso: già, ma i campanilisti non possono essere sempre i pisani rimasti con il cerino in mano, vi pare? Dispiace oggi constatare che dal confronto fra Comune di Pisa e il rappresentante di CAI, azionista di TA sia scaturita la decisione unilaterale, non comunicata a nome di CAI ma a nome di TA, dell’interruzione dei rapporti col Comune di Pisa, socio importante ed ex Presidente del precedente Patto Parasociale SAT. Non sappiamo se tale decisione influenzerà i mercati più della dialettica del confronto in Consiglio Comunale, il più alto consesso cittadino che rappresenta tutti i cittadini, che dal 2014 rivendicano l’ampliamento del terminal, già previsto da SAT ed approvato in autofinanziamento da ENAC.
Adesso fermiamoci e riflettiamo: da decenni chiediamo che le infrastrutture migliorino i collegamenti della Costa, di Pisa e del suo Aeroporto Internazionale. Maggiormente, visto il tracollo di questi mesi anche e purtroppo del settore aeroportuale, visto che con il Coronavirus il mondo non sarà più come prima, con la sua mobilità globale, conviene ancora pensare di fare a 80 KM del Galilei (che può ospitare benissimo una terza pista), un doppione aeroportuale a Peretola nuovo da capo a piedi o conviene allungare la pista attuale? Ecco, viviamo il tempo della riflessione, di quella che dobbiamo fare le cose per bene, incominciando a non costruire doppioni. Per di più scialacquando denaro pubblico. Di questi tempi, poi. Fare le cose semplici: collegare la Costa al capoluogo di Regione in modo veloce e sicuro su ogni tipo di infrastruttura (strade e ferrovie), costruire la terza pista a Pisa. Davvero siamo noi pisani i campanilisti?

Per il Comitato Piccoli Azionisti TA
Dr. Conzadori Gianni
Per l’Associazione Amici di Pisa
Dr. Franco Ferraro