LA DARSENA EUROPA DI LIVORNO NON E’ UN’INFRASTRUTTURA SOSTENIBILE

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ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI DI PISA

Pisa, 24 Novembre  2020

OGGETTO. La “Darsena Europa” NON è   un’ infrastruttura sostenibile

             Apprezziamo l’impegno dell’Amministrazione Comunale di Pisa in tutela del Parco di S. Rossore la cui costa del Calambrone/Tirrenia è minacciata dagli effetti erosivi causati dall’ampliamento del porto di Livorno. Lo studio scientifico previsionale dell’impatto dell’espansione a mare dell’imponente “Darsena Europa”, recentemente richiesto dal comune di Pisa a una società genovese, è quanto era auspicato sia dagli “Amici di Pisa” che da altre associazioni culturali come ITALIA NOSTRA sez. Pisa/Livorno e Legambiente Pisa.

Per una migliore programmazione dell’indagine conoscitiva, l’Associazione Amici di Pisa propone le seguenti iniziative:

– coinvolgere il “Team coste” del Dipartimento di Scienze della Terra della ns. Università, che ha come obiettivo proprio lo studio della dinamica dei sistemi costieri toscani e la conoscenza del sistema bacino fluviale-costa-mare.

– nell’ambito del progetto comunale dell’“Autorità Portuale” dei Navicelli, definire un’area a disposizione del suddetto Dipartimento  per condurre studi “in vasca” delle dinamiche delle linee di costa utilizzando le acque del canale e  ristrutturando a questo scopo l’abbandonato stabilimento ex Siticem di  “la vettola”.

Mentre i progetti della amministrazione pisana per la mobilità, come le piste ciclabili dentro le pinete del Parco di S.Rossore e di Marina per raggiungere Tirrenia dove il WWF custodisce l’OASI DELLE DUNE, sono coerenti con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile n°9-15 indicati dall’ONU, quest’ultimi sono minacciati dalle mega-navi che scaleranno la  Darsena Europa:

  1. Saranno più numerose le specie aliene contenute nelle acque di zavorra delle mega navi cinesi prelevate o espulse per ottimizzarne la linea di galleggiamento al variare del carico trasportato. Infatti nelle acque prospicienti Marina di Pisa è già stata rilevata la presenza dell’alga Ostreopsis ovata, una dinoficea bentonica potenzialmente tossica prelevata dai mari tropicali e subtropicali e qui espulsa con il meccanismo sopra descritto (vedi http://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/acqua/balneazione/ostreopsis-ovata ).
  2. Aumenterà l’inquinamento dovuto ai fumi emessi dalle navi che usano olii carburanti poco raffinati con alta percentuale di  zolfo   in quanto  le coste italiane  non sono incluse nella lista “Emission Control Areas”, ECAs, istituita dall’agenzia dell’ONU International Maritime Organization IMO, come opportunamente hanno fatto  Stati Uniti, Canada e paesi baltici.

Inoltre, molti stakeholder portuali avevano sollevato dubbi (vedi cap.6 dell’indagine dell’Istituto Regionale per la Programmazione Toscana IRPET del 2017) circa   l’economicità del trasporto containerizzato per l’azione competitiva del trasporto ferroviario Europa-Cina (“One Belt One Road”) che degli “investimenti simili in porti vicini” come Genova e Savona (vedi  pareri dell’OCSE e Corte dei Conti citati al punto 4.2 del Rapporto dell’ IRPET del 2017).

Questi dubbi ancora permangono tanto che nessun investitore si è fatto avanti per gestire e costruire il nuovo terminal container della Piattaforma Europa (vedi articolo della rivista specializzata “Trasporto Europa”  del 17/12/2019).

A fronte di preoccupazioni ambientali ed economiche, non è quindi il caso di rivedere il progetto Piattaforma Europa nella dimensione attualmente prevista?

 per  ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI DI PISA- Presidente Franco Ferraro