Santa Bona
(immagine tratta dal volume: G. Zaccagnini, La tradizione agiografica medievale di santa Bona da Pisa, Pisa 2004 Piccola Biblioteca GISEM, 21)
Bona, nacque a Pisa, nel quartiere di Kinzica, intorno alla metà del secolo XII, probabilmente verso il 1155. Sebbene legata alla comunità di S. Martino in Kinzica come oblata, ebbe rapporti strettissimi con i benedettini pulsanesi del monastero di S. Michele “in Orticaria”. La Vita ci è pervenuta in quattro redazioni, di cui solo due complete, tràdite dal codice C 181 (secolo XIV-XV) dell’ Archivio Capitolare di Pisa. Dall’analisi testuale si evince che la redazione originale fu prodotta nell’ambiente dei benedettini pulsanesi (al cui Ordine apparteneva il monastero di S. Michele), e che successivamente fu rielaborata dai Canonici Regolari di S. Martino, dando origine a una seconda redazione. Le due redazioni che ci sono pervenute complete si distinguono per la struttura interna, per l’estensione e soprattutto per la finalità: la redazione pulsanese, più vicina alla realtà dei fatti anche se incline ad evidenziare i rapporti fra la santa e la comunità di S. Michele, sottolinea come Bona, pur essendo oblata dei canonici di S. Martino, si sentisse tutto sommato libera di seguire la propria vocazione, che fu quella della “peregrinatio religiosa”; la redazione canonicale cerca invece di mettere in risalto l’immagine di Bona come “figlia spirituale” dei canonici di S. Martino.
Le Vitae sono concordi nell’affermare che fin da bambina dette prova di grande fervore religioso. A soli dodici o tredici anni partì per la Terrasanta e vi si fermò per quasi dieci anni. Ritornata a Pisa, andò a vivere come oblata in una modesta dimora presso la chiesa di S. Martino. La sua vita non trascorse però in un quieto isolamento: pur essendo cagionevole di salute visse alternando lavoro e preghiera a lunghi ed estenuanti pellegrinaggi alla volta dei santuari più celebri, da Roma (“ad limina Apostolorum”) a S. Michele del Gargano, fino a Santiago di Compostela, dove si recò nove volte. Bona viaggiava in genere da sola, al modo degli antichi “peregrini” irlandesi, per cercare l’incontro con Dio nella solitudine di un esilio volontario, affrontando con coraggio i pericoli, i disagi e le fatiche di un continuo peregrinare che era l’espressone visibile della scelta di estraneità al mondo, terra d’esilio del cristiano che vive nell’attesa di giungere alla sua vera patria. La particolarissima devozione di Bona per l’apostolo Giacomo si espresse, oltre che nei ripetuti pellegrinaggi a Santiago, nella edificazione di una chiesa con annesso monastero a nord di Pisa, S. Jacopo de Podio, che la santa affidò ai monaci pulsanesi di S. Michele. Morì a Pisa il 29 maggio 1207 e fu sepolta nella chiesa di S. Martino, dove tutt’ora si trova il suo corpo. Festeggiata a Pisa il 29 maggio, Bona fu proclamata patrona delle assistenti di viaggio italiane da Giovanni XXIII, il 2 marzo 1962.
Tratto da: G. Zaccagnini, I santi nuovi della devozione pisana nell’età comunale (secoli XII–XV), in Profili istituzionali della santità medievale. Culti importati, culti esportati e culti autoctoni nella Toscana Occidentale e nella circolazione mediterranea ed europea, a c. di C. Alzati e G. Rossetti, Pisa 2008 (= Piccola Biblioteca GISEM, 24), pp. 289–316 (pp.295-296)
Foto: a sinistra, Papa Giovanni Paolo II, al centro l’Arcivescovo di Pisa Mons. Alessandro Plotti e, a destra, Don Enrico Giovacchini Priore della Chiesa di San Martino in Kinzica che omaggia Sua Santità di un dipinto raffigurante Santa Bona protettrice delle hostess
La motivazione del Papa Giovanni XXIII
Dalla motivazione di Papa Roncalli traiamo alcuni significativi passi:
“La Chiesa (…) guarda anche a quelle giovani che, ai nostri tempi, nei quali sono aumentati straordinariamente i viaggi all’estero, (…) offrono ai viaggiatori la loro opera di assistenza e adempiono ad un ufficio certamente benefico e utile, ma esposto a moltissime difficoltà e pericoli.
Per cui sembra conveniente che (…) siano informate agli esempi di una celeste Patrona e siano sempre difese dalla sua Protezione. Viene proposta la Vergine Pisana, Bona. (…) che si recò più volte nei Sacri Luoghi, nell’Alma Città e a Santiago de Compostela, spinta da sentimenti religiosi come guida e aiuto dei pellegrini.(…).
Per sempre dichiariamo Santa Bona, Vergine pisana, Patrona delle Assistenti dei viaggiatori comunemente dette hostesses”.
A.D. 2.3.1962
A Pisa, in San Martino in Kinzica, è attiva la Compagnia di Santa Bona, la cui presentazione è visibile sul web www.santabona.pisa.it