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Comunicato Stampa: sviluppo aeroportuale quando l’intelligenza non è una bischerata!

 Pisa, martedì 1 Marzo 2011 – 2011 in stilepisano

SVILUPPO AEROPORTUALE: QUANDO L’INTELLIGENZA NON E’ UNA BISCHERATA!

 Il recente intervento stampa dell’Assessore Regionale Marson (Il Tirreno dell’1.3.) lasciano buone speranze per il futuro della Toscana. Infatti l’Assessore ha espressamente detto di cercare uno sviluppo territoriale di qualità, condizione questa che si sta scontrando con sentimenti opposti, anche all’interno della propria maggioranza, ma che la nostra Associazione vuole sostenere . Uno su tutti, il nostro grazie all’Assessore Marson va poiché ha avuto il coraggio di dire le cose per quelle che sono in materia aeroportuale dando voce al comune sentire.

In sostanza (se non erriamo), che Peretola è comunque prossima al suo massimo sviluppo, che  dal 1974 l’aeroporto Galilei di Pisa è l’aeroporto di tutta la Toscana, che lo sta facendo bene, e che  è uno sciupìo enorme di denaro pubblico e all’ambiente costruirne uno nuovo a Peretola.
 Con il concreto rischio, aggiungiamo noi, di creare sì nuovi posti di lavoro a Peretola, ma di perdere gran parte dei 3000 che ruotano intorno a quello pisano.
  Non eravamo abituati a tanta lucidità mentale in tema di amministrazione della cosa pubblica. L’Assessore Marson ha senza dubbio alcuno, parlato con logica, numeri, raziocinio, lungimiranza e, virtù rara, buon senso: qualità umane che dovrebbero essere tipiche di ogni amministratore pubblico o privato, di sinistra o di destra o di centro. Purtroppo invece le susseguenti puntualizzazioni in questo argomento del Presidente Enrico Rossi “… la Marson ha detto una bischerata …” fanno fare immediata retromarcia a chi, come noi, pensa che la Toscana sia tutto sommato un’isola felice di governo partecipato e lontana anni luce dall’Italia-sprecopoli a più non posso.
 E’ bene dunque ricordare che, se il Presidente Rossi in campagna elettorale si è preso “il sacro impegno” di costruire una seconda pista a Peretola, è meglio per le tasche dei toscani e per il lavoro, il venire meno ad un’avventata promessa elettorale che tenerne fede ad ogni costo. Che per realizzarla dovrebbe: interrare l’autostrada (mica un osso nel giardino!), sopraelevare il Fosso Reale, i suoi affluenti, la viabilità collaterale e dotarla di idrovore potenti; fare scempio del Parco della Piana, rinunciare al termovalorizzatore sapendo che dal 2015 sarà indispensabile ai fiorentini; rinunciare alla Cittadella Viola, caricare l’aerea di milioni di metri cubi di urbanizzazione dell’area Fondiaria; scaricare sui pratesi le emissioni sonore e ambientali degli aeroplani perché i livelli di gas su Firenze sono già oltre i limiti; costruire una seconda pista, mettere in crisi la forza-lavoro del Galilei di Pisa, ribaltare la realtà consolidata, vincente dell’attuale sistema aeroportuale.
  Il tutto pagato per l’80% con i soldi pubblici: tutto ciò solo per una promessa elettorale azzardata. Merita dunque tutto ciò? Sarà il caso di riflettere seriamente e dare ragione a tutta quella gente che continua a dire che la seconda pista non si può fare? E’ questo il primo “pater” dei problemi toscani contro cui battersi per evitare il declino? E’ forse il caso invece di investire maggiori risorse per lo sviluppo e il rilancio della ferrovia in alta velocità costiera creando un braccio verso Pisa? Sarà il caso invece di investire in Toscana sulla difesa dei posti di lavoro, sul rilancio dell’industria, del commercio, dell’artigianato, sul turismo, sui musei, sulla viabilità costiera e sulla Siena – Grosseto?
  Presidente Rossi, cambi angolatura al suo punto di vista finché in tempo, l’assessore Marson le ha aperto gli occhi prima del disastro: la Toscana merita “solo” un treno che in mezz’ora porti i fiorentini all’aeroporto di Pisa! Il terzo binario ferroviario ad alta velocità infatti costerebbe sicuramente un quarto di tutti i soldi necessari nel suo insieme per fare a Peretola la pista tangente o parallela. Pisa ha possibilità di sviluppo aeroportuale quasi infinite: perché gettare tutto alle ortiche?

             IL PRESIDENTE
                                (DR. FRANCO FERRARO)

Comunicato Stampa: unire le Province di Pisa e Livorno? Giù le zampe! scherzo di carnevale o pesce d’aèrile in anticipo?

 Pisa, sabato 12 marzo  2011 -2011 stilepisano-

UNIRE LE PROVINCE DI PISA E LIVORNO? GIU’ LE ZAMPE!SCHERZO DI CARNEVALE O PESCE D’APRILE IN ANTICIPO? 

L’iniziativa di un parlamentare della Repubblica Italiana di accorpare, nella speranza di alleggerire i costi della politica, le province di Firenze-Prato-Pistoia, Grosseto-Siena-Arezzo, Lucca-Massa Carrara e Pisa con Livorno, ci fa fatto fare una sana e fragorosa risata, di quelle che aspettavamo da tempo per riprenderci l’umore dopo le pazzesche iniziative in ambito Regione Toscana, di unire alla pari e a freddo, l’aeroporto di Pisa con quello Firenze. Quanto abbiamo riso!

 E’ stata la prova provata che, pur di uscire dall’anonimato della propria carica istituzionale e cercare la notorietà (mal calcolata) si arrivi anche s

olo a pensare di unire i senesi con i grossetani, i massesi con i lucchesi. Insomma, cari onorevoli, un po’ di contegno! Quando inizia il torneo delle sparate più grosse, avvertiteci!
 La politica si sa, ha i suoi costi. Ma la politica quando prende decisioni sbagliate (e i diari ne sono pieni!) ne fa ricadere i costi, compreso quelli sociali, sulla collettività. Che non è detto che sia ancora disposta a prenderli sul serio. I politici. Alla bisogna, ecco una citazione su tutte: quella cinematografica dell’immenso Totò: “e io pago!”.
 Ma ve lo immaginate voi, i pisani assieme ai livornesi? Così fedeli e orgogliosi questi ultimi del proprio status di moderna “civitas” appaiati, appiccicati a forza con quei vecchi bacucchi, nobili decaduti dei pisani che a Livorno avevano uno dei loro porti chiamato Porto Pisano? Ma via! Si sentirebbero nuovamente…pisani! Già. Perché diciamolo chiaro: l’istituzione della Provincia di Livorno è uno dei pochi atti del ventennio fascista che i livornesi non hanno mai rinnegato. Anni in cui furono celebri gli scontri in camicia nera tra i federali filo Ciano livornesi e quelli Buffarini Guidi pisani, con quest’ultimo che (leggenda o no..) una volta bloccò un treno carico di libri in partenza dalla Scuola Normale di Pisa e diretto in quel di Livorno. O pure altrettanto celebri, gli scontri del ventennio, protratti fino ai primi anni ’60, sulla titolarità territoriale della nascente Tirrenia, che è pisana come Calambrone!. Il tutto finì, come polemica, con il chiamare Pisorno la nuova strada di collegamento dell’interno verso la costa. Già proprio questo abbiamo pensato fra una risata e l’altra: o come si dovrebbe mai chiamare questa nuova provincia Pisa-Livorno? Pisorno? Già il nome suona male, come un rantolo d’un orco o come un sibilo del gobbo di Notre Dame.
  Sul finire della nostra risata, il ragionamento tra noi si è fatto più serio: ma non sarà mica il caso di alleggerire il bilancio dello Stato Italiano abolendo le Regioni? Siamo proprio convinti che molti dei mali dei pisani e dei livornesi, vengano proprio da laggiù, da quel Palazzo Regionale che fagocita, ingoia, tresca e tramesta e soprattutto costa? E quanto costa! Pianta organica da Casa Bianca, costose indennità ai consiglieri anche a quelli passati, sovrapposizione di competenze che vengono portate allo scontro con altri e più antichi apparati dello Stato come le prefetture (che sono strutture dirette del Governo organizzate su base provinciale) le stesse province, le autorità di bacino e delle comunità montane. Il tutto moltiplicato per le 20 regioni italiane: chiamatele “quisquilie e pinzillacchere!”
  Insomma, come spesso accade, dopo la grassa risata, c’è sempre spazio per la riflessione seria. E torna a mente quell’ “e io pago!” di Totò. Già, perché da quando sono state istituite le Regioni, il meccanismo-Stato si è progressivamente rallentato nell’azione e nell’efficacia, è diventato gommoso, palloso nel senso peggiore del termine, il bilancio statale ha visto aumentare progressivamente il suo deficit dovuto al nuovo apparato regionale. E che fa l’effetto del colesterolo alto: intasa le vene e rischia l’infarto all’organismo. Ecco che ci siamo con il concetto: cari Onorevoli, se proprio volete passare alla storia delle attività parlamentari, fatelo per una cosa che serve nella direzione dell’economicità, che è utile all’efficienza dello stato, che è rispettosa del sentire dei cittadini e del suo ruolo d’appartenenza al territorio in cui nasce, vive, lavora (sempre meno ahinoi) e soprattutto paga le tasse necessarie al (mal) funzionamento dello Stato: abolire sì, ma le Regioni! Giù le zampe dalle province!

        IL PRESIDENTE   
         (DR. FRANCO FERRARO)

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Comunicato Stampa: Corte d’Appello distaccataa Pisa? Occasione da non perdere

Pisa, martedì 1 Marzo 2011 – 2011 in stilepisano

COMUNICATO  STAMPA: “CORTE D’APPELLO DISTACCATA A PISA?
OCCASIONE DA NON PERDERE!”

 La recente inaugurazione dell’anno giudiziario della Toscana da parte del Presidente della Corte d’Appello Dr. Fabio Massimo Drago ha visto rilanciare l’idea, da tempo in fase di studio nel Parlamento Italiano, di provvedere quanto prima ad una riorganizzazione territoriale delle Corti d’Appello.

Le sezioni esistenti infatti, oberate oltre ogni limite ammissibile di sforzo, non riescono più a garantire sufficiente operatività alla macchina della Giustizia Italiana creando, non di rado, ampie e condivisibili proteste pubbliche per come essa opera. Ciò non dovuto all’impegno dei singoli ben disposti, quanto per la percezione che dà di sé stessa, di scarsa possibilità di smaltimento dei carichi di lavoro. Ecco che il riassetto della redistribuzione geografia delle sezioni non è solo un’idea, ma una necessità.
  In Toscana, Pisa è la città che ha più titoli per proporsi senza campanilismo alcuno, per ospitare una sezione distaccata. Le sue doti sono note: posizione geografica baricentrica alle città della costa, snodo ferroviario di importanza nazionale, snodo viario stradale ottimamente servito con la superstrada FI-PI-LI e A-12/A-11, un aeroporto internazionale famoso nel mondo, tre Università che sono eccellenze europee, una Fondazione Scuola Forense Alto Tirreno che raggruppa i consigli Forensi di cinque province: Pisa, Livorno, Lucca, Massa Carrara e La Spezia, oltre ad un patrimonio di storia, cultura ed arte degno di una ex Repubblica Marinara. Su queste incontrovertibili basi pertanto, non possiamo che condividere, sottoscrivere e sospingere la lettera-appello del Presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni e del Sindaco di Pisa Marco Filippeschi affinché in sede ministeriale e parlamentare venga data giusta soluzione ai problemi della Giustizia Italiana scegliendo Pisa come seconda sede toscana della Corte d’Appello.

             IL PRESIDENTE
                                (DR. FRANCO FERRARO)

 

Comunicato Stampa: il Galilei è il prestigio toscano

Pisa, Martedì  11 Gennaio 2010 -2011 stilepisano-

COMUNICATO STAMPA
IL GALILEI E’ IL PRESTIGIO TOSCANO, E’ L’AEROPORTO DELLA TOSCANA DA 40 ANNI.
PERCHE’ RISCHIARLO? 
PERCHE’ ENORMI INVESTIMENTI PUBBLICI SU PERETOLA?
CUI PRODEST?

 In questi ultimi mesi purtroppo ne abbiamo viste di tutti i colori sulla pelle del “Galilei”: studi Irpet finanziati dagli imprenditori fiorentini ed ovviamente favorevoli alla seconda pista di Peretola, elezioni amministrative regionali, promesse, garanzie di portare la luna sulla terra e di mettersela in tasca. La Regione Toscana che cerca l’assurdo e lo spreco pur di mantenere la parola data e sfuggitagli maldestramente in campagna elettorale: quella di dare una seconda pista a Peretola e creare un’unica società di gestione.

Nel frattempo si scoprono buchi di bilancio di oltre 250 milioni di euro nella sanità massese ma, per il presidente della Regione Enrico Rossi, la priorità è invece quella di rovesciare un bel mucchio di soldi pubblici su un aeroporto saturo, imprigionato dall’urbanistica attuale e ricca di sviluppi immobiliari futuri come Peretola (Caserme, Parco, Cittadella Viola, area Castello-Fondiaria, Università). Progetto questo, destabilizzante dei consolidati successi del sistema aeroportuale toscano rappresentato dal Galilei e per nulla bisognoso di interventi come la creazione di una società unica di gestione aeroportuale.
  Insomma, cambiano gli attori ma il film, da oltre 35 anni recita la stessa trama logora: mettere su un aeroporto dove è innaturale farlo, rischioso, antieconomico, buttando soldi pubblici dalla finestra. A chi giova tutto ciò? Ci risiamo con il conto.
 Basta avere un po’ di memoria storica, economica ed aeroportuale. Nel 1974 l’Aeroporto pisano, agli inizi della sua attività civile, avrebbe dovuto chiamarsi, nelle intenzioni di una ventina di senatori fiorentino – centrici: “Firenze – San Giusto”. Pisa dovette lottare a fondo per avere rispetto, per far cambiare idea e logo fino a quello attuale: “Aeroporto Toscano Internazionale Galileo Galilei”. I successi del “Galilei” sono sempre stati invisi dalla Regione Toscana che negli anni ’80 autorizzò un allungamento di 250 metri della pista peretolina nonostante le proteste dei comuni limitrofi che si videro, da quel tempo, lambire le proprietà dai seppur piccoli aeromobili.
 Già nel febbraio 1989 il nostro sodalizio ebbe a chiarire sulla stampa: “… a Firenze, o almeno in una parte del mondo politico ed imprenditoriale fiorentino, si continua a voler sottrarre al Galilei il ruolo di aeroporto toscano…. l’Aeroporto Galilei è gestito dalla Sat che, se non erriamo, significa Società Aeroportuale Toscana di cui fanno parte varie e diversificate realtà istituzionali della Toscana compresa essa stessa…..non si capisce perché si senta la necessità di parlare di integrazione gestionale tra Pisa e Peretola, che possa garantire economicità ed efficienza per tutti. Tali criteri a livello regionale per il Galilei sono già garantiti dagli enti consorziati nella Sat e rappresentativi di tutta la Toscana. Più chiara potrebbe invece diventare tale affermazione laddove essa significasse in ipotesi, un passo per risolvere problemi economici e gestionali non nostri e di cui, pur rammaricandoci, non possiamo farci carico….”. Queste parole scritte dalla nostra Associazione nel 1989 con il “Galilei” a quota 1 milione di viaggiatori l’anno sono purtroppo ancora attuali e scritte come ieri: stessi tipi di attacchi, stesse astrusità e strumentalità. Amplificate oggi da decennali ininterrotti, stupendi successi: più che quadruplicati i viaggiatori, ottimo posizionamento nel mercato borsistico, un gioiello che lavora, dà lavoro, funziona e può funzionare benissimo per molto tempo ancora e che dà utili ai soci.
 Il “Galilei” sta bene così come è: non servono chimere faraoniche di voli intercontinentali Pisa – Pechino da barattare con decine di collegamenti europei. Serve invece incrementare quanto di buono è stato fatto negli anni dal compianto Ing. Piergiorgio Ballini e dal suo valoroso staff. Proprio l’amministratore di allora nel febbraio 1995 ebbe a dichiarare: “…basta con la complementarietà tra i due aeroporti. Pisa accetta la concorrenza sapendo di avere maggiori potenzialità: Peretola è ormai satura ed il Galilei ha pista e strutture che offrono qualunque garanzia…Noi abbiamo passeggeri che provengono da tutta la Toscana mentre Peretola ha il 75% che proviene solo da Firenze. E quando i fiorentini affermano che molti dei loro utenti vengono dalla costa, finiscono per confermare che il bacino è unico…”.
 Ad oggi, notiamo noi, le cose non sono molto cambiate: Pisa può competere da sola con Bologna e Genova. E’ il mercato che lo dice!. Non c’è bisogno di sperperare denaro pubblico su Peretola per creare un carrozzone i cui effetti sul mercato saranno un vero e proprio suicidio economico, strategico e aziendale per di più spacciato sotto la falsa affermazione che in conseguenza di ciò Pisa svilupperebbe i voli intercontinentali e Peretola quelli business, già oggi ben serviti da Pisa. E’ come mettere il carro avanti ai buoi: si toglie il certo a Pisa per un futuro ancora da realizzarsi e tutto da quantificare nei volumi, nei passeggeri e nei guadagni complessivi in favore di Peretola, di inutili rivendicazioni di campanile e di lobby politica e ben lontano da ogni elementare concetto di funzionalismo economico e gestionale.  Poco importa se Pisa e Firenze distano solo 81 chilometri per ferrovia e ormai si riesce a percorrerla in un tempo quasi europeo al di sotto dei 60 minuti. Poco importa se nel raggio di 100 km da Firenze, oltre a Peretola ci sono Bologna a 97 km servita in Alta Velocità e Pisa a 81 km. Invitiamo tutti gli enti in indirizzo a ponderare con saggezza e lungimiranza (ed a non farne di nulla) ogni scelta di gestione unica sugli aeroporti di Pisa e Firenze: chi ne guadagnerebbe e chi ne rimetterebbe? Cui prodest? Chi risolverebbe i sui problemi e chi invece ne troverebbe di nuovi? Merita la situazione un rischio del genere? Crediamo di no. Pisa può fare da sola.

IL PRESIDENTE
                                 (DR. FRANCO FERRARO)

Il Consigliere Addetto Stampa: Simone Guidotti 

Comunicato Stampa: ringraziamneti presepe in Cattedrale

Pisa, domenica 16  Gennaio 2011 -2011 stilepisano-

OGGETTO: ringraziamenti per il  presepe in Cattedrale

Gentili Signori in indirizzo,
 con questa lettera il nostro sodalizio vuole esprimere vivo compiacimento per l’allestimento del bellissimo presepe esposto in Cattedrale durante le trascorse festività natalizie.  Ottima e memorabile l’intera scenografia quale l’idea di associare la Natività di N.S.G. alla ricorrenza dell’850mo della morte del Santo Patrono di Pisa, San Ranieri,  la cui figura è magistralmente inserita nella rappresentazione esposta.

Quest’ultima poi si distingue per la fine realizzazione di un Porto Pisano che accoglie il Santo al suo ritorno dalla Terra Santa.
 Siamo certi che quest’opera sia stata apprezzata dai nostri soci, dalla cittadinanza e dai numerosi turisti e che verrà ricordata nel tempo come rilancio delle unicità pisane anche in campo religioso e degna di essere ricordata anche nei Vostri siti internet.
 Vogliate dunque estendere i nostri più sentiti ringraziamenti agli autori e promotori del progetto ed alle Maestranze che hanno collaborato al presepe 2010 e, sicuri di questo successo, di lavorare con certezza e forza per la futura edizione.
        Un caro saluto
IL PRESIDENTE
                                 (DR. FRANCO FERRARO)

 

Il Consigliere Addetto Stampa: Simone Guidotti 

 

Comunicato Stampa: accoltellamenti in centro storico

Pisa, mercoledì 19 gennaio 2011 -2011 stilepisano-

OGGETTO: accoltellamenti in centro storico    

Gentile  Signor Ministro, gentili Signori in indirizzo,

 è notizia di ieri sera che durante l’ora dell’aperitivo di una zona storica di Pisa, Piazza delle Vettovaglie, di un regolamento di conti tra nordafricani finito a coltellate tra i tavoli affollati di gente. Non è certo la prima volta che succede: il centro storico di Pisa si è spopolato anche per colpa di episodi simili che in periferia accadono raramente.

 Alcuni mesi fa Sua Eccellenza ha presentato nella Prefettura Pisana, di concerto con le Autorità locali, il patto per Pisa sulla sicurezza. Con tutta franchezza non ne abbiamo ancora visto i benefici. Non ci interessa cercare le colpe o fare caccia alle streghe né tanto meno tirare volate politiche: ci interessa, che episodi come quelli appena descritti spariscano lentamente dalla cronaca pisana che solo con un attento e responsabile controllo del territorio può garantire.
 Siamo altresì convinti che ci siano settori della società sui quali sia d’obbligo un rigoroso controllo di spesa pubblica:appalti, contratti, consulenze. Alcuni settori possono essere monitorati ma non possono essere mai fatti oggetto di tagli: sanità, sicurezza, pensioni. Pertanto Ella vorrà capire la bontà del nostro intervento che offende Pisa, la società civile, la persona umana.
 Proprio su questo aspetto ci preme sottolineare che fatti come quelli appena descritti anziché risvegliare un doveroso senso civico collettivo di sdegno e di positiva reazione di coscienza sociale, scatenano fenomeni assuefativi, di incrudimento e di preoccupante insensibilità verso il sangue violento che scorre ai piedi di un tavolo allestito per un aperitivo.
 Non vogliamo dunque che la nostra città finisca nel tritacarne della bulimica cronaca nera nazionale, pertanto auspichiamo un pronto intervento dalle SS.VV. in indirizzo affinché ci sia una rapida inversione di tendenza in questo senso e le famiglie possano godere del centro storico pisano, anche la sera in tutto il suo splendore.
   
IL PRESIDENTE
                                (DR. FRANCO FERRARO)

Presidente Renzo Paolicchi

Renzo Paolicchi

RENZO PAOLICCHI
Trentatre anni da Presidente (1963-1996)

Presidente Renzo Paolicchi

Una fotografia del 1986: a sinistra il Cav. Renzo Paolicchi stringe la mano dell’Avvocato Arturo Baldini.
Uno scatto “premonitore”: sembra un passaggio di consegne che ci sarà 10 anni più tardi quando
Paolicchi lascerà la presidenza degli  Amici di Pisa in favore dello stesso Baldini.

Nacque a Pisa il 30 novembre 1914 nella casa cantoniera in località “i Tre Cancelli”, dove il padre lavorava come casellante delle Ferrovie. Seguì la scuola dell’obbligo fino alla quinta elementare poi, per poter proseguire gli studi, lavorò come garzone di barbiere, frequentando le scuole serali fino all’ottava classe, l’attuale terza media. Fin dai primi anni di studio ebbe una grandissima passione per la storia, in particolare per quella della sua città. Gli eventi di quegli anni lo portarono a fare vari mestieri, dal barbiere all’operaio della Piaggio, fino ai primi anni Cinquanta quando entrò come impiegato come impiegato all’Inail di Pisa restandovi fino alla pensione. La passione per la storia e per l’arte pisana, il legame indissolubile per la città, unitamente al desiderio forte di “ricominciare” nell’immediato dopoguerra, lo portarono a legare a metà degli anni Cinquanta, con un gruppo di Amici che iniziavano ad occuparsi delle varie vicende pisane. Risalgono al 1951 le prime prese di posizione sulla stampa locale a favore dell’interesse per la città, firmate da questo nucleo di Amici con la sigla “PRO PISA”. Più tardi Renzo Paolicchi entrò a far parte di querlla che il 10 gennaio del 1959 divenne l’Associazione degli Amici di Pisa, alla presidenza della quale fu destinato nel 1963 a succedere al maestro Alfredo Marcelli. Da allora il suo impegno è stato ininterrotto fino agli inizi del 2000, quando ormai alle soglie dei novant’anni di età, seguiva le vicende della sua amata città dalle cronache dei giornali che gli venivano riferite e dai notiziari delle televisioni locali. Di carattere schivo e riservato ma di eccezionale integrità morale, un uomo qualunque per modestia e rispetto della vita, nella piena osservanza delle finalità statutarie dell’Associazione dimostrò sempre, con il suo impegno di avere a cuore solamente l’interesse di Pisa e dei pisani, di nascita o di adozione, talvolta elogiando, talvolta “bacchettando” le amministrazioni, indipendentemente dal loro colore politico, schierandosi sempre e soltanto a favore di uno sviluppo economico e sociale della città. Oltre che sul piano dell’attualità il Presidente Renzo Paolicchi dette anche un forte contributo sul piano storico locale essendo stato, nel dopoguerra, uno degli artefici della rinascita del Gioco del Ponte, nel quale ricoprì la carica di Luogotenente di Tramontana per diversi anni. Agli inizi degli anni ’60 ebbe a scrivere una memoria “storica” che iniziava con queste frasi: “se improvvisamente si potesse risalire di alcuni secoli nel tempo, in questa mattina del 17 gennaio, noi troveremmo la nostra Pisa ammantata a festa in un clima di ardente passione. Era questo il giorno in cui si combatteva il primo Gioco del Ponte dell’anno e si chiamava volgarmente “la Battagliaccia”, nella quale si impegnavano le reclute che, per la prima volta, prendevano parte al Gioco del Ponte. Il secondo torneo (per molto tempo si usò fare due Giochi all’anno), si chiamava invece la “Battaglia Generale” e non aveva data precisa; si celebrava per lo più in occasione del soggiorno a Pisa di famosi personaggi (allora Pisa era ricercata anche come stazione climatica). Comunque la Battagliaccia non aveva meno mordente e sfarzo della Battaglia Generale. Fin dalle prime ore del mattino  la città andava addobbandosi a festa; dalle torri civiche a quelle campanarie, fino alle umili finestre dei vicoli, sventolavano le bandiere multicolori delle squadre cui tali edifici appartenevano. Intanto il pubblico orologio veniva anticipato di un’ora per modo che la sera non venisse a cogliere la festa sul più bello. Tanto era l’attaccamento al Gioco del Ponte che indusse molti facoltosi a ricordarsi di esso anche sul letto di morte, con lasciti e donazioni”. E terminava così: “Il rimpianto e la nostalgia per la fine di questa tradizione, dopo l’ultimo Gioco del 1807, si tramandò per generazioni. Felice Tribolati, in una conferenza tenuta sul Gioco del Ponte il 30 maggio 1875 nella nostra Università disse: “un popolo che perde la sua libertà, cioè le sue tradizioni, muore. E Pisa perse le sue tradizioni”.
Per i meriti acquisiti con il suo operato, Renzo Paolicchi ebbe vari riconoscimenti ufficiali, fra i quali nel 1992, la nomina di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica e poi di Cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano, nonché l’assegnazione del Premio Pisa nella 50ma edizione del 2006. Durante la II Guerra Mondiale rischiò più volte la vita sotto i bombardamenti per andare a radere la barba o a tagliare i capelli ai soldati di guardia lungo il perimetro dell’aeroporto, facendosi ricompensare con generi alimentari che poi distribuiva alle famiglie di via Fagiana dove era sfollato. Guidato sempre, come amava dire ai suoi cari, “nella luce della parola di Dio”, Renzo Paolicchi ha lasciato a noi pisani e a tutti coloro che lo hanno conosciuto, un’eredità straordinaria e un’eccezionale testimonianza di vita, della quale l’Associazione degli Amici di Pisa è oggi custode.

Tratto da:
“L’Associazione degli Amici di Pisa. Cinquant’anni di storia della città” di Alberto Zampieri e Carlo De Santis, Pacini Editore, Pisa, Ottobre 2008. Simone Guidotti, Associazione Amici di Pisa, 2011.

Presidente Alfredo Marcelli

Alfredo Marcelli

ALFREDO MARCELLI
Il Primo Presidente dell’Associazione (1959-1963)
 

Presidente Alfredo Marcelli

Foto scattata nel 1957 dal Prof. Antonio Fascetti.
A sinistra, il Maestro Alfredo Marcelli parla con Mario Orsolini, conservatore e salvatore del Museo Civico Pisano.
Sullo sfondo, la facciata della Chiesa dei Cavalieri di Santo Stefano

Alfredo Marcelli nacque a Pisa nel 1877. Diplomatosi presso l’Istituto Tecnico di Livorno in fisica-matematica, s’iscrisse all’Università di Pisa dove frequentò il primo biennio della facoltà di Matematica e Scienze Naturali; la morte prematura dei genitori lo costrinse ad abbandonare gli studi prediletti ed a conseguire il diploma magistrale. Intraprese così la strada dell’educatore, professione che si rivelerà ben presto una vera e propria vocazione fino ad allora nascosta. Insegnò per molti anni in Maremma a Manciano, paesino allora sperduto in mezzo alle colline che dominano la pianura, dove non sempre la popolazione vedeva di grande utilità la figura del maestro e la necessità di andare a scuola. Il giovane Marcelli non si scoraggiò affatto anzi, le difficoltà contribuivano ad alimentare il suo entusiasmo. Così nel 1910 fondò a Castagneto Carducci la “Mutualità Scolastica” e scrisse un suo libretto di versi oggi introvabile. E’ importante notare come in questo giovane, incline alla fisica ed alla matematica, fosse sbocciato improvvisamente l’estro del poeta. Ciò in una figura fisica che, come testimoni del tempo hanno riportato, faceva pensare ad un cospiratore piuttosto che ad un educatore idealista o ad un romantico scrittore, complice la sua barba nera, il cappello ed i vestiti sempre rigorosamente di colore nero. Il maestro Marcelli, che di giorno insegnava ai bambini e la notte parlava ai butteri  maremmani che si riunivano intorno a lui per ascoltare parole a loro sconosciute e discorsi di “altri mondi”: erano gli anni che precedevano la guerra ’15-’18 e lui raccontava loro di Patria, di confini ingiusti, di Trento e Trieste, di Guglielmo Oberdan. Poi anche il nostro maestro Marcelli vestì la divisa militare e partì per la Grande Guerra con il grado di tenente di Fanteria. Dopo i primi durante i quali partecipò ad azioni militari, fu destinato a svolgere opera di propaganda fra le truppe e le popolazioni civili della zona di guerra: per questa sua attività gli furono conferiti tre encomi e la Croce Rossa gli assegnò perfino una medaglia d’argento. Subito dopo la guerra rimase fra i soldati, insegnando per sei anni a Pisa sia alle reclute provenienti dalle zone di Trieste, Pola, Fiume, sia ai militari del 7° reggimento Artiglieria, del 22° fanteria, della Folgore e dei Carabinieri. Diresse poi per quattro anni, un settimanale per ragazzi a Volterra e per sedici anni insegnò presso una Scuola serale per il Commercio e Ragioneria, fu poi nominato ispettore bibliografico dal Ministero della Pubblica Istruzione che lo insignì di medaglie di bronzo, argento e oro. Innumerevoli furono le lezioni che Alfredo Marcelli tenne nei suoi quasi quarant’anni di attività didattica e moltissimi gli articoli che scrisse sulla stampa. Altrettante numerose furono le lezioni che impartì a tante scolaresche, non solo pisane, ma provenienti da tutt’Italia e dall’estero, davanti ai bei monumenti cittadini, spiegando con dovizia di particolari i caratteri dell’arte pisana e le vicende storiche della città. Fra i libri da lui scritti, ne ricordiamo due: “Angoli suggestivi pisani” del 1932 e “Volo attraverso trenta secoli di storia pisana” del 1954. Nello stesso anno il Comune di Pisa lo inviò a Napoli in rappresentanza della città, al Congresso internazionale di etnografia e folclore del mare, dove attirò l’attenzione dei partecipanti grazie alla sua arte oratoria. Morì a Pisa il 23 luglio del 1963. Nel trigesimo della sua morte la famiglia volle diffondere una memoria, com’era nel suo stile e nelle sue abitudini per tutti coloro che lo conobbero: amava “parlare” ai buoni amici, nei lieti e nei tristi eventi attraverso articoli, stampe spicciole, pensieri profondi. Fu così pubblicato un ricordo di Alfredo e Roma Marcelli uniti in matrimonio per oltre 62 anni che ne mise in evidenza soprattutto il lato umano, come scrisse il giornalista Umberto Bonechi, definendo il maestro “integra figura di Uomo e di Educatore”. Fu l’ideatore e fra i soci fondatori dell’Associazione degli Amici di Pisa della quale fu il primo presidente dal 1959 al 1963, purtroppo per soli quattro anni, fino alla sua morte. Avviò, come Presidente, subito un’intensa attività rivolta sia all’aspetto critico e di stimolo per gli amministratori, evidenziando i problemi della città e dei pisani, in ogni campo o settore. Volle quest’Associazione per far sì che più persone amassero la città e, grazie a lui, moltissimi cittadini ne conobbero e ne compresero meglio la storia e l’arte. Il Maestro Marcelli intraprese molte “battaglie” a salvaguardia degli  interessi dei pisani e contro “i soprusi e le prevaricazioni” spesso volute da chi aveva “a cuore solo i propri interessi”. Creò il Sodalizio con l’entusiasmo e l’impegno che hanno animato tutta la sua vita e lasciò agli Amici di Pisa la volontà di continuare su questa strada, trovando in altri uomini, come il suo successore Renzo Paolicchi, validi prosecutori della sua opera.

Tratto da:
“L’Associazione degli Amici di Pisa. Cinquant’anni di storia della città” di Alberto Zampieri e Carlo De Santis, Pacini Editore, Pisa, Ottobre 2008.

 

Comunicati stampa 2009

In questa pagina è possibile consultare e scaricare i comunicati stampa redatti dall’Associazione amici di Pisa nell’anno 2009

Comunicati stampa 2010

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